Nel testo del decreto per la scuola, ora in esame al Senato, il Governo ha inserito un emendamento estraneo al settore dell'istruzione, nell'intento di dare una più celere applicazione ad un recente indirizzo del Consiglio di Stato in tema di Isee (sentenza n. 842 del 29 febbraio). Il Consiglio ha stabilito che nel calcolo dell'Indicatore economico non devono essere considerati i trattamenti assistenziali, come le pensioni, gli assegni, l'indennità di accompagnamento ecc., oltre alle prestazioni per la formazione e per l'università, che spettano alle persone disabili.
Migliaia di famiglie con componenti disabili sono state finora penalizzate dall'Isee del 2016, onnicomprensivo e quindi non in grado di rappresentare le loro reali condizioni di bisogno.
Allo stesso tempo, l'emendamento prevede l'abolizione delle franchigie e delle detrazioni degli oneri sostenuti per i disabili – in particolare le spese per l'assistenza o il ricovero in strutture sanitarie – e la sostituzione di queste agevolazioni con una semplice maggiorazione dello 0,5 della scala di equivalenza per ogni componente della famiglia con disabilità media, grave oppure non autosufficiente.
Gli enti pubblici (Inps, Comuni, Asl, ecc.), che siano tenuti a liquidare prestazioni agevolate, dovranno conformarsi alle nuove disposizioni entro 30 giorni dall'entrata in vigore della nuova legge – data di partenza non prevedibile e che, in ogni caso, riguarda il settore della scuola – facendo salve le prestazioni già riconosciute in base alle norme precedenti.
Il provvedimento messo in cantiere dal Governo, nel cancellare la palese ingiustizia insita nell'Isee 2016, produce in realtà nuovi effetti penalizzanti. La maggiorazione di 0,5 della scala di equivalenza, in luogo delle detrazioni per oneri di assistenza, non tiene conto dei diversi livelli di disabilità sia per gli stati di gravità sia in ordine all'età (maggiorenni o minorenni). E – come denuncia la Fish, la federazione per il superamento dell'handicap – l'emendamento finisce per premiare chi ha più redditi e patrimoni a scapito di chi è più povero o sopporta maggiori spese.
Più in generale, non si tiene conto degli Isee penalizzanti dei mesi scorsi, riguardo ai quali restano, per ora, confermate le esclusioni e le limitazioni ingiustamente prodotte. E questo in palese contrasto con la sentenza del Consiglio di stato, i cui effetti sono validi sin dallo scorso febbraio.
L'Isee senza le prestazioni ai disabili sarà particolarmente utile alle famiglie bisognose anche per ottenere l'annunciato "bonus acqua", pari ad un consumo gratuito di 50 litri giornalieri.
A cura di Vittorio Spinelli
Fonte Avvenire
Photo Tasse-Fisco
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