28 febbraio 2010

Terza Giornata Mondiale delle Malattie Rare


Ancora buona domenica a tutti voi che seguite Niente Barriere. Oggi eccezionalmente secondo post del giorno, per ricordare che, appunto oggi, si celebra la Terza Giornata Mondiale delle Malattie Rare. Le malattie rare, oltre 400 le patologie censite (ma sono verosimilmente alcune migliaia), colpiscono solo in Italia circa 1 milione e mezzo di persone, con un incremento di almeno 20.000 casi all'anno, mentre nel mondo le vittime che si contano sono tra i 6-8 mila, delle quali il 75% sono bambini.

Dietro nomi come fibrosi polmonare idiopatica, linfangioleiomiomatosi, epidermolisi bollosa si nascondono malattie, a volte difficili da diagnosticare e, certamente, di ancor più problematica cura, perché la ricerca in questo campo langue, non tanto per il disimpegno dei medici, quanto per lo scarso interesse delle case farmaceutiche ad investire nella ricerca farmacologica. Per lo più queste patologie non sono riconosciute a livello di esenzione della spesa farmaceutica e restano orfane proprio a causa della loro scarsa incidenza.

Il Parlamento si è impegnato ad approvare entro il 2010 un disegno di legge quadro che potrebbe porre fine alle diagnosi fai da te e peregrinazioni alla ricerca del centro più attrezzato, consentire un accesso più rapido alle terapie e dare incentivi opportuni alla ricerca.

La terza giornata delle malattie rare in Italia è organizzata dalla Federazione Italiana Malattie Rare (Uniamo) e ha ottenuto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e il Patrocinio del Ministero della Solidarietà Sociale e del Ministero della Salute.

Per Approfondire

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Security Essentials 2010 è un pericoloso virus trojan

Augurandovi una buona domenica oggi vi parlo di nuovo di sicurezza informatica, e in particolar modo ancora una volta, del mio antivirus, del quale sono davvero soddisfatto: Microsoft Security Essentials.

Ebbene, dovete sapere che in questo periodo sta girando per la rete la falsa notizia che la Microsoft ha lanciato un aggiornamento del suo nuovissimo antivirus gratuito, chiamato Security Essentials 2010. Se da qualche parte leggete qualcosa di simile, non ci credete, e soprattutto, non installate niente che abbia per nome quel tipo di antivirus. Se lo fate, rimarrete fregati e vi toccherà formattare, in quanto Security Essentials 2010 non è che altro che un trojan, ovvero, un pericolosissimo virus.

Security Essentials 2010 è un software contraffatto che nasconde al suo interno il trojan Win32/Fakeinit. Una volta installato, il virus installerà un componente che in reatà è un falso scanner, e in poco tempo abbasserà le vostre difese di sicurezza, e segnalerà come virus processi e file, da rimuovere, che sono in realtà parti vitali per il vostro computer.

La particolarità di questo trojan Win32/Fakeinit è che cambierà il vostro sfondo del desktop installando un immagine che vi faccio vedere qua sotto:


Quindi state attenti e se volete installare Security Essentials fatelo pure, è ottimo, ma soltanto come vi avevo descritto in un post precedente, ovvero dal sito originale della Microsoft.

Buona Giornata a tutti.

Per Approfondire leggete

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27 febbraio 2010

La scuola per i disabili costa troppo: meglio lasciarli a casa a vegetare

In Italia per i disabili è un emergenza continua, e il futuro che ci aspetta non è per niente roseo. In ambito scolastico la scure dei tagli dell'ultima riforma Gelmini, diventa ogni giorno sempre più tagliente, e porterà, giorno dopo giorno, pesantissime ripercussioni per chi la vita gli ha riservato degli ostacoli sempre più difficili da scavalcare.

L'obiettivo è permettere allo Stato di risparmiare un sacco di soldi, e pazienza se l'educazione dei nostri figli e nipoti, negli anni a venire sarà una chimera per molti di loro, visto che se vorranno studiare si dovranno rivolgere ad istituti sempre più legati a terzi, ma non statali.

Per chi in casa ha un figlio disabile andrà sempre peggio, visto che attualmente la situazione non è per niente positiva, tra strutture inaccessibili e insegnanti di sostegno che pesano troppo per i bilanci della scuola pubblica e privata.

La dimostrazione arriva leggendo questo articolo di ieri pubblicato da Corriere.it.

(immagine www.labilita.org)
DISABILI E SCUOLE PRIVATE: UN RAPPORTO DIFFICILE - «Signora, ma perchè non iscrive suo figlio in una scuola statale? Lì sono organizzati meglio. Noi i ragazzi disabili non li prendiamo, non sapremmo come gestirli, non abbiamo insegnanti di sostegno». Iscrivere un bambino alla scuola paritaria può diventare un percorso a ostacoli per un padre o una madre se quel figlio ha una disabilità. Non bastano le difficoltà quotidiane e il pensiero assillante di quel giorno in cui mamma e papà non ci saranno più. Ci si mettono pure le discriminazioni in ambito scolastico. Eppure la legge sulla parità del 2000 prevede che le scuole che ottengono il sì del ministero debbano accogliere tutti, disabili compresi. Tanto che ogni anno vengono stanziati dei fondi per il sostegno. Il concetto lo ha ribadito anche il tribunale di Roma nel 2002 e nel 2008 il ministro Mariastella Gelmini ha rincarato la dose con un decreto in cui si dice che si ottiene la parità solo se si rispettano le norme di inserimento degli alunni disabili.

OLTRE LA LEGGE IL «FAI DA TE» - Fin qui la legge, ma nella realtà regna il fai-da-te. Una giungla in cui la Dire ha deciso di avventurarsi. Telefono alla mano, abbiamo contattato numerose scuole private paritarie, scoprendo che molte volte il bambino disabile riceve un «no». Ma anche quando scatta il «sì» arrivano i problemi sul sostegno. E su questo punto la confusione è totale. C'è chi dice «noi non ci attiviamo neanche per averlo», scaricando la colpa sul ministero "che non garantisce i rimborsi, che stanzia pochi fondi", chi chiede rette aggiuntive per pagare l'insegnante in più, chi contributi parziali.

IL PROBLEMA DEL SOSTEGNO - Qualche esempio. Chiamiamo un noto istituto privato romano, di quelli che pubblicizzano la loro attività a forza di maxi cartelloni. Ci risponde una cortese segretaria a cui chiediamo di iscrivere alla prima elementare un bimbo affetto dalla sindrome di down. «Non credo ci siano problemi- risponde la donna in un primo momento- chiedo alla direttrice». Poi il verdetto cambia: «Non abbiamo l'insegnante di sostegno in questo momento. Può provare nelle scuole statali dove il sostegno c'è sempre. Le iscrizioni sono ancora aperte». Il no è condito da un «mi dispiace» che si ripete ad ogni diniego, con, appunto, il consiglio di mandarli alla statale, i bambini con disabilità, perchè lì, si sa, sono «più organizzati». Di fatto, uno scarica barile. Che penalizza le scuole pubbliche e, soprattutto, le famiglie, che non hanno liberta' di scelta su dove far studiare i figli.
Cambiamo ciclo scolastico, ci riproviamo con le superiori. Di nuovo scegliamo un istituto paritario romano dei più pubblicizzati. Anche qui scatta il no al ragazzo down: «Non sappiamo come gestirli- risponde un uomo al centralino- non abbiamo l'obbligo di prenderli, non ricadiamo nella legge della scuola pubblica. Non prendiamo ragazzi con disabilità».

