Le reazioni avverse ai farmaci (Adverse Drugs Reactions, ADRs) provocano ogni anno “una vera e propria strage” e le principali vittime sono gli anziani, principali fruitori di terapie farmacologiche. La denuncia arriva dal centro studi Sic, Sanità in cifre di FederAnziani, sulla base di 95 studi pubblicati negli Stati Uniti e che, confrontando i numeri americani sia demografici che economici con la popolazione e i costi sanitari italiani, fanno emergere delle “cifre terrificanti”.
Il bilancio di FederAnziani parla di 40.000 morti l'anno, senza che nessuno paghi. Le reazioni avverse ai farmaci inoltre costano oltre un milione 700 mila giornate di degenza, 3 milioni 400 mila visite in pronto soccorso e 23 milioni di prestazioni medico-sanitarie non necessarie.
Ciò che preoccupa in particolare il centro studi di Federanziani è il fatto che le reazioni avverse ai farmaci rappresentano la quarta causa di morte negli Usa. Per quanto riguarda la situazione italiana FederAnziani ammette che “non abbiamo studi approfonditi in materia”.
“Considerando che in Francia, Germania e Gran Bretagna fra il 1961 ed il 1993 sono stati ritirati dal commercio per ragioni di sicurezza 126 farmaci, l'87% dei quali a causa di gravi reazioni avverse, il centro studi Sic di FederAnziani non ha trovato riscontri significativi su ritiri dal commercio per ragioni di 'sicurezza' in Italia, come hanno fatto gli altri”.
Alla luce di questo studio, FederAnziani “ha proposto all'Aifa di poter ottenere un modulo, preparato dall'Agenzia del Farmaco, da poter far compilare a tutti i suoi iscritti segnalando cosi' eventuali reazioni avverse, poiché per pigrizia, mancanza di tempo e volontà, le segnalazioni che pervengono tramite farmacie, medici, ospedali e asl alla competente Commissione di farmacovigilanza sono al di sotto delle soglie accettabili”.
In merito ai risultati dello studio diffuso da Federanziani, secondo il quale le reazioni avverse da farmaci provocherebbero 40mila morti l'anno, l'AIFA, “pur apprezzando l'intento dell'Associazione di sollevare una problematica importante come la Farmacovigilanza che e' da tempo all'attenzione delle autorità italiane” rileva “un profondo difetto metodologico poiché si tratta di dati teorici dedotti in modo aritmetico, e troppo semplicistico, comparando tra loro due realtà profondamente diverse come quelle americana ed italiana”
L'Aifa ricorda inoltre che l'America non ha “né un Servizio Sanitario Nazionale, né una Rete territoriale di Farmacovigilanza, né un sistema capillare di tracciatura del farmaco, elementi di grande garanzia per il cittadino italiano”.
L'Aifa sottolinea poi che il nostro Paese negli ultimi 10 anni ha ritirato 39 farmaci, tra cui 'Mediator' ritirato in Italia nel 2003 rispetto alla Francia nel 2011.
L'Aifa riferisce inoltre di aver intrapreso per prima “un programma di sorveglianza post marketing per gli anziani, soggetti molto spesso trattati con più farmaci contemporaneamente dei quali non sono note, al momento dell'autorizzazione, le reciproche interazioni”.
Fonte InformaSalus
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