28 ottobre 2008

La Guerra dei Social Network, l'Italia sta cambiando

AGGIORNAMENTO 28 MAGGIO 2010


In questo post era presente un videopost
che è stato successivamente cancellato
da Niente Barriere





Prima di tutto vi invito a visualizzare il bellissimo video cartone in alto.


Spesso in questo blog ho sottolineato l'importanza sociale che sta avendo l'uso di internet in Italia. Un fenomeno in forte espansione che al momento vede nel 2008, grazie ad una ricerca fatta da laFeltrinelli.it, ben 24,3 milioni di navigatori (41% della popolazione), un po pochini per la verità.
Di questi, 3,4 milioni possiede un blog come Splinder o Blogger, mentre gli iscritti ai "Social Network" sarebbero 4,7 milioni.
Un terzo delle persone che si connette a internet, utilizza i Social Network. Personalmente non conosco bene il fenomeno, ogni tanto mi capita di entrare in qualche sito MySpace, solo da qualche giorno ho un account Facebook e ogni tanto ora gli dò un'occhiata (clicca qua per visualizzare il mio profilo), e malgrado in alcuni di essi trovo del materiale interessante, devo dire che preferisco in assoluto il mondo dei Blogger.

Ma torniamo ai Social Network: quest'anno c'è stato il sorpasso mondiale di Facebook su MySpace con 132 milioni di visite uniche contro 117 (dato giugno 2008). L'insieme di applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione tra sito e utente (in gergo web 2.0.), è un fenomeno che in Italia interessa maggiormente la fascia di età compresa tra i 18 e i 44 anni, gli uomini rappresentano il 59% mentre le donne il 41%.

La classifica dei primi 5 social network in Italia
  • MySpace in cima alle preferenze con il 59,5% degli iscritti (2,7 milioni di utenti),
  • Facebook segue invece al 19,5 (900 mila utenti),
  • LinkedIn, al 7,7 (300 mila)
  • come Flickr, Anobii e Badoo, che insieme totalizzano il 13,3 (625 mila persone).
E voi conoscete il mondo dei Social Network? Cosa ne pensate? Avete un account su uno di essi?

27 ottobre 2008

La prossima mossa di Berlusconi, affossare la Rai

http://www.oltrelacoltre.com/public/uploads/2008/10/mitrasilvio.jpg


Giuseppe Giulietti, noto giornalista e ora Parlamentare dell'Italia dei Valori, in un articolo pubblicato ieri sul sito Articolo 21, ha visto giusto, un pezzo di vero giornalismo, cosa rara visti i tempi attuali.
Quello che scoprirete è molto grave, gravissimo, ed è passato quasi del tutto inosservato, dal mondo dei giornalisti italiani, i quali starnazzano servilmente ad ogni ora con articoli, servizi e quant'altro, stando attenti a non occuparsi seriamente della realtà, per non dispiacere i propri padroni.

Sabato mattina, sulla prima pagina del Corriere della Sera, a firma di Francesco Verderami, esce un articolo che racconta di un incontro tra Berlusconi e alcuni imprenditori italiani. Nel corso della riunione il giornalista scrive che Silvio Berlusconi avrebbe invitato gli imprenditori di smetterla di spendere soldi per acquistare gli spot televisivi sulla Rai.
Sarebbe questa la punizione creativa del Cavaliere verso la Rai, il traguardo e l'obiettivo è chiaro: mandare in crisi economica la Rai per poter intervenire con le forbici, e tagliare cosi, in modo indolore tutte quelle trasmissioni che, secondo il Premier, danno l’ansia a tutta l'Italia.


Ma io mi domando: La politica a quei livelli, e molti mi daranno ragione, è molto attenta a controllare tutto, specialmente cosa combina il proprio avversario.
Il giorno che è uscito questo articolo era il giorno della manifestazione del Partito Democratico. Quale arma migliore, se non questa, per dare vigore e consolidare quella manifestazione, con quanto riportato nel quotidiano più influente d'Italia, per giunta in prima pagina?
Questo dimostra ulteriormente, avremo prove a bizzeffe da qui in avanti, la deriva in cui siamo.

Infine Berlusconi vuole affossare economicamente la Rai?