«SI CREA UN PROBLEMA» - Il problema è il sostegno? Domandiamo. «No, è che non li prendiamo proprio perchè ci si viene a creare un problema. La cosa migliore, signora, è la statale, che è più organizzata di noi». Ci risiamo. In un istituto cattolico gestito da una grande fondazione (la struttura è a Roma e ha laboratori, centri sportivi, teatro, piscina) si aprono le porte per il nostro bambino che deve andare in prima, ma, ci dicono dalla segreteria, «noi siamo una scuola paritaria e vi dovete prendere l'onere del sostegno. In attesa che il ministero vi riconosca le ore e vi rimborsi, ma chissà quando avverrà». Scoraggiarsi è d'obbligo. In un'altra scuola cattolica blasonata della Capitale ci dicono che «non c'è un sì o un no a priori, certo poi bisogna vedere se si concretizzerà l'iscrizione». Ci lasciano nel dubbio.

RETTA INTEGRATIVA - Istituto di suore a Milano: il sostegno non c'è, il bambino non trova spazio. «Il fatto- ci dicono- è che il ministero paga solo un 'quid'...". Colpa di viale Trastevere, insomma, se un bambino non può scegliere la scuola che vuole. In un istituto di Verona ci dicono che anticipano loro la «retta integrativa per la disabilità». Poi la famiglia chiederà un sostegno alla Regione che andrà girato all'istituto. «E se non ce lo danno?». «Non è mai capitato, ma certo il rimborso si potrebbe fare in molte rate». Si parla, infatti, dello stipendio di un docente per un anno. E anche al Sud la musica non cambia: a Palermo ci invitano a portare il nostro bimbo alla statale, «da insegnante- ci dice una operatrice- le dico che è meglio». (Fonte agenzia Dire)
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26 febbraio 2010

Prescrizione

Oggi post brevissimo... (aggiornato in serata) Vi mostro come l'Ansa ha dato ieri una notizia...



(ANSA) - ROMA, 25 FEB - Il reato di corruzione in atti giudiziari contestato all'avvocato David Mills e'prescritto. Lo hanno deciso le Sezioni Unite della Cassazione. La Cassazione ha poi confermato la condanna dell'avvocato David Mills a risarcire 250 mila euro a Palazzo Chigi per danno di immagine. David Mills era stato condannato nel precedente processo in appello a Milano a 4 anni e sei mesi di reclusione.

Ma cos'è questa prescrizione? Sono ignorante, voglio capire cosa vuol dire questa parola! Vediamo cosa dice il vocabolario!!!

prescrizióne: prescrizióne

s. f.

l'atto del prescrivere e ciò che si prescrive

come termine giuridico: nel diritto penale, rinunzia da parte dello Stato alla potestà di punire, in seguito all'avvenuto decorso di un certo periodo di tempo dalla consumazione di particolari reati; nel diritto civile, perdita di un diritto da parte di chi ne sia titolare, nel caso che questi non lo faccia valere, per sua inerzia, entro un determinato spazio di tempo.

Fonte: sapere.it

Sentite la notizia data dal TG1 di oggi delle 13:30

Il TG1 assolve Mills, da Repubblica Tv



Ma all'estero come hanno commentato questa notizia? Leggete questa piccola rassegna stampa:
Caso Mills, la stampa estera: "Una vittoria per Berlusconi". La notizia della sentenza della Cassazione rimbalza sui quotidiani di tutto il mondo. Il New York Times: "Altrove simili grovigli legali avrebbero posto fine a una carriera politica". Il Times: "Decisione che potrebbe uccidere le accuse contro il premier"

Una sentenza "salomonica" che, tra l'altro, decreta una "vittoria politica" per il premier Silvio Berlusconi. La decisione con cui la Cassazione ieri ha dichiarato prescritto il reato di corruzione in atti giudiziari contestato all'avvocato David Mills rimbalza sulle prime pagine della stampa internazionale. Che, dal New York Times a El Pais, evidenzia gli effetti della sentenza sul processo "gemello" che riprenderà domani a Milano e in cui è imputato il presidente del consiglio.
"La decisione della Suprema corte italiana dà una vittoria al premier", titola il New York Times. Il quotidiano americano considera la sentenza della Cassazione "una vittoria politica" per il Cavaliere e evidenzia come, "mentre altrove simili grovigli legali avrebbero sicuramente posto fine ad una carriera politica", in Italia "Berlusconi è riuscito sempre ad essere un passo avanti ai suoi processi". E - continua il giornale - in molti "concordano con le sue frequenti accuse ai magistrati". Tuttavia - si legge ancora nel Nyt - "mentre gran parte degli italiani crede che il loro sclerotico sistema giudiziario ha urgente bisogno di una riforma, molti altri considerano le proposte di Berlusconi tese più a proteggere se stesso e le sue fortune politiche".
Oltreoceano anche il Wall Street Journal si occupa della vicenda, evidenziando come la sentenza di ieri "getta dei dubbi sulla conclusione del parallelo processo per reato di corruzione che sta affrontando" Berlusconi. E in Gran Bretagna, madrepatria dell'avvocato Mills, anche il Times sottolinea che la decisione di prescrivere il reato "potrebbe uccidere le accuse contro il premier italiano". Che - scrive il quotidiano londinese - "attraverso delle proposte di legge sta cercando di ristabilire la sua immunita' e annullare i processi contro di lui".
"Il caso David Mills rigettato dalla Corte italiana sulla base di un cavillo giuridico", titola il britannico Daily Telegraph che, tra l'altro, evidenzia come lo sviluppo dei due processi "gemelli" giunga "in un momento cruciale per Berlusconi che il prossimo mese affronterà le elezioni regionali viste come indicatori delle fortune del governo". Anche il Financial Times dà spazio alla vicenda, scrivendo che, con la sentenza di ieri, "anche il processo in cui è coinvolto Berlusconi andrà probabilmente in prescrizione". Mentre il progressista The Guardian titola: "Invalidato il verdetto di corruzione per David Mills".
In Spagna, El Pais, evidenzia invece che "la salomonica sentenza" sancisce "una vittoria di Pirro, tanto per l'avvocato inglese quanto per il premier, dato che si considera comprovato che quest'ultimo corruppe Mills". Tuttavia - si legge sul quotidiano - con la sentenza di ieri "Berlusconi eviterà così, come in altre occasioni in passato, di essere condannato grazie alla prescrizione. I suoi governi, fino ad oggi, hanno elaborato un numero totale di 18 leggi per tentare di salvarlo dalle ricorrenti accuse dei giudici".

Io non conto niente ma posso almeno permettermi di dire, pensare e scrivere che qua in Italia c'è qualcosa che non va???

Per Approfondire:
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25 febbraio 2010

Cina o Usa se una cadrà, chi cadrà per primo?

Aggiornamento di venerdì 26 Febbraio 2010 Ore 20:57

E' iniziata la fase che prevede la lotta tra gli Stati: La Grecia contro l'Italia

LONDRA (Reuters) - L'Italia ha fatto più della Grecia per mascherare lo stato delle sue finanze al fine di garantirsi l'ingresso nella zona euro.Lo ha detto il vice primo ministro greco Theodoros Pangalos, aggiungendo inolttre che per la sua storia la Germania non è nella migliore posizione per criticare la Grecia.L'Unione europea ha chiesto alla Grecia di chiarire le indiscrezioni stampa su scambi di derivati con le banche di investimento Usa utilizzati per nascondere le dimensioni del suo debito e del deficit nei confronti delle autorità Ue in vista del suo ingresso nella zona euro."Basta mettere qualche somma di denaro per il prossimo anno ... è quello che tutti hanno fatto e la Grecia lo ha fatto in misura minore dell'Italia, ad esempio", ha Pangalos ha detto in un'intervista con la BBC World Service radio.Pangalos ha inoltre criticato l'atteggiamento della Germania nelle crisi greca, affermando che Atene non ha mai ricevuto risarcimenti legati all'impatto dell'occupazioni nazista durante la Seconda Guerra Mondiale."Hanno portato via l'oro greco che era alla Banca di Grecia, hanno portato via il denaro greco e non l'hanno mai restituito. Questo è un problema che deve essere affrontato in futuro" ha detto l'esponente del governo."Non dico che devono necessariamente restituire i soldi, ma almeno dire 'grazie'" ha proseguito.


