La protesta dei genitori del Cesp sulla esclusione dai test di 200mila alunni disabili arriva fino al ministro dell’Istruzione che non ha escluso l’ipotesi di un’inchiesta interna.
Pugno di ferro della ministra Carrozza contro le presunte discriminazioni degli alunni disabili durante le prove Invalsi? Sembra proprio di sì. Stando a quanto ha detto a margine dell’incontro di questa mattina tra i ministri dell’Istruzione dell’Unione europea a Bruxelles, sembrerebbe che la protesta dei genitori del Cesp (il Centro studi per la scuola pubblica) abbia centrato nel segno. Nei giorni scorsi, i genitori del Cesp hanno avviato una raccolta di firme denunciando l’esclusione e la discriminazione dai test dei 200mila alunni disabili che frequentano la scuola italiana. E la ministra, sollecitata in tal senso, ha definito come un “fatto grave” tale situazione, anche se soltanto in alcune scuole, ammettendo di dovere approfondire la questione.
La neoinquilina di viale Trastevere non ha escluso l’ipotesi di “far partire un’inchiesta interna per capire dove sono avvenuti e dove avvengono questi fatti”. Ma è la stessa normativa predisposta dall’Invalsi che autorizza i dirigenti scolastici ad escludere i soggetti portatori di handicap dai test. A pagina 3 della “Nota sullo svolgimento delle prove Invalsi 2012/2013 per gli allievi con bisogni educativi speciali” si legge infatti che, per gli alunni con disabilità intellettiva, il dirigente scolastico potrà decidere di “non far partecipare a una o a tutte le prove Invalsi gli alunni con disabilità intellettiva o altra disabilità grave, impegnandoli nei giorni delle prove in un’altra attività”.
Ma potrà anche “fare partecipare a una o a tutte le prove Invalsi gli allievi con disabilità intellettiva o altra disabilità grave insieme agli altri studenti della classe, purché sia possibile assicurare che ciò non modifichi in alcun modo le condizioni di somministrazione”. I genitori lamentano anche la discriminazione dei soggetti disabili, anche quando svolgono le prove Invalsi, perché degli esiti si tiene conto separatamente: i risultati non vengono insomma considerati assieme ai risultati degli alunni “normodotati”. Se l’alunno è infatti disabile, il giorno dello spoglio gli insegnanti dovranno segnare “sulla maschera elettronica per l’inserimento delle risposte”.
Un’accortezza che “consentirà di considerare separatamente i risultati degli alunni con bisogni educativi speciali e di non farli rientrare nella elaborazione statistica dei risultati di tutti gli altri alunni”. Operazione che al Cesp considerano una “schedatura e una discriminazione”. Per ovviare a questa fastidiosa disparità di trattamento tra alunni delle stesse classi la Carrozza – che ha promesso ‘”particolare cura sul tema delle persone disabili” – potrebbe chiedere ed ottenere di modificare la normativa che regola i test. “Se è una questione normativa sarebbe più facile intervenire”, ha spiegato ai giornalisti che le ponevano la domanda.
Tratto da repubblica.it
Visto su http://www.ileanaargentin.it/
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