Avevo deciso di farlo, mi volevo ulteriormente imbavagliare, come se i miei silenzi nell'ultimo mese non fossero già un segnale di protesta e di sofferenza. E invece oggi dico no, non sciopero: continuo e vado avanti. Oggi più che mai manifesto ancora una volta tutto il mio disprezzo verso la Casta, in particolare contro una parte di essa: perennemente posta a 90 gradi.
Scioperare oggi sarebbe l'ennesimo regalo alle lobby che sostengono il marcio che c'è in Italia, in primis i giornalisti. La Rete oggi in Italia è più che mai sinonimo di democrazia, libertà e conoscenza, ed è per questo che viene continuamente minacciata dal Sistema. Sarebbe un errore madornale farsi contagiare dai silenzi e omissis dei media tradizionali.
No al Bavaglio, No al DDL Intercettazioni e come sempre W La Rete.
Infine questa mattina voglio farvi leggere un post molto interessante, che condivido, del Blog Cogito Ergo Vomito:
Chi si imbavaglia è perduto - Giovedì 8 luglio 2010
"Il 9 luglio sarà la giornata del silenzio", recita il comunicato dell'FNSI. Ma di un silenzio rumoroso. Di un silenzio assordante.
Ora per dirla un pò alla maniera degli anti-bavaglisti di professione, della serie "Quante cose non avreste potuto sapere se ci fosse stato il Bavaglio", oggi mi verrebbe di ricordare che tutte le notizie, i commenti e gli editoriali sulle manganellate agli Aquilani a Roma di ieri, se fossero successe domani, giornata del "rumoroso" silenzio, non sarebbero potute essere raccontate.
Ed ora, come la mettiamo? Si sarebbe parlato paradossalmente di un "Conflitto d'Interessi da Bavaglio"?
Fermo restando che sono assolutamente convinto, forse più di tanti altri, che il DDL sulle intercettazioni sia una legge veramente criminale. Che ci vuole privare non solo delle informazioni necessarie, ma anche della conoscenza, della cultura e delle nozioni fondamentali per maturare obiettività ed equilibrio "ad causam" e non "ad personam".
Ma di certo non posso ignorare o evitare di dire che il Monopolio del "No al Bavaglio" mi sta facendo venire veramente la nausea.
3 anni non sono 3 secoli, e chi ha un minimo di memoria non può dimenticare che 3 anni fa la pappardella fu più o meno la stessa: Alfano si chiamava Mastella, Berlusconi si chiamava Prodi, ma il Bavaglio si chiamava sempre Bavaglio.
O meglio: "Trovi il candidato le differenze" tra il DDL Mastella n°1512, e il DDL Alfano n°1611 (qui sul Velino messi a confronto).
Ora la notizia che va assolutamente oscurata, ignorata, manipolata, e perchè no, imbavagliata, è che quando passò il DDL Mastella alla Camera, il 17/4/2007, passò con 447 favorevoli e 7 astenuti, e cioè con i voti della stragrande maggioranza dei deputati.
L'11 giugno del 2009 il DDL Alfano è passato con 318 sì, 224 no e un astenuto.
Cosa cambia o cosa è cambiato? La questione è più breve e semplice di quello che può sembrare: il No al Bavaglio è diventato solo ed esclusivamente propaganda antiberlusconiana.
Non si spiegherebbero altrimenti Bersani e Di Pietro sul palco del 1 luglio. E non si spiegherebbe nemmeno "la libertà di stampa non è mai sufficiente" del Presidente Fini.
Ma a chi giova tutto ciò? Non si capisce. A chi nuoce invece? A noi cittadini, ovviamente.
Alla democrazia, come sempre. A chi crede nella libertà di stampa, veramente.
E a chi crede che questo maledetto ddl possa realmente limitare l'attività dei magistrati, le inchieste dei giornalisti, le indagini, gli arresti, l'informazione, la conoscenza, le notizie.
Ora chiarito questo, la questione deve o almeno dovrebbe spostarsi su un altro versante: ma se il DDL non passasse, in Italia sarebbe comunque legittimata la libertà di stampa?
E la risposta è ovviamente no. Perchè non è scontato ricordare che i Berlusconi della stampa si chiamano ad esempio De Benedetti, Soru, Caltagirone o Angelucci, o sono la IFIL e la Confindustria.
Ci sarebbe da interrogarsi se nonostante tutto in Italia ci sia più un problema di libertà di stampa o di stampa libera. Che non è la stessa cosa.
Anche se è da encomiare "l'esperimento di autonomia ed indipendenza" del Fatto Quotidiano, primo giornale in Italia senza contribuiti pubblici, ma spesso con la mano un po' troppo leggera verso il partito di Di Pietro (e lo dice un lettore quasi fisso del Fatto Quotidiano).
Comunque da domani tra i bimbi potrà circolare: "Lo sai qual è il colmo per un giornalista? Scioperare contro un Bavaglio, ma stando in Silenzio".
Ora, che lo sciopero dei giornalisti di domani sia completamente in antitesi con la libertà d'informazione, credo sia abbastanza chiaro e scontato.
Ma il mio invito di oggi va a tutti gli amici bloggers, a tutte le testate online che sono o cercano di essere ancora indipendenti, nonostante le carenze di lettori, nonostante la crisi, nonostante gli introiti, nonostante i bavagli dei padri e dei padroni, dei manager e dei politici.
"Chi si imbavaglia è perduto" sia il leit motiv di tutto e di tutti, nonostante tutto e nonostante tutti. E' il Silenzio il vero Bavaglio. Il NOSTRO Bavaglio.
Inserisco in serata un video fondamentale in questa giornata, anche per farci ricordare che quasi tutta l'informazione che oggi incrocia le braccia, si sostiene con i nostri soldi, e profumatamente. Qualche anno fa un milione e mezzo di persone desiderose di un cambiamento, avevano firmato per dei referendum che la Casta tiene a distanza di anni, in naftalina.
4 commenti:
Ottimo Raimondo. Ecco la differenza tra noi e loro: noi parliamo, discutiamo, ragioniamo, e possiamo anche cambiare il nostro punto di vista. Loro... be', lasciamo stare...
Ciao
pur rispettando ogni forma di protesta, che in qualche maniera può scuotere l'opinione pubblica, non credo che lo sciopero di oggi abbai molto senso. Credo che la situazione del paese necessiti forme di protesta diverse, collettive e che vadano a disutrbare la quotidianità di coloro che continuano a voltarsi dall'altra parte.
Un saluto
Grazie mille Raimondo.
Sono lusingato.
Hai fatto bene.
Posta un commento