Giovedì 25 febbraio 2010

Niente Barriere si è già occupato più volte della crisi che attanaglia il mondo. Una crisi economica voluta e scatenata dalle banche che potrebbe portare nel prossimo futuro al collasso di intere nazioni. L'indebitamento pubblico di molti Stati è in costante aumento e la forte disoccupazione sta incominciando a portare a dei disordini preoccupanti specialmente in Grecia.

Mentre navigavo in internet mi sono imbattuto per caso ad un interessantissimo articolo pubblicato dal Blog Informare per Resistere. Qui si parla di Cina e Stati Uniti. Cosa accadrebbe nel mondo se uno di questi potentissimi stati, fosse stritolato economicamente, portando cosi ad una inaspettata decadenza?


Hu Jintao e Barack Obama (Ansa)
Cina o Usa: Quale delle due sarà l'ultima nazione a rimanere in piedi? - DI RICHARD HEINBERG -

Che scemo. Pensavo che i leader mondiali volessero impedire il collasso delle proprie nazioni. Di sicuro sono intenti a lavorare sodo per evitare il collasso della valuta, il collasso del sistema finanziario, il collasso del sistema alimentare, il collasso sociale, il collasso ambientale e l’insorgenza di una miseria generale e travolgente… Giusto? No. L’evidenza ci suggerisce tutt’altro. Sempre di più, sono costretto a concludere che lo scopo del gioco giocato dai leader del mondo in realtà è non evitare il collasso; ovvero, ritardarlo per un po’, in modo che la propria nazione sia l’ultima ad affondare e la propria parte abbia l’opportunità di depredare le carcasse altrui prima di andare incontro allo stesso destino.
Lo so, suona insopportabilmente cinico. Ed infatti è possibile che questa non sia una descrizione accurata dell’atteggiamento conscio dei leader delle nazioni più piccole. Ma per gli U.S.A. e la Cina – i due Paesi che più probabilmente apriranno strada al resto del mondo – le azioni parlano più forte delle parole. (Avviso per la sanità mentale dei lettori: chi ha scarsa tolleranza alle cattive notizie dovrebbero fermarsi ora; ci sono un sacco di articoli più allegri su internet; potrebbe essere un buon momento per trovarne uno e goderselo.)
Per queste due nazioni, evitare il collasso richiederebbe la risoluzione di una serie di problemi enormi, di cui almeno quattro sono non negoziabili: il cambiamento climatico, il picco dei combustibili fossili (stagnazione e, presto, declino degli approvvigionamenti energetici), l’inerente instabilità di sistemi finanziari basati sulla crescita, e la vulnerabilità dei sistemi alimentari rispetto a fattori quali la scarsità di acqua dolce e l’erosione del suolo (in aggiunta al riscaldamento globale e alla scarsità di combustibile). Se non si riesce a risolvere anche uno solo di questi problemi, il collasso societale sarà inevitabile, di sicuro nel giro di qualche decennio, ma forse anche solo entro pochi anni.
Allora, come vanno le cose per i nostri due concorrenti? Non molto viene detto a proposito del clima, solo vaghe promesse di azioni future. Quindi, è evidente che la strategia in questo campo è ritardare (attenzione, non ritardare gli impatti, ma piuttosto gli sforzi per affrontare il problema).
Allo stesso modo, sono poche le azioni concrete intraprese a riguardo dei sistemi alimentari: l’assunto sembra essere che l’agricoltura industriale convenzionale – responsabile della maggior parte delle enormi e crescenti vulnerabilità del sistema alimentare globale – in qualche modo si accollerà il compito di nutrire da sette a nove miliardi di essere umani. Basta continuare a fare ciò che stiamo già facendo, ma su scala più grande e utilizzando un maggior numero di coltivazioni geneticamente modificate.
Quanto al picco di energia, esso non è riconosciuto ufficialmente, quindi la strategia adottata è la negazione del problema. Vedremo con che risultati.
E che dire del caos finanziario? Per questo aspetto, la situazione diversissima di U.S.A. e Cina giustifica una trattazione più estesa.

La Cina sale al comando!

Gli U.S.A. sono indebitati fino al collo e, per salvare banche “troppo grandi per fallire”, hanno ipotecato il salario delle generazioni future, più o meno fino a quando l’inferno non si sarà congelato. Al contrario, la Cina ha pile e pile di danaro liquido (risultato dei suoi enormi surplus commerciali) e, per evitare che la valuta dei suo principale cliente perdesse valore, si è comprata una bella fetta del debito statunitense. In questo ambito, sembra proprio che una nazione sia sul punto di scemare, mentre l’altra è pronta fare un balzo per raggiungere il primo posto come superpotenza economica mondiale.
Si dà il caso che questo sia un giudizio convenzionale sull’argomento. Non è difficile trovare commentatori che affermino che gli Stati Uniti, per diverse ragioni, sono una potenza del passato. Oltre all’enorme fardello del debito, soffrono di una progressiva riduzione della base manifatturiera, di un notevole disavanzo commerciale, dell’erosione della qualità dell’educazione, e di una politica estera che, mentre serve gli interessi dei produttori di armamenti, mina gli interessi a lungo termine di tutta la nazione. A questo proposito, un sondaggio di opinione condotto da World Public Opinion nel 2006 ha evidenziato che, in quattro importanti nazioni alleate (Egitto, Marocco, Pakistan e Indonesia) che insieme rappresentano un terzo dei musulmani del mondo, la maggior parte della popolazione ritiene che gli U.S.A. siano decisi ad insidiare o distruggere l’Islam. In questi Paesi, la maggioranza degli intervistati appoggia eventuali attacchi a bersagli americani. E si dà il caso che la maggior parte dei futuri approvvigionamenti di petrolio proverrà da nazioni musulmane. Fantastico.
Al contrario, la Cina sta vivendo una primavera anfetaminica. Attualmente è il maggiore produttore di automobili del mondo. E, secondo quanto affermato daStuart Staniford in un recente articolo zeppo di dati, “se continuano i trend attuali, entro un paio d’anni il sistema di autostrade cinesi probabilmente sarà più vasto del sistema di strade interstatali degli Stati Uniti, mentre il numero di automobili in Cina supererà quello degli U.S.A. entro il 2017”. Oggi, nel 2010, la Cina è il maggiore produttore di energia idroelettrica e solare ed entro il 2011 sarà anche il maggiore produttore di energia eolica. L’intelligente rete di investimenti della Cina fa apparire insignificante quella statunitense, con un rapporto di 200 a 1. I Cinesi stanno investendo pesantemente anche nell’energia nucleare. Staniford prosegue scrivendo: “Semplificando moltissimo, è come se gli U.S.A. avessero preso a prestito una montagna di soldi dalla Cina per combattere una guerra il cui scopo era liberare il petrolio iracheno in modo che la Cina potesse diventare la più grande potenza industriale che il mondo abbia mai visto”.
La politica estera della Cina consiste principalmente nel comprarsi gli amici acquistando diritti su petrolio, gas, carbone e altre risorse (in Canada, Australia, Venezuela, Iraq, Kazakistan e nell’Africa intera); gli U.S.A., invece, spendono denaro che non hanno per estirpare furfanti e, nel mentre, si fanno nuovi nemici.
In una conferenza tenuta nell’ottobre 2009, George Soros ha ostentato un candore rincuorante circa la gravità della crisi finanziaria globale in corso: “La differenza [tra la recente crisi economica] e la Grande Depressione è che questa volta al sistema finanziario non è stato permesso di collassare, e lo si è messo in cura intensiva. Infatti [comunque] il problema del credito e dell’indebitamento che abbiamo oggi è di entità persino maggiore che negli anni Trenta”. Soros poi ha proseguito parlando delle rispettive posizioni di U.S.A. e Cina:
“Tutti i Paesi, nel breve termine, hanno subito conseguenze negative, ma, nel lungo termine, ci saranno vincitori e vinti. (…) Per dirla senza mezzi termini, gli U.S.A. soffriranno la perdita maggiore mentre la Cina è sul punto di emergere come il principale vincitore. (…) La Cina è stata la principale beneficiaria della globalizzazione e si è trovata in larga misura isolata rispetto alla crisi finanziaria. Per l’Occidente – e per gli U.S.A. in particolare – la crisi è stata un evento che si è generato all’interno portando al collasso del sistema finanziario. Per la Cina, invece, si è trattato di un urto proveniente dall’esterno, che, pur avendo danneggiato le esportazioni, ha lasciato incolume il sistema finanziario, politico ed economico”.