Io propongo di contraccambiare, per par condicio, con Mediaset....


Per approfondire leggi anche:

http://nonleggerlo.blogspot.com/2008/10/kill-rai.html
http://www.articolo21.info/7561/notizia/sta-preparando-lassalto-finale.html

Sempre da Articolo 21 leggi anche:
Berlusconi e la pubblicità: pubblicità che va, pubblicità che viene. E l'Autorità se ne occupa?
Perché la Rai non si difende?
Nel sito di Annozero si può leggere, tra le tante cose:

Diversi politici oggi hanno fatto dichiarazioni su Annozero. Alcune parlavano di Annozero come di una trasmissione pagata dai contribuenti. Con il massimo rispetto che si deve ai rappresentanti del popolo eletti in Parlamento, ricordiamo quanto detto dalla Rai davanti alle Commissioni della Camera. E cioè che il costo di Annozero è interamente coperto dalla pubblicità mandata in onda durante il programma, e che in ogni puntata Annozero porta all’azienda tra gli 80 e i 100 mila euro di utili di raccolta pubblicitaria. I soldi dei contribuenti, quindi, vengono utilizzati per realizzare altri programmi Rai, non Annozero.

25 ottobre 2008

Niente Barriere per il Correggio

Spesso a noi disabili non è permesso andare a visitare determinate mostre, o accedere in generale a dei musei, per la presenza delle barriere architettoniche.
Ebbene da Parma giunge la notizia di un'iniziativa bella, che non mancherà di avere un gran successo anche tra le persone disabili.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/fc/Antonio_Allegri_da_Correggio.jpg

La mostra dedicata ad Antonio Allegri, detto il Correggio, allestita a Parma sino al 25 gennaio prossimo, è totalmente accessibile anche per le persone con disabilità grazie ad alcune innovative azioni messe in campo dal “Comitato Correggio” e dall’Agenzia comunale per le politiche a favore dei disabili.
Oltre alle strutture per i disabili poste in permanenza nella Galleria Nazionale, infatti, il “Comitato Correggio” ha provveduto a dotare le impalcature della Cattedrale e di San Giovanni di speciali ascensori che offrono alle persone con disabilità la possibilità di salire i 25 metri che separano i pavimenti delle due chiese dalle cupole.
Inoltre, l’Agenzia comunale per le politiche a favore dei disabili ha garantito gli interventi necessari per consentire di superare agevolmente le barriere architettoniche presenti all’interno del Duomo, attraverso un elevatore utile a superare la scalinata che porta verso l’altare maggiore. Gli interventi svolti garantiscono una piena sicurezza per gli utenti; è inoltre garantita una funzionalità efficace anche nei momenti di maggiore afflusso di pubblico.

In questo modo i promotori degli interventi intendono offrire davvero a tutti la possibilità di vivere fino in fondo le emozioni di questo storico appuntamento con uno dei più grandi artisti
del Rinascimento. «Abbiamo voluto rendere la mostra accessibile non solamente nelle strutture - sottolinea l’assessore Giovanni Paolo Bernini - ma anche creare quell’accessibilità culturale che ci sta molto a cuore, permettendo così di poter essere affascinati ed emozionarsi davanti a capolavori inestimabili come questi».

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b9/Correggio_009.jpg
Particolare della decorazione della Camera della Badessa (Parma)

fonte: Web Magazine n.62

24 ottobre 2008

Il Linux Day 2008 la Festa dell'Open Source

http://www.redturtle.net/news-www/montecitorio-hi-tech-arriva-il-pinguino-linux-al-posto-di-windows-e-rete-wi-fi/image_mini

E' arrivato a mettere le 7 candeline, siamo alla settima edizione, la Festa del Software Libero detta anche Open Source.
Sto parlando del Linux Day 2008 che domani andrà di scena in ben 123 città italiane.
L'ingresso è gratuito, come non potrebbe essere il contrario, e se andrete muniti del vostro computer portatile potrete avere un notevole aiuto nell'installazione del Sistema Operativo Linux.
Sembra questo un momento d'oro in Italia per Linux, molte amministrazioni pubbliche si stanno attivando infatti per seguire i passi della prima provincia italiana, quella di Bolzano, che utilizza il Software Libero del pinguino (il logo di Linux), mentre anche alcune Regioni hanno già approvato la legge che porterà, si spera a breve, all'utilizzo finalmente nei propri uffici, di questo buonissimo Sistema Operativo che, al contrario di windows, è completamente gratuito.
Emilia Romagna, Toscana e Umbria sono al passo con questa importante risorsa mentre Friuli, Lombardia e ultimamente la Sardegna, sono ad un passo per legiferare definitivamente sull'utilizzo negli uffici della propria amministrazione, di Linux.

