19 maggio 2013

Ue e piccoli ortaggi fuorilegge, la notizia è una bufala


Impariamo a leggere e a comprendere le leggi europee: non ci sarà nessun limite alla coltivazione e gardinaggio casalingo.

Scritto da: Marina Perotta

Riprendo l’ottimo post della collega Maria Ferdinanda Piva di Blogeko che riassume efficacemente la situazione attuale delle sementi in Italia e Europa: si può coltivare per il proprio consumo senza sottostare a alcun vincolo. Insomma gli orti privati non sono illegali né in Italia e né in Europa e la registrazione delle sementi serve semplicemente e mantenere elevati gli standard di qualità delle sementi destinati a chi coltiva in maniera professionale. Scrive infatti Maria Ferdinanda:


La proposta offre la scelta ai contadini tra usare semi certificati o non certificati (standard). La scelta dipende dalle necessità e dalle preferenze di ogni coltivatore. I semi certificati offrono migliori garanzie di qualità mentre quelli standard di solito hanno prezzo più bassi. Lo scambio di semi o altro materiale per la riproduzione delle piante tra non professionisti resta al di fuori degli scopi della legge. Ciò che viene venduto da non professionisti o da micro imprese per mercati di nicchia è esente dall’obbligo di registrazione. Le imprese con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo inferiore ai 2 milioni di euro possono vendere le loro varietà di piante di nicchia senza obbligo di registrazione.

D’altronde la FAO è sempre stata molto chiara in merito esprimendosi proprio contro il monopolio delle sementi. Come ebbe modo di spiegarci in una intervista esclusiva Mario Catania, ex ministro all’Agricoltura l’istituzione di un Catalogo ufficiale europeo delle sementi per cui alcuni mesi fa la Corte europea di Giustizia si espresse il 12 luglio 2012 in merito e che ha :


ha semplicemente confermato l’obbligo di iscrizione al registro ufficiale comunitario che, assicurando le caratteristiche delle varietà iscritte, rappresenta una garanzia per i produttori agricoli come per i consumatori. Inoltre è il caso di ricordare che una volta ammesse nei registri nazionali, le sementi vengono automaticamente inserite nel catalogo ufficiale europeo. Si tratta di una procedura che non è particolarmente complessa ed è anche gratuita perché la registrazione delle sementi tradizionali non prevede alcun costo e le domande di iscrizione al registro nazionale possono essere presentate anche dai singoli cittadini e dalle aziende.

Misure esagerate? Probabilmente, ma ciò non giustifica le bufale in merito che non fanno altro che confondere leggi e situazioni. non facendo capire da che parte effettivamente conviene protestare.

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