La Cina incespica!

Ma ricordate: se non si trovano soluzioni al cambiamento climatico, al picco energetico e all’incombente crisi alimentare, vincere la gara finanziaria sarà solo un’effimera consolazione. Prendiamo in considerazione anche solo l’enigma dell’energia: la Cina è in grado di costruire centrali nucleari e generatori eoloelettrici, ma non potrà mantenere a lungo un tasso di crescita annuale dell’8% se l’energia derivante dal carbone rimane invariata o diminuisce. Sommando i progetti di Cina e India, i due Paesi hanno attualmente in programma di costruire ben 800 centrali elettriche a carbone entro il 2020. Ma dove reperiranno il combustibile? La produzione domestica di entrambi i Paesi è già deficitaria e le importazioni sono già cominciate. Ma i Paesi esportatori di carbone non saranno in grado di tenere il passo con la crescente domanda di Cina e India.
Inoltre, esiste una scuola di pensiero secondo cui l’apparentemente irrefrenabile miracolo economico della Cina non è che una bolla che sta per scoppiare. Il mercato dei beni immobili di Beijing è surriscaldato, come quello di Las Vegas attorno al 2006. L’anno scorso, il PIL cinese è cresciuto del 9%… sulla carta. Ma per raggiungere quell’obiettivo, il governo e le banche hanno dovuto concedere prestiti per un importo pari al 30% del PIL (il tasso di crescita nei prestiti è accelerato nell’ultima parte dell’anno; ai tassi registrati alla fine dell’anno, le banche avrebbero dato a prestito una somma pari all’intero PIL nazionale previsto per il 2010). In ogni caso, probabilmente molta parte di tale crescita si è verificata attraverso speculazioni su beni immobili e azioni dubbie.
In generale, la Cina è ad uno stadio di sviluppo economico da selvaggio West: è un’accozzaglia di influenti basi di potere capitalistico locali che non devono rendere conto a nessuno, tutte intente a destreggiarsi per creare e inflazionare patrimoni e credito. Di recente, il governo centrale ha esercitato un certo controllo sulle banche, ma la sua abilità di fermare gli schemi Ponzi a livello locale è ancora limitata.
In gennaio, la commissione regolatoria bancaria cinese ha tentato di mettere un freno ai prestiti per rallentare il rapido incremento di valore dei beni immobili e del mercato delle azioni. (C’è da dire però che nello stesso mese il gabinetto cinese ha deciso di permettere operazioni di margin trading e vendite allo scoperto per lanciare un indice di futures.) Comunque, è significativo che ci siano prove del fatto che i tentativi della banca centrale della Cina volti a deflazionare in modo innocuo le bolle dei mercati immobiliari e della borsa probabilmente non stiano funzionando. Secondo Joe Weisenthal di Business Insider , l’improvvisa sospensione dei prestiti "ha colto di sorpresa gli importatori e molte altre società, e potrebbe causare turbolenze negli ordini di importazione della Cina. Le lettere di credito sono improvvisamente divenute indisponibili nonostante gli accordi pregressi. Crediamo che questo porterà inevitabilmente a ritardi o cancellazioni nelle importazioni della Cina. È probabile che l’impatto maggiore riguarderà gli ordini relativi a beni di consumo e macchinari". Traduzione: il governo si è trovato di fronte ad una scelta: lasciar scoppiare una bolla in rapida crescita, affossando il mercato, oppure deflazionare deliberatamente la bolla, rischiando di affossare l’economia per un’altra strada. La banca centrale ha scelto la seconda opzione ed è possibile che tale azzardato affossamento si stia palesando ora.
Nel frattempo, Google e l’Amministrazione Obama esercitano pressioni esterne sulla Cina al fine di allentarne la censura sulle comunicazioni elettroniche; secondo alcuni, queste mosse sono da interpretare come una riduzione delle opzioni del governo centrale per controllare sia il flusso delle informazioni che l’economia.
In un recente controeditoriale, il rubricista del New York Times Tom Friedman ha ribattuto alle espressioni di preoccupazione circa l’esplosione della bolla cinese con una robusta manifestazione di fiducia nell’irrefrenabile spinta espansionistica di Beijing. Considerando il passato di Friedman (ricordate le sue rubriche nel 2003, in cui celebrava i benefici di cui l’America avrebbe goduto con un’invasione dell’Iraq?), questo è sufficiente a generare dubbi in merito ai tempi più o meno brevi del deragliamento della locomotiva cinese.

Cosa significa "Vincere"?

Nel suo Reinventing Collapse: The Soviet Example and American Prospects (‘La reinvenzione del collasso: l’esempio sovietico e le prospettive americane’), Dmitry Orlov tratta il “gap di collasso” tra Stati Uniti e vecchia Unione Sovietica: questa, egli sostiene, in effetti era molto meglio preparata alla crisi economica e alla caduta del proprio governo centrale; quando gli U.S.A., prima o poi, seguiranno la strada dell’U.R.S.S., il dolore e la sofferenza dei cittadini sarà di gran lunga maggiore. (Qui non posso riassumere in maniera adeguata le prove e i ragionamenti di Orlov, ma sono convincenti; se non avete ancora letto il libro, fatevi un regalo.)
Quindi: qual è l’attuale situazione degli U.S.A. in termini di preparazione al collasso rispetto alla Cina?
Dopo sessant’anni di crescita economica quasi ininterrotta, gli Americani hanno sviluppato aspettative per il futuro che non sono realistiche. Sono consumatori urbanizzati la cui capacità di produzione si è raggrinzita e le cui abilità pratiche di sopravvivenza sono, nella maggior parte dei casi, rudimentali. Al contrario, i Cinesi si affacciano su un baratro molto meno ripido. La maggior parte vive ancora in campagna, e molti di quelli che vivono in città distano una sola generazione dall’agricoltura di sussistenza e sono ancora in grado di affidarsi alle competenze pratiche, proprie o dei propri genitori, acquisite durante decenni di povertà e di immersione in una cultura agricola tradizionale.
Entrambe le nazioni si trovano di fronte a feroci sfide politiche. Negli U.S.A., il governo centrale è ormai quasi completamente paralizzato: è evidentemente incapace di risolvere persino problemi relativamente minori e la fiducia risposta in esso dalla maggioranza dei cittadini è in larga misura evaporata. I leader politici sono riusciti a polarizzare geograficamente la gente con questioni che stimolano l’emotività, poche delle quali hanno a che fare con i fattori che attualmente minano la capacità di sopravvivenza della nazione. Il governo centrale cinese sembra molto più capace di agire in modo deciso e strategico, ma deve affrontare spinose questioni geografiche e storiche: il divario economico e sociale tra le ricche città costiere e l’interno povero e rurale è estremo e crescente; ed esiste uno scisma demografico tra chi ha meno di 40 anni ed elevate aspettative economiche, e le generazioni più anziane cresciute sotto Mao, la cui etica è fondata su collettivismo e abnegazione. I giovani, specialmente, hanno accettato lo scambio tra libertà civili e prosperità economica. Ma questa non sarà data, le prime saranno richieste con forza. Se le aspettative dovessero essere disattese, la profondità di queste divisioni sarebbe sufficiente a lacerare la società, e i leader lo sanno bene.
Quindi, nell’eventualità di un collasso, entrambe le nazioni si troverebbero di fronte alla possibilità di un crollo dei sistemi politici con conseguenti violenze diffuse (rivolte e repressioni).
La Cina continua ad essere in vantaggio in un’area cruciale: il sistema alimentare. Nonostante i recenti trend di rapida urbanizzazione, molti cittadini coltivano ancora il proprio cibo (negli U.S.A., i coltivatori a tempo pieno si aggirano attorno al 2% della popolazione e il coltivatore medio si sta avvicinando all’età pensionabile). Ciò non implica che la Cina sarà capace di dar da mangiare a tutta la sua popolazione; sta già diventando uno dei principali importatori di prodotti alimentari. Nel frattempo, gli U.S.A. sono ancora un importante esportatore di alimenti. La principale differenza sta nella resilienza dei rispettivi sistemi: quello degli U.S.A. è più centralizzato e più dipendente dagli idrocarburi e, quindi, probabilmente più vulnerabile.