Vi pare una notizia da poco? Vi faccio un esempio: lo scorso anno (esattamente il 10/07/2007) la Camera dei Deputati ha varato una legge che consente a ciascun deputato di poter installare, chiedendolo, sui propri computer (portatili e no), il sistema operativo Linux.
Ma non solo, questa legge ha permesso l'installazione in tutti i computer della Camera della Camera dei Deputati, dell'Open Source, facendo risparmiare allo Stato qualcosa come 3 Milioni di Euro, infatti i computer alla Camera sono ben 3.500!
Si è calcolato inoltre che ciascun Deputato spende all'incirca 900 euro solo per le licenze Office.

Un esempio questo che deve essere seguito da sempre più persone e amministrazioni in quanto solo cosi si arresterà quel fiume di denaro che scorre verso Bill Gates e la Microsoft, e che costringerà la casa informatica americana, ad abbassare le proprie pretese economiche, per il consumatore, e vedrà di nuovi i suoi dipendenti tornare a lavorare seriamente, visto che, e non posso non citarlo, molti utenti sono rimasti fregati dalle porcate che hanno fatto i tecnici della Microsoft, quando hanno messo in commercio (inserendoli in tutti i computer all'acquisto senza aver la possibilità di protestare) Windows Vista: un barattolo di sistema operativo.
Mi auguro che l'imminente arrivo di Windows 7, il nuovo sistema operativo, permetta di avere quella tranquillità e chiarezza che trasmetteva in tutti gli utenti il Sistema Operativo XP, almeno lo pagavi ed eri soddisfatto...

Infine sul sito ufficiale del LinuxDay 2008 si potranno vedere quali sono le città italiane interessate da questo avenimento e troverete anche una lettera scritta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel quale dichiara di sostenere lo sviluppo e l'applicazione del Software Libero.

LinuxDay 2008 in Sardegna:

Facoltà di Scienze NN.MM.FF.
via Vienna, 2
Sassari

DIEE
Via Maglias, 12
Cagliari

23 ottobre 2008

Scuola: sondaggio online taroccato del Corriere

C’è un mistero e una grande polemica che impazza sul web e riguarda i sondaggi relativi all’uso della forza pubblica contro gli studenti, che protestano per il decreto della Gelmini.
Durante la mattinata di ieri due degli illustri imbonitori della Casta, spendaccioni senza lettori, ovvero il Corriere e Repubblica, lanciano un sondaggio online per capire l'orientamento dei lettori e dei visitatori, sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio che ieri ha difeso a spada tratta (usando armi non convenzionali) il famosissimo decreto (pseudo riforma) del Ministro Gelmini.

Ebbene non appena partito il sondaggio online, è parso chiaro l'orientamento dei cittadini, chiaramente contrari all’uso della forza: sul Corriere erano poco più del 60%, su Repubblica si superava l’80%.
Poi il fattaccio scoperto e messo in piazza (web) dagli stessi utenti che avevano votato.
Nel pomeriggio il sondaggio sul Corriere scompare dalla home page ...per ritornarci solo alla sera con un incredibile sorpasso: il “Sì” (a favore delle parole di Berlusconi) è in testa anche se di poco! Tanto che ieri il premier l'avrebbe citato nella famosa sciagurata conferenza stampa!!!
Ma come hanno fatto a votare i lettori, se il sondaggio in home non c’era?
Ecco allora che partono al Corriere tantissime segnalazioni, o meglio dire proteste. La voce incomincia a circolare nel Web, e la gente corre in massa a votare contro le parole del premier, portando, a tutt'ora, un imbarazzante (per il Premier) giudizio negativo di ben 92,3%

