In Italia il dibattito si è aperto quando il 10 aprile scorso la legge per l’uso terapeutico delle cellule staminali ai trapianti d’organo, è stata approvata in Senato e ha riscosso notevole scalpore. Ora dovrà passare al vaglio della Camera e si cerca perciò di fare pressione affinché la legge venga bocciata. Ma di cosa si tratta nel concreto e cosa si vuole veramente impedire? Quali interessi ci sono dietro?
In molti paesi del mondo l’uso terapeutico di cellule staminali di derivazione embrionale o da tessuti differenziati, è considerato dal punto di vista legale analogo all’uso di farmaci. Questo comporta che l’eventuale approvazione delle cellule staminali come strumenti terapeutici, è sottoposta a valutazioni molto severe e restrittive. Questo è necessario per la natura stessa delle cellule. Il pregio delle cellule staminali, infatti, è la loro capacità di differenziarsi in molti o tutti i tipi di cellule mature e quindi di poter rimpiazzare tessuti o addirittura organi non più funzionanti. Il problema principale connesso con il loro uso clinico è che non è facile controllare che di questa grande gamma di possibilità sia espressa esattamente quella richiesta dalla patologia del paziente: la cellula staminale, che può fare tutto, può fare una sola cosa utile al paziente, quella che gli serve, e molte altre inutili o addirittura dannose, non escluso sviluppare un tumore. Ma essendo la legge restrittiva già ai soli trapianti d’organo è chiaro che non servono altre restrizioni che a questo punto potrebbero solo impedirne l’uso laddove la legge lo consente.
Per essere più chiari un cuore trapiantato, se è sano e non viene rigettato, funziona esattamente come un cuore normale e non può causare danni “imprevisti”, di certo non diventa un tumore.
Ma quindi perché si vuole impedire l’uso delle staminali che invece potrebbero salvare molte vite umane?
Perchè il giro di affari delle staminali può diventare un vero e proprio business. Ci sono ditte o istituzioni che preparano cellule staminali per uso terapeutico come la Stamina, che potrebbe avere diversi interessi a tale proposito. Basti pensare che nel 2009 la Stamina Foundation finì sotto inchiesta per aver manipolato cellule staminali nei sottoscala in ambienti non igienici che potevano mettere a rischio la salute dei pazienti a cui tali cellule erano destinate.
Ci sono poi i medici in cerca di notorietà o animati da tante buone intenzioni che vogliono a tutti i costi fare anche la sperimentazione e quindi sono i primi a dividersi tra i contrari e favorevoli solo per mero protagonismo.
C’è poi il Vaticano che invece vuole puntare a ogni costo sulle cellule staminali di derivazione non embrionale, che però non hanno gli effetti che possono avere le altre.
Il discorso sulle staminali è sicuramente complesso, anche perché la ricerca scientifica è molto indietro, ma pare ceh ci siano troppi “cani intorno all’osso” a voler dare spiegazioni pseudo-scientifiche che nascondono solomeri interessi economici.
La nostra salute e la nostra vita possono diventare una banconota di scambio?
E’ di poche ore fa la lettera di 13 “autorevolissimi” scienziati mondiali che mettono sotto accusa il decreto sulle staminali definendolo “un attacco alle regole” base della ricerca medica, un precedente ” unico nel mondo occidentale” che rischia di varcare “il confine tra desiderio di offrire nuove cure e inganno verso chi soffre”.
E se sicuramente c’è bisogno di una attenta valutazione caso per caso e di regole specifiche che garantiscono la “filiera” con cui vengono generate poi le cellule introdotte nei pazienti, è anche vero che irrigidire tutto il sistema non garantisce un maggior controllo, ma ne blocca l’utilizzo.
D’altra parte l’organo da cui arriva la protesta, che fra l’altro chiede all’Ue di fermare il decreto italiano, viene da una associazione che conta oltre 1500 scienziati in tutto il Mondo, ma solo 13 hanno sottoscritto questo appello. Come mai se era così dannoso, tanto da minare la vita di alcuni pazienti, gli altri si sono astenuti?
Tra questi c’è il professore di Patologia alla Sapienza di Roma, Paolo Bianco, ”Le cellule staminali possono offrire opportunità senza precedenti per sviluppare nuove cure verso molte malattie ad oggi inguaribili. Ma ci vorrà tempo. Ad ogni modo, solo una scienza rigorosa e dei severi controlli possono assicurare che ciò che scopre la scienza diventi una terapia sicura ed efficace”. Approvare il decreto per utilizzare i protocolli della Stamina Foundation, che come ricordano gli stessi esperti “non hanno dimostrato la loro efficacia”, potrebbe portare “ad un pericoloso precedente per i pazienti che cercherebbero di essere trattati con altre terapie a base di staminali in Europa o in altri Paesi”.
Ancora più dura la posizione di Elena Cattaneo, direttrice del centro di ricerca sulle cellule staminali dell’Università degli Studi di Milano, secondo la quale “i trattamenti basati su metodi irrazionali e non verificati, che non siano stati validati o documentati scientificamente, non dovrebbero raggiungere i pazienti. Prevenire che accada è una specifica responsabilità delle autorità competenti in materia di salute e di ogni governo, che devono anche assicurarsi di non illudere i pazienti. I malati possono essere danneggiati o addirittura uccisi da cure che non si siano dimostrate totalmente sicure ed efficaci con trial clinici rigorosi. L’uso di medicine che non abbiano seguito gli standard più alti possibili – conclude – è un comportamento irresponsabile”.
Il caso rimane aperto, anche se la stampa sembra aver preferito dargli un basso profilo. Quanto le staminali possono a oggi essere utilizzate? In che modo e in che misura? Dove in realtà si tratta solo di mero business e di truffa per i pazienti? C’è anche da dire che le staminali solitamente vengono utilizzati su quei pazienti che soffrono di patologie irreversibili come la Sla e che si affiderebbero a qualsiasi speranza che possa cambiare la loro condizione… fin dove si cura e dove invece si lucra?
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