La geopolitica del collasso

è facile capire perché la preparazione al collasso è un vantaggio per la cittadinanza: meglio si è preparati e più persone sopravvivranno. Tuttavia, c’è da chiedersi se un tasso più elevato di sopravvivenza, durante e dopo il collasso, si traduca in un vantaggio geopolitico.
Il processo del collasso sarà determinato da molti fattori, alcuni dei quali difficili da prevedere, e quindi è arduo anticipare l’entità o la portata della struttura del potere politico che eventualmente riemergerà nell’uno e nell’altro Paese. È possibile che una o entrambe le nazioni si trasformino in una serie di unità politiche più piccole in conflitto tra loro e incapaci di impegnarsi più di tanto nelle manovre globali per l’approvvigionamento delle risorse. Le nuove unità politiche emergenti all’interno degli attuali territori della Cina e degli U.S.A. sarebbero immediatamente assalite da enormi problemi pratici, tra cui povertà, fame, disastri ambientali e migrazioni di massa.
è presumibile che rimarranno intatti ed utilizzabili dei potenti armamenti dell’era della guerra globale. Quindi, in teoria, è possibile che una di queste entità politiche più piccole possa affermarsi sul palcoscenico mondiale come impero contingente e di breve durata, con una portata geografica limitata. Ma anche in quel caso “vincere” la gara del collasso sarebbe solo una piccola consolazione.
La possibilità di un conflitto armato tra le due potenze prima del collasso non può essere completamente esclusa, ad esempio, se gli sforzi statunitensi di contenere le ambizioni nucleari dell’Iran faranno scattare una mortale reazione a catena di attacchi e contrattacchi, in cui magari sia coinvolto Israele, e che costringeranno le potenze mondiali a scegliere un campo; oppure se gli U.S.A. persisteranno nell’armare Taiwan. Ma né gli U.S.A. né la Cina vogliono un confronto militare diretto, ed entrambe le nazioni sono molto motivate ad evitarlo. Di conseguenza, fortunatamente una guerra nucleare senza esclusione di colpi – che è ancora il peggior scenario immaginabile per l’homo sapiens e il pianeta Terra – sembra improbabile, sebbene sia possibile che, in qualche caso, l’una o l’altra nazione usi queste armi nei prossimi decenni.
Le guerre commerciali sono un’altra questione e, secondo Michael Pettis (Financial Times) , potremmo persino assistere ad una di queste guerre nel corso di quest’anno:
“(…) gli squilibri commerciali sono più necessari che mai a giustificare l’aumento degli investimenti in Paesi con surplus [cioè la Cina], ma la crescente disoccupazione li rende politicamente ed economicamente inaccettabili nei Paesi in deficit [cioè gli U.S.A.]. L’aumento del risparmio negli U.S.A. si scontrerà con il risparmio ostinatamente alto in Cina. A meno che non si elabori immediatamente una soluzione congiunta a lungo termine, il conflitto commerciale peggiorerà e sarà sempre più difficile invertire le politiche offensive. Aspetto ancora più importante, se i Paesi deficitari esigeranno un cambiamento strutturale più veloce di quanto i Paesi in surplus possano gestire, finiremo quasi certamente con un’orrenda controversia commerciale che (…) avvelenerà le relazioni per anni”.
Quanto probabile è la prospettiva che l’ultima nazione in piedi possa – come mi sono espresso nel primo paragrafo – “depredare le carcasse” dei propri concorrenti? Un simile scenario presuppone che tale nazione possa rimanere in piedi per almeno qualche anno dopo la caduta delle altre. Ma forse questo non è possibile. Si ricordino le parole profetiche di Joseph Tainter in The Collapse of Complex Societies (‘Il collasso delle società complesse’, 1988):
"Una nazione oggi non può più collassare in maniera unilaterale perché se un qualsiasi governo nazionale si disintegra, la sua popolazione e il suo territorio sono assorbiti da un'altra nazione [o sono salvati da agenzie internazioni] (…) Questa volta il collasso, se e quando si verificherà di nuovo, sarà globale. Non è più possibile che una qualsiasi nazione singola collassi."
Quando l’U.R.S.S. è crollata, gli U.S.A. e diverse multinazionali hanno potuto fare incursioni e divorare un po’ dei tesori rimasti in giro. Un esempio: da molti anni il combustibile usato dalle centrali nucleari statunitensi è uranio cannibalizzato dalle vecchie testate missilistiche sovietiche. Subito dopo, alcuni istituzioni internazionali come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale contribuirono presto ad organizzare nuove strutture finanziarie in Russia, Ucraina, Bielorussia, Lituania, Estonia e negli altri Paesi sorti dalla disintegrazione politica ed economica sovietica, così da limitare e invertire il processo di disintegrazione sociale che era già cominciato.
Ma ora il gioco è cambiato. Un collasso degli U.S.A. devasterebbe la Cina. Beijing perderebbe il suo cliente principale. Non solo. I buoni del tesoro accumulati per centinaia di miliardi di dollari diverrebbero privi di valore. Se la Cina fosse stabile internamente, sarebbe possibile assorbire un tale urto, seppure con qualche difficoltà. Ma alla luce dei problemi sociali e finanziari che ribollono in Cina, un collasso degli U.S.A. sarebbe quasi certamente sufficiente a gettare l’economia di Beijing in un vortice che originerebbe crisi sia sociali sia politiche.
Un collasso della Cina devasterebbe gli U.S.A. in modo simile. Ovviamente, la perdita di una fonte di prodotti di consumo a basso prezzo sconcerterebbe i clienti di WalMart, ma lo shock andrebbe molto più a fondo. Il Tesoro perderebbe il principale acquirente straniero del debito governativo, per cui la FED sarebbe costretta ad intervenire monetizzando il debito (in parole povere, dovrebbe “accendere le stampatrici della zecca”), compromettendo quindi il valore del dollaro. Il risultato: un crollo economico iperinflazionario. Un tale crollo, comunque, è probabilmente inevitabile a un certo punto, ma sarebbe velocizzato e aggravato da un eventuale collasso del sistema cinese.
In ogni caso, le istituzioni internazionali mondiali non sarebbero capaci di prevenire le sostanziali ricadute sociali e politiche. E l’ultima nazione a restare in piedi non resterebbe in piedi a lungo. Abbiamo raggiunto la fase in cui, come afferma Tainter, “la civiltà mondiale si disintegrerà nella sua totalità".

