Siamo già in guerra, ma speriamo tocchi prima a loro
C’è una guerra in atto. Terroristi in giacca e cravatta fanno annunci, programmano azioni di carta e mietono vittime. Barclays, Deutsche Bank e Jp Morgan hanno investito massicciamente nel settore delle commodities agricole, negli ultimi anni, per sfidare Goldamn Sachs e Morgan Stanley: queste cinque banche controllano il 70% degli scambi sui prodotti agricoli in tutto il mondo. Dall’oggi al domani, questi terroristi da 800.000 dollari l’anno possono decidere di mandare a puttane 40 milioni di persone in un botto solo, e l’hanno già fatto alltre volte. Milioni di persone, nei paesi poveri, vedono il prezzo dei prodotti alimentari salire alle stelle, e si trovano in crisisenza neanche sapere perché. E la loro crisi non è come la nostra – dove devi rinunciare all’iphone-8 e accontentarti dell’iphone-7 per mandare sms con scritto “viva la mona” – no, la loro crisi è diversa: è che, da un giorno all’altro, non sai se mangerai oppure no.
Nei paesi poveri, gli investitori stranieri si comprano ogni quattro giorni un’area più grande della città di Roma. I prezzi si sono già impennati tre volte negli ultimi quattro anni. Questa Terra diventa un magazzino alimentare per le riserve dei paesi ricchi. E in Borsa ci si scommette, e non conta se questo significa l’espulsione forzata dei poveracci che lavoravano la terra. Alfred Brownell della Green Advocates, Liberia, dice che non servono i proiettili per uccidere le persone: quando tu porti via il cibo da un villaggio distruggendo campagne e coltivazioni, stai affamando tutta la comunità. C’è una guerra in atto, e ognuno la porta avanti come può, magari con piccole azioni di guerriglia. Le aziende sono in trincea, e sparano senza esclusione di colpi. I “magna-schéi” fingono di ritirarsi, e intanto bruciano i pozzi di petrolio. Perché non può aumentare il costo del lavoro dei poveracci, ma può aumentare quello dei manager? Perché il prezzo della benzina può aumentare come cazzo gli pare? E basterebbe poco per metterlo in ginocchio, basterebbe star fermi – non ci si muove, si sta a casa cinque giorni, dieci giorni – una guerriglia, un assedio, una guerra di resistenza.
Ma a chi interesserebbe fare una guerra di resistenza? A nessuno. Perché a tutti fa comodo che ci siano milioni di poveri cristi massacrati. Ci facciamo scudo, con ‘sti poveri cristi: prima che arrivino a noi, ne devono far fuori, di poveracci… Il fatto è che non vogliamo arrenderci all’idea che siamo entrati in un cortocircuito mentale: secondo cui più stanno male gli altri, più stiamo bene noi. E’ il principio del Telepass. Se passi col Telepass e nei caselli vicini non c’è nessuno, il tuo stato d’animo non cambia; ma se i caselli vicini sono pieni di gente in coda che aspetta col biglietto in mano, tu che passi col Telepass sei felice. Perché non eri felice prima? Perché quello che ti fa felice non è l’idea di passare: è l’idea che non passano gli altri. Questo è il cortocircuito: e su vasta scala, i “magna-schéi” applicano lo stesso principio alle nazioni.
Il vantaggio delle élites è che non siamo tutti sulla stessa barca. A tutti piacerebbe farsi una vacanza al mare, ma le “crociere” non vanno tutte nella stessa direzione. Hai un lavoro? Per quanto tempo continuerai ad averlo? I governi tecnocratici bancocentrici del mondo stanno mettendo le mani sulle assicurazioni private: lo sai cosa vuol dire? Che, tra un po’, avvocati, commercialisti, ingegneri, professionisti e affini venderanno le loro villette al mare e cominceranno a guardare bene il conto prima di pagare al ristorante. Sei ingegnere, tu? Sei un avvocato? No, sei un disoccupato inutile. E, se ti va di culo, sei un impiegato. Fai la cassiera in un supermercato, lavori in un call center, sei “stagionale”.
Ti chiederanno di fare due ore in più, cinque ore in più, di andare in pensione più tardi. Perché tutte le medicine che ti hanno rifilato, purtroppo, ti fanno vivere di più. E loro ti danno il buon esempio: lavorano fino a ottant’anni, a novant’anni, a 800.000 dollari l’anno – fino a cent’anni: non li schiodi mica, da quelle poltrone lì. Prova a pensarci: in un call center fino a novant’anni, senza la mutua. Perché in questa guerra, non lo sapevi, ci sei proprio tu. Sei tra i sacrificabili: non ti espropriano la terra, ti espropriano la vita. Qual è l’unico modo per uscirne? Se non sei riuscito a entrare nel club dei “magna-schèi” e non vuoi fare la fine dei poveracci che si vedono espropriare la terra nei paesi poveri, devi sperare di avere tanto, ma tanto culo.
(Natalino Balasso, estratti dal video-intervento “Il club dei magna-schèi”, editato su YouTube il 4 gennaio 2013).
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