Per chi volesse votare il sondaggio del Corriere CLICCHI QUA

Per approfondire
http://www.ultimenotizie.tv/notizie-di-cronaca/polizia-nelle-universita-contro-loccupazione-degli-studenti.html
http://www.giornalettismo.com/archives/8352/polizia-berlusconi-atenei/


AGGIORNAMENTO DELLE ORE 16:00

«Non ho mai detto né pensato che servisse mandare la polizia nelle scuole. I titoli dei giornali che ho potuto scorrere sono lontani dalla realtà». Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, risponde da Pechino alle polemiche provocate dalle sue frasi rilasciate in conferenza stampa a Palazzo Chigi. (Fonte Corriere.it)

IL VIDEO DI QUELLO CHE AVEVA DETTO BERLUSCONI (Fonte CorriereTV)

....sia Benedetto Internet... :)))))))

22 ottobre 2008

School o Scuola?

http://files.splinder.com/3530b9a60a8504b73796cc142f8b1bd6.jpeg

Ho appena sentito al telegiornale che il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dichiarato che vuole adottare la linea dura (mandando la polizia e quant'altro) contro gli studenti che in questi giorni stanno protestando contro la riforma (??) del Ministro Gelmini.
Non so come la pensate voi ma questa secondo me è davvero mossa pericolosissima che potrebbe accendere pesantemente lo scontro sociale in tutto il paese non solo nelle scuole.
Parole queste che a casa mia si riportano ad un regime, al fascismo, al totalitarismo e quant'altro della categoria.

Poi incredibilmente una botta di buon senso del nostro premier: Quello del ministro Gelmini è «un semplice decreto, non una riforma» ha dichiarato, precisando che "nessuno sarà cacciato. Ci sarà solo il pensionamento di chi ha già raggiunto l'età e il blocco del turn over.
Ebbene signori quella della non riforma è un qualcosa che il sottoscritto ha sempre sottolineato. Questa pseudo riforma altro non è che dei tagli belli e buoni che comunque porteranno ad un peggioramento della situazione scolastica attuale e vedrà invece lo Stato diminuire i gettiti che eroga per l'istruzione.
Una mossa questa che porta sempre più vicino alla privatizzazione della scuola con un accumulo di soldi a terzi che si arricchiranno a dismisura grazie ai soldi pubblici e delle povere famiglie che dovranno sborsare tanti soldi per far mandare i figli a scuola.

Poi ancora il premier ha ancora una volta difeso il provvedimento delle classi separate per i bambini degli extracomunitari: una vergogna per uno stato civile che dovrebbe farci riflettere per come sia caduta in basso l'Italia nel dare retta ad un manipolo di milionari lombardi razzisti e xenofobi ai quali gli invito rimanersene per sempre in quei paesi in cui hanno portato le loro fabbricchetta sfruttando la manovalanza locale per 4 soldi e guadagnando poi i milioni).

Durante il VideoForum su Repubblica TV ieri ho fatto una semplice domanda a Veltroni che, non solo non mi ha dato ascolto sul mio consiglio, ma che oggi ha dichiarato: "il governo dovrebbe ritirare la riforma Gelmini e "le misure con i tagli alla scuola e all'università", indicando però "obiettivi di finanza pubblica" che affrontino il problema della diminuzione della spesa".
Cioè??? Cosa cambia???

Infine riporto una splendida citazione che ho beccato da da Italiapoli di Oliviero Beha - Leggo sui manifesti l'esortazione urgente di Walter Veltroni e del Pd, "Salviamo la scuola". Per carità, tutto giusto, tutto bene, salvo il fatto che la politica nel suo complesso ha distrutto la scuola italiana perlomeno da una generazione. Ma dal momento che recentemente, prima di volare negli Usa, il leader Veltroni ha chiuso le assise della "Summer School" dei giovani del Pd, credo sia indispensabile un chiarimento: school o scuola? Sembra faccenda da poco, eppure (la presa per i fondelli) è tutto qui.

Che tristezza...

19 ottobre 2008

Ancora sull'acqua...acqua...ACQUA!!!

