Diminuzione delle prestazioni specialistiche erogate a carico del Ssn dell'8,5%, specialmente per gli esami di laboratorio, e riduzione ancora maggiore nelle strutture private accreditate (-11,8%) che in quelle pubbliche (-7,6%). Sono gli effetti principali del 'superticket' sugli italiani secondo le stime di uno studio dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas),
presentato a Roma e condotto per valutare gli effetti della crisi e del
superticket sull'assistenza specialistica. Se il 1 gennaio 2014 entrano
in vigore i 2 miliardi di nuovi ticket, da aggiungere agli attuali 2,2, si rischia per visite ed esami un 'salasso' di 350 euro a testa, contro gli attuali 150.
Il rapporto Agenas sull'accesso alla prestazioni specialistiche dopo l'avvento del superticket dimostra che queste soluzioni "producono piu' problemi di equita' nell'accesso alle prestazioni che risparmi per le casse dello Stato". Lo sottolinea Valerio Fabio Alberti, presidente della Federazione Asl e ospedali (Fiaso), che commenta l'indagine sugli effetti delle crisi economica e dei ticket sulle prestazioni specialistiche e diagnostiche, presentata oggi dall'Agenas.
"Aver spinto l'acceleratore sui ticket - prosegue Alberti - non ha prodotto gli effetti economici sperati e ha generato un forte calo delle prestazioni tra gli assistiti non esenti, che con redditi annui anche di poco sopra la soglia dei 36mila euro lordi si sono visti costretti a pagare in media 150 euro l'anno di ticket, ai quali andrebbero poi aggiunti quelli sui farmaci, anche loro in aumento". Per Alberti, l'indagine mostra poi "un progressivo spostamento di consumi verso il privato low cost, che ha finito per ridurre le entrate del pubblico. Del resto - osserva Alberti - le ricerche dell'Osservatorio europeo sui sistemi sanitari, presentate in un recente seminario della Fiaso, indicano che le politiche di aumento dei ticket, espansione della sanita' integrativa e tagli ai servizi adottate dai Paesi in crisi finanziaria hanno prodotto pochi risparmi e gravi diseguaglianze nell'accesso ai servizi per la salute. Forse - conclude - sarebbe il momento di pensare alla sanita' come un investimento, tanto piu' prezioso in una fase di recessione economica che finisce per incidere negativamente anche sullo stato di salute delle persone".
Fonte Affari Italiani
L'indagine e' maturata nell'ambito del progetto 'Remolet' (Rete di monitoraggio dei livelli essenziali tempestiva) ed e' stata presentata alla stampa da Giovanni Bissoni, presidente dell'Agenzia,
Fulvio Moirano, direttore dell'Agenas, e Cesare Cislaghi, che ha curato
l'indagine. Il superticket sull'assistenza specialistica introdotto con
la finanziaria 2011, l'ultima firmata da Tremonti, "sembra aver fallito
l'obiettivo", si legge nel dossier. "Avrebbe dovuto compensare un
mancato finanziamento al Ssn di 830 milioni", scrivono gli autori, "ma
le stime dicono che complessivamente dovrebbe aver prodotto un gettito
di soli 244 mln. E in alcune Regioni, come il Veneto, tra il 2011 e il
2012 si e' registrata addirittura una riduzione delle somme provenienti
dai ticket. "Questo lavoro mostra come la riduzione di finanziamenti di
ulteriori due miliardi dal gennaio 2014, prevista dalla stessa
finanziaria 2011, sia insostenibile per il sistema" ha sottolineato
Giovanni Bissoni. "Non sta a me dare soluzioni - ha aggiunto - ma non
affrontare questa scadenza imminente e' un fatto grave, anche perche'
l'impatto dei ticket su chi li paga e' piu' pesante dell'Imu o dell'Iva,
che stanno avendo tanta attenzione".
Bissoni ha poi richiamato gli effetti negativi prodotti dall'introduzione del superticket.