La maratona della transizione

Ok. I leader statunitensi e cinesi non stanno facendo nessun serio sforzo per evitare il collasso nel lungo termine (vale a dire, nei prossimi 10-20 anni). Forse la ragione è che sono giunti alla conclusione che sia un’impresa impossibile; troppi trend portano nella stessa direzione, e in effetti gestirne di petto uno qualsiasi comporterebbe enormi rischi politici nell’immediato. In realtà, comunque, è molto più probabile che i leader stiano semplicemente rifiutando l’idea di riflettere seriamente su questi trend e sulle loro implicazioni, perché dispongono di un’alternativa: posporre il collasso mediante spesa in disavanzo, salvataggi, e ulteriori bolle finanziarie, mentre recitano la propria parte nel teatrino kabuki delle politiche sul clima e si dedicano alla geopolitica delle risorse. In questo modo, almeno, il biasimo cadrà sulla prossima generazione di leader. Posticipare il collasso è di per sé un grosso lavoro, sufficiente a far sì che tutta l’attenzione sia dirottata altrove rispetto alla contemplazione della natura terribile e inevitabile di ciò che si sta posticipando.
Ma il rischio di dissoluzione è in qualche modo ridotto da questi sforzi a breve termine? Mhm, difficile che sia così. Infatti, più si ritarda la resa dei conti, e peggiore sarà.
Piuttosto che tentare di ritardare l’inevitabile, avrebbe più senso, semplicemente, costruire resilienza in tutta la società e rilocalizzare i sistemi sociali essenziali concernenti il cibo, la produzione e la finanza. Non c’è bisogno di ripetere il discorso corrente su questa strategia: i lettori che non lo conoscono possono trovare consigli in abbondanza suwww.transitiontowns.org , o nei libri e negli articoli di autori quali Rob Hopkins, Albert Bates, David Holmgren, Pat Murphy, e Sharon Astyk (e anche in qualche mio scritto, ad esempioMuseletter #192 ).
Comprensibilmente, per i politici nazionali è difficile pensare lungo queste linee. Costruire la resilienza societale significa trascurare i dettami dell’efficienza economica; significa ridurre sistematicamente il governo centrale e le istituzioni commerciali nazionali/globali (banche e corporation). Significa anche mettere in discussione il dogma centrale del nostro mondo moderno: l’efficacia e possibilità di una crescita economica senza fine.
Quindi, l’esito migliore risiede in una strategia di resilienza e rilocalizzazione, ma i nostri leader nazionali non possono neppure contemplare una tale strategia, il che significa che quei leader sono, almeno in un certo senso, irrilevanti per il nostro futuro.
Alcuni lettori sono così in sintonia con questa linea di pensiero da ritenere che non abbia più senso prestare attenzione alla scena globale. È persino possibile che ritengano che questo articolo sia una perdita di tempo (mi aspetto di ricevere un paio di e-mail in tal senso). Ma seguire gli eventi mondiali è più che una questione di informazione-intrattenimento: quando e come la Cina e gli U.S.A. si sfasceranno è un problema con conseguenze molto maggiori che se il Superbowl sarà vinto dai Saints di New Orleans o dai Colts di Indianapolis. La realtà è che nessuna nazione, nessuna comunità, sarà in grado di proteggere se stessa dai venti improvvisi e violenti che riempiranno rapidamente il vuoto lasciato dall’implosione dell’una o dell’altra superpotenza.
A proposito, mi scuso con le altre 190 nazioni circa del mondo, grandi e piccole: il fatto che in questa discussione mi concentri su U.S.A. e Cina non significa che gli altri Paesi siano privi di importanza, o che i loro destini non saranno unici quanto le loro culture e le loro geografie; è solo che, probabilmente, i loro destini si dispiegheranno nel contesto del collasso globale che si diffonderà dalle due nazioni di cui stiamo parlando. Per qualsiasi nazione – l’India, la Bolivia, la Russia, il Brasile, il Sudafrica – e per qualsiasi comunità o famiglia, la sopravvivenza richiederà un certo grado di comprensione della direzione presa dai grandi eventi, per riuscire a togliersi di mezzo quando voleranno i detriti e saper individuare in anticipo le opportunità per riorganizzarsi.
Quindi, prestate attenzione ai bollettini meteorologici da Washington e Beijing e nel frattempo costruite la resilienza locale ovunque vi troviate. Se il tetto ha bisogno di essere riparato, non cincischiate.
Nel frattempo, dopo una lunga giornata trascorsa ad organizzare gli orti collettivi della Transizione, potreste voler pregustare l’America del post-collasso leggendo A World Made by Hand (‘Un mondo fatto a mano’) di James Howard Kunstler; o assaporare trattazioni piacevolmente erudite del collasso visto come un processo esteso (come probabilmente sarà) o come evento improvviso ed estremo, leggendo i libri di John Michael Greer The Long Descent (‘La lunga discesa’) e The Ecotechnic Future (‘Il futuro ecotecnico’).
Anche se il cielo sta per caderci sulla testa, non vuol dire che sia ora di smettere di pensare.
Personalmente penso che tra le due quella che corre seri rischi di fare una brutta fine siano gli Stati Uniti, in quanto, già oltre la metà del loro debito pubblico è stato acquistato dai cinesi... La Cina è composta da un miliardo e mezzo di persone, contro 300 milioni degli americani, e sono loro gli imprenditori globali attuali. Inoltre c'è da dire che il Governo Cinese ha anche acquistato, grazie ai nostri politici (da sinistra a destra), una parte rilevante del nostro debito pubblico .... aiuto... incominciamoci ad abituarci alle parate......!!!

Per approfondire leggi anche:
Crisi economica, l'Italia ad un passo dal baratro?
Banche e pecore da scannare

24 febbraio 2010

Sandro Pertini vent'anni dopo

Oggi Niente Barriere vuole ricordare i 20 anni dalla scomparsa di Sandro Pertini. Pertini (25 Settembre 1896 - 24 febbraio 1990) è stato il Settimo Presidente della Repubblica Italiana, ed era un uomo amato e rispettato da tutti. Un Capo dello Stato unico.



"Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. Ecco l'appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vuole due qualità a mio avviso cari amici: l'onestà e il coraggio. L'onestà... l'onestà... l'onestà. [...] E quindi l'appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto: la politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo. Se c'è qualcuno che da' scandalo; se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato!"

"Mussolini si comportò come un vigliacco, senza un gesto, senza una parola di fierezza. Presentendo l'insurrezione si era rivolto al cardinale arcivescovo di Milano chiedendo di potersi ritirare in Valtellina con tremila dei suoi. Ai partigiani che lo arrestarono offrì un impero, che non aveva. Ancora all'ultimo momento piativa di aver salva la vita per parlare alla radio e denunciare Hitler che, a suo parere, lo aveva tradito nove volte." (da A Milano e a Torino nella fiammata insurrezionale, in Avanti!, 6 maggio 1945).

"Il fascismo per me non può essere considerato una fede politica... il fascismo è l'antitesi di tutte le fedi politiche [...], perché opprime le fedi altrui."

"Sono al fianco di chi soffre umiliazioni e oppressioni per il colore della sua pelle. Hitler e Mussolini avevano la pelle bianchissima, ma la coscienza nera. Martin Luther King aveva la pelle color dell'ebano, ma il suo animo brillava della limpida luce, come i diamanti che negri oppressi estraggono dalle miniere del Sudafrica, per la vanità e la ricchezza di una minoranza dalla pelle bianca."

da un discorso del 1982, citato in michelangelo Jacobucci, Pertini uomo di pace, Rizzoli, 1985

Oggi più che mai l'autorevolezza di un personaggio come Pertini manca proprio a questa Italia, sull'orlo del baratro e spolpata dalla corruzione.

La grande Storia - Sandro Pertini
(fonte francescanasona)


17 febbraio 2010

Con o senza contrassegno, sono sempre i Disabili a pagare

Molto spesso l'Italia viene definita, a ragione, come "il paese delle banane". Termine azzeccatissimo non solo per l'enorme tasso di corruzione presente nel nostro paese, ma anche per la mancanze di leggi, strutture e quanto altro che interessano il mondo dei disabili. Cose sacrosante come l'assistenza, il lavoro e l'accessibilità a tutte le strutture (pubbliche e private), in tanti posti del mondo sono roba vecchia, in quanto essi si sono attrezzati da almeno 30 anni. Da noi no.

