Avevo scritto in marzo che aprile sarebbe stato il mese in cui avrei chiarito la questione della “vita indipendente”, “vita in comunità” e “dopo di noi”. Ahimè ho avuto qualche problema di salute e personali, non ho potuto seguire questo tema ma adesso è ora di trattare questo argomento.
Come scrissi in marzo ci saranno svariati articoli che cercheranno di approfondire il più possibile questo argomento.
Ad iniziare da questo articolo, ho intenzione di fare luce sui vari vocaboli, in modo da chiarire il più possibile sia la situazione a macchia di leopardo attualmente vigente in Italia sia l’argomento fuori dalla famiglia d’origine.
Quando ad una persona con disabilità gli vengono a mancare i propri cari, oppure quando sono avanti con l’età e non ce la fanno più, oppure decide di andare a vivere da solo e non è autonomo nella vita quotidiana come per esempio vestirsi, svestirsi, cucinarsi, andare in bagno, ha qualche possibile scelta.
La prima si chiama progetto di vita indipendente la seconda è l’assistenza domiciliare indiretta. C’è anche la possibilità di andare in un istituto o in micro comunità ma non è mia intenzione trattare questa scelta oggi in questo articolo, nei prossimi articoli tratterò anche queste possibilità.
La realtà italiana per la vita indipendente e l’assistenza domiciliare indiretta è molto piccola e limitata in alcune zone. Ma cos’è l’assistenza domiciliare indiretta e cos’è la vita indipendente?
Per entrambi si assume una o più persone per aiutare la persona con disabilità a compiere azioni quotidiane, già descritte precedentemente in questo articolo. Dicevo che si assume una o più persone perché la persona con disabilità, per i suoi limiti, può aver bisogno di un aiuto costante 24 ore su 24 e anche il dipendente ha diritto alle sue ore libere e giorni di riposo.
L’assistenza domiciliare indiretta è un contributo erogato dai comuni e questi ultimi non finanziano progetti personalizzati di vita indipendente, così come concepiti dalla legge nazionale numero 162/98 . La persona assunta può non essere formata a livello professionale e generalmente è un badante che, oltre ad aiutare la persona con disabilità, aiuta anche in casa per le pulizie.
Il progetto Vita Indipendente è di competenza Regionale ed è basato su un progetto personale che abbraccia più aspetti della vita delle persone con disabilità. Questi aspetti variano dall’assistenza personale, alla domotica, agli ausili e a qualsiasi strumento serva avere per una maggiore inclusione nella società. La persona assunta è formata a livello professionale, segue un corso di circa 200 ore. Al termine del corso ha l’ attestato di frequenza come assistente alla persona. Ovviamente aiuta sia la persona con disabilità e sia in casa per le pulizie e varie necessità.
In Veneto, in Abruzzo e in Toscana troviamo dei progetti di Vita Indipendente, mentre in città o regioni come Milano, Roma, Marche e Lazio troviamo l’assistenza domiciliare indiretta.
L’ideale sarebbe riuscire a incrociare entrambi i contributi per avere risorse maggiori, infatti l'assistenza domiciliare indiretta è un pezzo, mentre il progetto di vita indipendente è più completo.
Fonte principale:http://www.disabilialloscoperto.it/
Visto su http://lavoro-news-concorsi-l68-99edisabili.blogspot.it/
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