Innanzi tutto il fatto che i cittadini non esenti abbiano richiesto al
Ssn il 17,1% in meno di prestazioni specialistiche. "Non possiamo certo
pensare - ha detto - che questo sia un dato positivo, di maggiore
appropriatezza. Si tratta invece o di casi in cui si e' rinunciato per
ragioni economiche, o di prestazioni acquistate direttamente dal
privato, che le offre a prezzi concorrenziali, ponendo anche problemi in
termini di qualita' e sicurezza". E questa riduzione delle prestazioni
danneggia due volte il Ssn, che ha realizzato entrate al di sotto delle
aspettative, ma con costi fissi inalterati. Illustrando i dati
sull'applicazione dei ticket a livello regionale, Fulvio Moirano ha
rimarcato come "alcune differenze tra Regioni nel gettito da ticket"
siano riconducibili "alle diverse scelte compiute nell'applicazione
delle norme sulla compartecipazione, sia come importi che come fasce di
esenzione". Proprio per questo, ha aggiunto, "riteniamo di dover
approfondire questo tema attraverso la nostra attivita' di ricerca". I
dati del progetto Remolet sono quelli forniti volontariamente ad Agenas
da alcune Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna,
Toscana, Marche, Umbria, Lazio Campania e Sicilia) e corrispondono
dunque all'80% della popolazione italiana, riportati poi ad una
dimensione nazionale attraverso stime affidabili. In particolare, lo
studio ha messo a confronto i dati sui ticketr per la specialistica
(clinica, diagnostica e laboratorio) tra il primo semestre 2011 e il
primo semestre 2012, quando e' entrato in vigore il superticket.
Trattandosi di percentuali rilevanti, non giustificabili sotto il
profilo epidemiologico - si legge nel focus - questo vuol dire che una
parte di cittadini, visti i maggiori costi delle prestazioni del Ssn, ha
deciso di non richiederle o rinunciandovi del tutto o acquistandole
dalle strutture private, che speso le offrono a costi competitivi
rispetto a quelli del Ssn". Di conseguenza, "tra il 2011 e il 2012,
malgrado l'introduzione del superticket gli introiti derivanti dalla
compartecipazione dei cittadini al SSN, secondo le stime di questo
studio sono cresciuti solo di 244 mln, una cifra ben lontana da quella
ipotizzata, che era di 830 mln".Il rapporto Agenas sull'accesso alla prestazioni specialistiche dopo l'avvento del superticket dimostra che queste soluzioni "producono piu' problemi di equita' nell'accesso alle prestazioni che risparmi per le casse dello Stato". Lo sottolinea Valerio Fabio Alberti, presidente della Federazione Asl e ospedali (Fiaso), che commenta l'indagine sugli effetti delle crisi economica e dei ticket sulle prestazioni specialistiche e diagnostiche, presentata oggi dall'Agenas.
"Aver spinto l'acceleratore sui ticket - prosegue Alberti - non ha prodotto gli effetti economici sperati e ha generato un forte calo delle prestazioni tra gli assistiti non esenti, che con redditi annui anche di poco sopra la soglia dei 36mila euro lordi si sono visti costretti a pagare in media 150 euro l'anno di ticket, ai quali andrebbero poi aggiunti quelli sui farmaci, anche loro in aumento". Per Alberti, l'indagine mostra poi "un progressivo spostamento di consumi verso il privato low cost, che ha finito per ridurre le entrate del pubblico. Del resto - osserva Alberti - le ricerche dell'Osservatorio europeo sui sistemi sanitari, presentate in un recente seminario della Fiaso, indicano che le politiche di aumento dei ticket, espansione della sanita' integrativa e tagli ai servizi adottate dai Paesi in crisi finanziaria hanno prodotto pochi risparmi e gravi diseguaglianze nell'accesso ai servizi per la salute. Forse - conclude - sarebbe il momento di pensare alla sanita' come un investimento, tanto piu' prezioso in una fase di recessione economica che finisce per incidere negativamente anche sullo stato di salute delle persone".
Fonte Affari Italiani
Nessun commento:
Posta un commento