Qualsiasi prontuario sulla sanità elenca gli esentati dal pagamento del ticket. E si tratta di invalidi di guerra, invalidi civili, chi ha subito una riduzione della capacità lavorativa, le vittime del terrorismo, i ciechi e sordomuti. Ma anche chi soffre di malattie gravi o croniche. Per esempio l’epatite cronica, il glaucoma, il diabete, la celiachia, le malattie cardiache, l’insufficienza renale cronica.
Solo una piaga che caratterizza il nostro ambiente ormai inquinato è ignorata dal Servizio sanitario nazionale che pure esiste da 35 anni. Ed è la Sensibilità chimica multipla, Mcs, che può uccidere.
È successo un mese fa a Roma. Una donna di 36 anni, L.S., affetta da Mcs muore nel giorno del suo compleanno. Nessun presidio ospedaliero del Lazio è stato in grado di applicare i protocolli internazionali di pronto soccorso per questa patologia e quindi di accoglierla e salvarla.
La Mcs è una sindrome di origine ambientale che in Italia affligge più di un milione di persone, una patologia ancora poco conosciuta. Si manifesta con reazioni simili a quelle dell’allergia, fino al rischio di choc anafilattico per prodotti chimici di uso comune: detersivi, profumatori ambientali, deodoranti, profumi, fumi, vernici, cosmetici, farmaci, lacca, gel, dopobarba. La persona colpita perde progressivamente la capacità di tollerare il contatto con le sostanze e rischia la vita.
Sei mesi fa il ministro Balduzzi ha approvato a Montecitorio un ordine del giorno dell’on. Daniela Sbrollini sul riconoscimento della Sensibilità chimica multipla, con il quale si impegnava ad aggiornare l’elenco dei Lea (Livelli essenziali di assistenza), inserendola. “Ma i malati - dice Ester Lupo, presidente dell’associazione Anchise che li raggruppa - stanno ancora aspettando e nel frattempo nel nostro paese di Mcs si muore!”. Fino a quando, dunque, questa sindrome mortale continuerà a essere ignorata?
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