  • siamo i primi consumatori al mondo di acqua minerale;
  • consumiamo a testa 190 litri di acqua minerale, dunque l'acquistiamo;
  • le nostre condotte idriche sono vecchie e fatiscenti e piene di falle;
  • in molte case è davvero imbevibile.
Ebbene, mentre nel paese imperversano assurde discussioni sul grembiulino a scuola, sul guinzaglio per il cane e sul flagello dei graffiti, il Governo nel silenzio assoluto di tutti gli altri, sono malizioso... e ti pareva..., ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica. Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica, che vi ricordo in questo periodo sta andando alla malora.

In Italia, dunque è ufficiale, l'acqua non sarà più un bene pubblico, ma una merce: quindi sarà gestita da multinazionali internazionali (le stesse che già possiedono le acque minerali). Sappiate che la privatizzazione dell'acqua, cosa che sta accadendo da tempo a livello mondiale provocherà nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri e scatenerà nuove guerre, in quanto l'acqua dolce, bevibile, è definita da tempo "l'oro bianco, scarseggia, anche nel nostro paese.

Le guerre saranno dirette direttamente dalle multinazionali, statene certi, alle quali oggi il nostro governo e l'opinione pubblica, più preoccupata per i grembiulini e tutto il resto, sta vendendo il 65% del nostro corpo.

Ma acqua in bocca, non parlatene...


Aggiornamento delle ore 11.07

L'amico Peppe mi ha segnalato un articolo che parla della situazione idrica in Puglia, che sembra peggiorare di giorno in giorno.

il link http://www.coratolive.it/news/news.aspx?idnews=6611


Aggiornamento Lunedì 20.10.2008 ore 00.30


Pubblico un'articolo che ho appena trovato che rafforza quanto esposto fino ad ora dal sottoscritto in questo Blog.
fonte: http://altrenotizie.org/

“Utile, humile, pretiosa et casta”. Sono gli aggettivi che Francesco d’Assisi dedica all’acqua nel suo “cantico delle creature”. Tutto è cambiato da allora e l’acqua non ha fatto eccezione. Oggi è un grande affare, un business attraverso cui controllare la collettività. Una preziosa fonte di ricavo che in Italia alimenta un giro d’affari superiore ai 10 miliardi di euro. Sorella acqua è a tutti gli effetti un prodotto da s.p.a. Dall’igiene personale agli usi in cucina e dalla pulizia della casa all’irrigazione delle piante, passando per lavastoviglie e lavatrici, sembra che in media ogni italiano consumi dai 170 ai 200 litri d’acqua giornalieri [fonte: istituto ambiente Italia-Dexia – Ecosistema urbano Europa]. Il dato sarebbe già di per sé abbastanza critico, se non fosse che queste cifre, in realtà, non riflettono la totalità dei consumi. Tenuto conto, infatti, che circa l’87% dei nostri connazionali è solito bere acqua in bottiglia e che il consumo medio giornaliero di acque minerali si attesta sopra il mezzo litro pro capite, al computo del consumo medio annuo bisogna aggiungere i quasi 194 litri (fonte: ISTAT) che non sgorgano dal rubinetto di casa.

Nel corso degli ultimi mesi, anche per effetto della crisi economica in atto, ci si attendeva una flessione delle vendite delle minerali, magari a vantaggio di un “meno” oneroso consumo domestico. Ma per il consumatore italiano, l’acqua minerale, liscia o gassata che sia, non si tocca, ed il risparmio, se indispensabile, va ricercato – spesso a malincuore – in tutta una serie di sprechi, derivanti da riconosciute cattive abitudini. Nel frattempo, se da una parte le s.p.a. delle “bollicine”, possono rallegrarsi dell’ottimo stato di salute e continuare quella cavalcata trionfale che, dal 1985 ad oggi ha condotto ad una progressiva quanto inesorabile estensione dei consumi (più che triplicati), dall’altra, il ricorso spropositato alle minerali conferma la diffidenza dei cittadini; non solo verso le reti idriche locali, ma anche nei confronti delle istituzioni, evidentemente carenti nel controllare e garantire il sistema.