Certo esistono delle realtà virtuose e parzialmente felici anche da noi, specie al centro-nord, ma possono essere definite delle piccole isole felici. In Italia fa certamente più notizia un cieco che guida la macchina che la notizia, a mio parere gravissima, di tanti bambini disabili, da quest'anno, non avranno più un assistenza per frequentare come tutti gli altri bambini, come da loro diritto la scuola pubblica. E cosi via ... una lunga serie di notizie a raffica, che sono una pugnalata all'anima ... Se poi consideriamo il mal costume che spesso attanaglia la maggior parte degli italiani, troppo spesso indifferenti e complici di situazioni a dir poco incredibili, beh nasce in tanti di noi la voglia di andarsene via da questo paese.

Lo Stato non solo è sordo e cieco (lui si!!!) alle nostre richieste, ma troppo spesso le nostre istituzioni lucrano sulla nostro stato di salute. L'esempio me lo da l'ultimo post del Blog Informare è un Dovere di Andrea De Luca, che ringrazio per la sensibilità nel pubblicare tematiche che interessano anche a noi disabili.

Da "Informare è un dovere" di Andrea De Luca
Niente Sconti, Siete Disabili

A Napoli hanno deciso di applicare una sentenza della Corte di Cassazione secondo la quale le automobili che trasportano i disabili, ancorché provviste di regolare contrassegno, non possono più posteggiare gratuitamente negli spazi contrassegnati con la striscia blu (per intenderci, quelli che normalmente sono a pagamento), a meno che non dimostrino che i parcheggi riservati ai portatori di handicap (sempre per capirci, quelli con il cartello e la striscia gialla) erano tutti occupati.

Il che equivale a dire, se non ho capito male, che se tizio deve accompagnare suo fratello disabile dal logopedista, e una volta giunto a destinazione trova tutti i parcheggi con la striscia gialla occupati (magari da chi non ne avrebbe neppure diritto), si deve rassegnare a pagare la tariffa oraria come tutti gli altri, a meno che non si prenda la briga di:

- munirsi di macchina fotografica;
- fotografare tutti i parcheggi per disabili della zona, avendo cura di non trascurarne neppure uno, e facendo in modo che sulle foto risulti l'orario in cui sono state scattate;
- conservare i file fino al momento in cui gli arriverà a casa il verbale dei vigili urbani;
- fare ricorso allegando le fotografie e sperare che il giudice di pace annulli la multa.

Insomma, se uno ha un parente disabile e intende esercitare quel minimo di diritti che gli spettano, si deve trasformare in una specie di reporter e tenere un archivio fotografico accuratamente organizzato in ordine cronologico da esibire nelle sedi opportune. Oppure si attacca.

Davvero un bel modo di aiutare quelli che sono in difficoltà, eh?
Mi viene da esclamare ..cornuti e maziati ... in Italia se sei disabile e se hai una macchina, è molto complicato trovare un parcheggio. Questo perché chiunque parcheggia ..dove trova posto!!! ...e non bada minimamente se quel parcheggio è riservato solamente ai disabili. Addirittura in molte città italiane c'è un giro illegale di tesserini falsi, che porta nelle tasche di questi criminali tanti soldi. Non solo, capita spesso in alcune città che i disabili automuniti, trovino la propria macchina svaligiata, solo perché si è lasciato ingenuamente affisso sul vetro, il contrassegno.

Infine un ultima piccola riflessione ...tratta nientepopodimeno che ...al dopo Spedizione dei Mille: "Fatta l'Italia, bisogna fare gli Italiani". ...ancora...e con tanta amarezza ...


Per Approfondire
guarda il video La Scuola Fallita di Riccardo Jacona (fonte Rai.tv)

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15 febbraio 2010

Giochi Olimpici e Paraolimpici Invernali Vancouver 2010

Dal 12 Febbraio, fino al 28 Febbraio, si stanno svolgendo a Vancouver (Canada) i XXI Giochi Olimpici Invernali. Nella stessa località si svolgeranno dal 12 al 21 Marzo i X Giochi Paraolimpici invernali. Per il Canada è la terza volta che organizza una manifestazione cosi importante come le Olimpiadi (Montreal 1976 e Calgary 1988).

Logo Giochi Olimpici Invernali Vancouver 2010 (fonte Canada.Blogosfere.it)

Gli slogan di questi Giochi invernali sono "With Glowing Hearts", che tradotto significa "con i cuori ardenti", e "Des Plus Brillants Exploits" ovvero "delle gesta più brillanti". In entrambi i casi si tratta di citazioni delle due versione dell'inno nazionale canadese. Ricordo per chi non lo sapesse che l'inglese e il francese sono le due lingue ufficiali della nazione nord americana.

mascotte ufficiali di Vancouver 2010

Per chi volesse seguire via internet, in streaming e in diretta, le Olimpiadi di Vancouver, lo può fare cliccando i seguenti link:


Ricordo inoltre che quest'anno le Paraolimpiadi saranno trasmesse in Italia da Sky, grazie ad un canale creato appositamente per l'evento, con ben 6 ore di diretta al giorno. La copertura totale dell'evento sarà, tra dirette e approfondimenti di oltre 100 ore. Sicuramente per tutti i disabili italiani un'ottima notizia.

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13 febbraio 2010

Come fare in casa il detersivo per i piatti e la lavastoviglie

Nell'augurarvi un buon fine settimana vi mostro un modo molto semplice per risparmiare qualche euro. Ecco infatti come si può fare in casa il detersivo per i piatti; ovviamente può essere usato anche per la vostra lavastoviglie. Funziona per davvero, e farete non solo felice il vostro portafoglio, ma anche l'ambiente.




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12 febbraio 2010

12 Febbraio 2010, dalle 17 la sesta edizione della campagna "M'illumino di meno"

Si celebra oggi la sesta edizione della campagna di "M'illumino di meno", la giornata del Risparmio Energetico, lanciata dalla seguitissima trasmissione radiofonica Caterpillar in onda su RAI Radio 2. Il programma andrà in onda oggi dai Mercati Traianei di Roma, coinvolgendo cittadini, scuole, istituzioni e associazioni in una rassegna di luci belle, creative e pulite, escogitate ad hoc, con un concerto finale rigorosamente a impatto zero.



Dopo il successo delle precedenti cinque edizioni che ha visto l'adesione di migliaia di ascoltatori e di intere città, sia Italiane che Estere, quest'anno l'invito a rispettare un simbolico "silenzio energetico", si trasforma in un invito a partecipare a una festa dell'energia pulita. L'edizione 2010 di "M'illumino di meno" quest'anno è patrocinata dal Parlamento Europeo e ha visto per la prima volta entrare in scena "La Fiaccola Fotovoltaica", che l'inviata della trasmissione Marina Senesi, sta portando in giro per l'Italia (dal 4 gennaio al 12 febbraio) sul modello della fiaccola olimpica.


Massimo Cirri e Filippo Solibello, i due conduttori della trasmissione, sottolineano il grande successo di questa iniziativa e vogliono sottolineare : "La risposta ai nostri appelli è stata incredibile in questi anni. Terna, il gestore della rete elettrica italiana ha misurato l'anno scorso l'entità degli spegnimenti, che è stata pari a 7 milioni di lampadine. Quando abbiamo iniziato aveva senso dal punto di vista comunicativo dire alle persone di fare attenzione ai consumi. Lo hanno fatto in tanti e nel frattempo è cresciuto il mondo delle altre energie, dal fotovoltaico all'eolico, ma quest'anno vogliamo anche raccontare le storie di chi produce energia rinnovabile per conto proprio".


La fiaccola fotovoltaica giungerà nella Capitale intorno alle ore 17:00. Infine l'intera trasmissione si potrà seguire naturalmente in diretta per radio oppure collegandosi al sito internet della trasmissione http://caterpillar.blog.rai.it/ o sul sito di RAI Radio 2.

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A Seneghe ritorna la neve

Era oltre vent'anni che non si registravano in Sardegna delle precipitazioni nevose come quelle che si sono registrate oggi nell'Isola. (vedi articolo dell'Unione Sarda)

Anche Seneghe, la località dove abito, paesino situato a 305 metri su livello del mare, è stato raggiunto da precipazioni nevose già nel tardo pomeriggio di ieri (comunque di breve durata). Stanotte, anche grazie all'ulteriore calo della temperatura, la neve è scesa copiosamente, raggiungendo i 10 cm circa, imbiancando i tetti, le strade e le campagne circostanti.