Ad allontanare l’italiano “assetato” dal rubinetto di casa, dunque, non è una questione di gusto. Il sapore dell’acqua ha un ruolo marginale e, come sostenuto anche da Legambiente, “a mettere in discussione il consumo domestico di potabile è la paura della potabile”. Nell’incertezza quindi, meglio una bottiglia sigillata. Magari povera di sodio, con poche o tante bolle, che aiuti la diuresi: un’acqua che sia salutare, come quella della pubblicità. Già, la pubblicità. Martellante, ossessiva, opprimente, seconda solo al ricchissimo settore della telefonia mobile, la pressione promozionale del settore, stando alle stime di Altreconomia, ha sviluppato nell’arco del solo 2006, una mole d’affari superiore ai 200 milioni di euro. Cifre da capogiro in un campo in cui i quattrini zampillano quasi quanto l’acqua.

Un giro immenso di denaro reso agevole da una politica scellerata in materia di concessioni per lo sfruttamento idrico. Grazie ai profitti che potrebbero derivare da una gestione più vigile dell’affare acqua, le regioni dormirebbero sonni più tranquilli. Eppure i canoni incassati per lo sfruttamento di questa grande risorsa sono a dir poco irrilevanti, almeno quanto i numeri degli occupati in un settore che predilige tecnologie avanzate al lavoro umano. Generalmente le concessioni prevedono canoni forfettari che consentono alle grandi multinazionali di poter attingere acqua alla fonte, quasi gratuitamente.

Ad oggi, infatti, sono solo 8 le Regioni in cui è previsto un pagamento proporzionale agli ettari in concessione e ai consumi. E’ il caso della Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria e Veneto. Anche se, nei fatti, si tratta di cifre oltraggiose, come i 5 centesimi ogni mille litri in Campania o i 30 centesimi della Basilicata. Nel Lazio si pagano invece 2 euro e la cifra varia se si utilizza il vetro per le bottiglie o se si attua il servizio di “vuoto a rendere”. Ad oggi il canone più “salato” per volume imbottigliato si paga in Veneto, con 3 euro ogni mille litri. Ma il vero scandalo è che nella maggior parte dei casi le imprese hanno la possibilità di fare auto-lettura sul consumato. Il contributo versato alle regioni, infatti, non è riferito all’emunto (la quantità concretamente prelevata), ma alla quantità effettivamente imbottigliata.

Se in un primo momento il volume d’affari, relativamente basso, poteva legittimare, in qualche modo, il generoso “regalo” della politica alle aziende del settore, il successivo ampliamento del mercato ed il deciso innalzamento dei consumi, spianavano la strada a numerosi dubbi sull’effettiva razionalità del regime delle concessioni. In fondo, la normativa nazionale – ed un pizzico di buonsenso – prevede che “l’acqua sia un bene di pubblico interesse”, che deve essere garantita a tutti. Per quale motivo allora, favorire la formazione di sacche di privilegiati, liberi di trarre profitti spropositati da risorse appartenenti all’intera collettività?

La spiegazione è goffamente ermetica. Sembra infatti che, proprio in virtù dell’interesse pubblico delle risorse idriche e della necessità che queste siano accessibili a tutti, i canoni di concessione non possano essere aumentati in modo indiscriminato. L’acqua è di tutti, è per questo quindi, che non si possono aumentare i canoni di concessione. Sarebbe un furto. E’ per essere sicuri di non sbagliare allora, per non fare un torto a nessuno, che gli enti regionali hanno opposto ai ricavi forsennati delle imprese il giogo pesante del laissez faire.

Tra i sostenitori della necessità di un accesso aperto e generalizzato all’acqua, non poteva mancare un convinto no-global come Giulio Tremonti. Il ministro dell’economia, infatti, evidentemente pago dell’andamento degli affari nel campo delle minerali, ha pensato bene di consegnare ai privati tutta la gestione dei servizi idrici (precedentemente affidati alle cure di società ad hoc comunque controllate da enti locali), sancendo di fatto, con l’art. 23 bis del decreto legge numero 112 del 5 agosto 2008, la privatizzazione dell’acqua e la sottomissione del prezioso “bene” alle regole dell’economia capitalistica. D’altra parte perché lasciare ai privati solo i ricavi dell’acqua in bottiglia quando possiamo dare loro anche quelli dell’acqua del rubinetto?