Il risultato? Beh lascio giudicare a voi ...


Foto di Gian Carlo Mirto


Foto scattata da me dal mio terrazzo

Neve a Seneghe
Dal mio canale di YouTube



video di 75Gianca di YouTube


La neve è scesa copiosa fino a mezzogiorno circa poi, complice uno splendido sole, è incominciata a sciogliersi. Ora mentre sto scrivendo (sono le 15:20), sta tornando debolmente a nevicare. Sono infatti previste altre precipitazioni nevose in serata.

11 febbraio 2010

Aaron Fotheringham un skateboarder "molto speciale" che fa delle incredibili evoluzioni con la sedia a rotelle!!

Aaron Fotheringham, è malato di spina bifida (come me), ed è un atleta di un piccolo, ma crescente, gruppo di atleti d'elite della sedia a rotelle. Aaron è uno skateborder della sedia a rotelle, o come preferisce chiamarsi "un Hardcore Sitter".

Gli skateboardes della sedia a rotelle fanno con le loro sedie a rotelle, quello che altri atleti fanno con i loro skateboards: volteggi e salti spettacolari da altezze incredibili, cercando naturalmente di non farsi male. Aaron ha compiuto con la sua sedia a rotelle, quello che nessuno ha mai fatto prima. Nel 2006 ha stupito tutti facendo con una girata di mid-air a 180 gradi. All'età di 15 anni, Aaron è stata la prima persona della storia a fare un somersault posteriore di vibrazione in una sedia a rotelle.

Aaron ha spiegato che ha fatto 50/60 salti negli ammortizzatori, prima di tentare un salto sulla rampa. Dopo 15 ulteriori tentativi, è riuscito a fare un atterraggio perfetto. Da allora ha compiuto circa 20-25 backflips riusciti (la fonte è del 2007, dunque ora saranno molti di più).

Ma i salti di Aaron sono stati costosi. Si è rotto un gomito e ha riportato numerose contusioni. Quando è stato chiesto ad Aaron quante ore di pratica facesse ha risposto: "Non la considero pratica, ma un modo divertente di vivere la vita".

VOGLIO ANCH'IO UNA RAMPA!!

10 febbraio 2010

Con FreewareUpdater oltre 200 software gratis

Se siete alla ricerca di un software gratuito che possa aiutarvi a scovare i migliori programmi free presenti in Rete, non potrete che scaricare FreewareUpdater.

FreewareUpdater è un piccolissimo programma free, quindi open source, compatibile con Windows e che pesa appena 3 mega, che permette di trovare, e quindi scaricare, grazie ai collegamenti presenti nel sito freewareupdater.com, una lista enorme di programmi gratuiti, tra i più utilizzati da tutti gli utenti del mondo. Con FreewareUpdater è possibile sapere quando un link del download non funziona, o se il link del programma in questione è di una versione non aggiornata.


Al momento sono presenti nel database di FreewareUpdater oltre 200 programmi (io ne ho contati per la precisione 203) divisi ogniuno nella sua categoria (es. web design, notes utilities, Office Productvity, CD/DVD rip, utility di sistema, screen capture, Antivirus etc etc.).

Per installare un software vi basterà fare doppio clic sul programma presente nella lista che avete scelto. FreewareUpdater scaricherà e installerà automaticamente il tutto. Unica pecca che ho trovato è la descrizione dei programmi freeware ...che purtroppo è sempre in inglese.

Clicca qua per scaricare FreewareUpdater

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Rockpoeta On The Road Acqua fresca

Oggi torno a parlarvi di Acqua, proponendovi il video che gentilmente Daniele Verzetti Rockpoeta del Blog L'Agorà ha messo a disposizione anche per Niente Barriere. Abbiamo forti segnali che le prossime Elezioni Regionali avranno l'acqua come tema principale soprattutto in Puglia e in Campania. Per favore votare soltanto persone che non vogliono la privatizzazione dell'acqua.






Per Approfondire Clicca e Leggi Anche:
da Niente Barriere: L'acqua è un bene comune

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09 febbraio 2010

Se su internet tutti dicessero la verità

Cosa accadrebbe se su internet un filtro magico costringesse chiunque a dire la verità, come nel film The Invenction of Lying di Ricky Gervais? Se lo chiede College of Humour, visitatissimo sito americano di satira, il quale prova ad immaginare gli effetti di questa situazione.

Pensate ad esempio Facebook: niente più ragazze carine e sexy che ti chiedono l'amicizia solo per riempirti poi di spam.


Anche Twitter, probabilmente, diventerebbe molto meno visitato.



Per non parlare delle copertine di Maxim.



E in Politica poi non sarebbe fantastico?


07 febbraio 2010

Crisi Economica, l'Italia ad un passo dal baratro?

Nel post di lunedì 13 ottobre 2008 di Niente Barriere intitolato "banche e pecore da scannare", avevo cercato di fare il punto sulla crisi economica, che già allora attanagliava drammaticamente il mondo, e ancora oggi, con l'aggravarsi della situazione in Spagna e Grecia (nazioni che hanno uno spaventoso debito pubblico) non solo non si riesce a vedere una fine a tutto questo, ma ci sono forti timori che la situazione italiana possa precipitare da un momento all'altro (ricordiamo che abbiamo il terzo debito pubblico del mondo), ricordando il crack argentino di 10 anni fà.

Tutti gli Stati in questo periodo hanno cercato di arginare la crisi prendendo una serie di iniziative che hanno portato un aumento della spesa pubblica. Anche in Italia è stato cosi, ed avendo il terzo debito pubblico del mondo, questo potrebbe portarci in tempi brevi allo stato di default, che ci porterebbe nel caos.

Tutto questo, naturalmente, viene smentito dagli economisti ufficiali. Altri, specie quelli indipendenti non sono d'accordo. Tra questi c'è un personaggio che gli utenti di Niente Barriere conosco bene: sto parlando di Eugenio Benatazzo.

Vi mostro un video dove Eugenio fa il punto della situazione italiana, guardatelo è molto interessante.

Che ne pensate?





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05 febbraio 2010

Antivirus gratuiti o Antivirus a pagamento


Visto il buon numero di accessi al post dedicato al mio antivirus, oggi torno a parlare di sicurezza dei vostri computer, e lo faccio con un post che, spero, possa schiarirvi ulteriormente le idee su quale antivirus installare nel vostro computer.

Iniziamo nel dire che, secondo il report di Panda Securety, solo nell'ultimo anno, sono stati creati ben 25 milioni di malware, che sono dei codici maligni che servono per danneggiare il computer. Anche per questo motivo la concorrenza tra le varie marche, è notevole. Sul mercato esistono due tipi di antivirus: quello gratuito e quello a pagamento (principalmente si ha un abbonamento annuale). Vi ricordo che, a prescindere dall'antivirus che si usi, nessun sarà in grado di proteggerci al 100%. Il primo antivirus del computer dobbiamo essere noi stessi, evitando di navigare in siti poco sicuri o, peggio ancora, scaricare contenuti non verificati che possono risultare potenzialmente pericolosi.


Avira, Avast, Avg e l'ultimo nato Microsoft Utility Essentials (di cui ho precedentemente parlato su Niente Barriere) permettono di scaricare una versione completamente gratuita, e offrono un buon controllo dei nostri computer, sempre seguendo la linea che ho precedentemente spiegato.

BitDefender, Kaspersky, NortonSymantec, McAfee, F-Secure e Eset Nod32 offrono invece i propri sistemi di protezione a pagamento, e il loro abbonamento, ha valenza di un anno. Infine trovo interessante la proposta di antivirus come BitDefender, NortonSymantec e F-Secure che permettono di scaricare con regolare licenza il proprio prodotto su ben 3 computer diversi.

Per Approfondire leggete anche:

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