Come se non bastasse, in settimana, un’indagine dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, che ha preso in esame, per tutti i capoluoghi di provincia italiani, il servizio idrico integrato (acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione e quota fissa o ex nolo contatori), denunciava gli aumenti indiscriminati delle bollette, che nel corso degli ultimi sei anni avrebbero registrato un tornito +32%, con un +4,6% raggiunto nel solo biennio 2006/2007. In soldoni, nel corso dell’anno una famiglia sostiene in media 229 euro di spesa per il servizio idrico integrato. In media.

Se analizziamo nel dettaglio l’andamento delle tariffe sul territorio nazionale, c’è da confrontarsi con un quadro più che allarmante. Le tariffe variano nettamente da regione a regione: Agrigento, per citarne una, è la città in cui l’acqua è più cara (445 euro annui), con tariffe 4 volte più costose di Milano che, con una spesa annua di 106 euro, risulta invece la città meno cara. Differenze elevate anche all’interno della stessa regione: sempre in Sicilia, tra Agrigento e Catania la differenza di spesa annua per il servizio idrico raggiunge i 269 euro. Per quel che riguarda gli sprechi, sembra che questi crescano assieme alla bolletta.

Ma in generale, dal rapporto, risulta che il 35% dell’acqua immessa nelle tubature sia persa. Il problema è particolarmente accentuato nelle regioni meridionali (49%) con evidenti e notevoli “criticità” come il caso dell’acquedotto pugliese, dove alla seconda spesa più elevata corrisponde una percentuale di perdita d’acqua ben superiore alla media. “Al Governo e al Parlamento chiediamo il blocco delle tariffe dell’acqua fino a tutto il 2009”, ha detto il responsabile nazionale delle politiche dei consumatori, Giustino Trincia, che ha consegnato l’indagine al ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola. “E’ indispensabile, inoltre - ha aggiunto - l’istituzione di un’Autorità di regolazione del settore idrico con reali poteri d’intervento per mettere fine alla scandalosa jungla di tariffe, contratti e bollette”.

“Privato è bello!” è questa la filosofia di un governo che ha iniziato una sapiente opera di demolizione dello Stato. Si cerca di convincere gli elettori che la pubblica amministrazione sia una macchina costosa ed inefficace. Un peso nella corsa italiana al progresso. S’invocano privatizzazioni in un mercato che la politica, a qualsiasi livello, non ha saputo gestire, si consente ai privati di instaurare nuovi trust sulle ceneri di monopoli pubblici, il tutto nel tentativo di persuadere l’opinione pubblica che questo porterà a grossi risparmi, a nuovi posti di lavoro, ad una maggiore funzionalità del sistema.

La litania la conosciamo. Il problema è che i tempi sono cambiati e non c’è margine d’errore. Fino a pochi anni fa l’idea di restare “a pane e acqua” appariva un’ipotesi di estrema povertà; oggi, visti i tempi, anche questa possibilità sembra destinata a rivelarsi un lusso, riservato ad una sempre più sparuta cerchia di fortunati. Il pane ormai è un lusso: anche l’acqua diventerà roba da ricchi?

di Saverio Monno

Aggiornamento Lunedì 20.10.2008 ore 15.50

Stamattina accendendo il pc ho trovato un'amara sorpresa: l'adsl se n'era andata... ora pochi minuti fa è tornata... meno male.

Pubblico, grazie al consenso dell'amico Daniele il Rockpoeta dal sito L'Agorà, uno splendido poema composto proprio dal medesimo: che aggiungere altro? Splendido, complimenti Daniele, hai un modo di esprimere il tuo stato d'essere e pensare straordinario.

ARSURA PLANETARIA

Arsura planetaria
Liquidità oscena
Compra Fiumi e speranze.

Sottrae vita e luce.

Occhi scavati dentro
Tristezze scheletriche
Cercano tra polvere e terra
Gocce di vita.

Ma oramai
E per poco ancora
Potranno bere soltanto le loro lacrime.



DANIELE VERZETTI, IL ROCKPOETA


L'amico Peppe mi ha suggerito un'altro post che parla dell'acqua dal Blog Pensieri di un Peuceta, ecco il link: http://pensieridiunpeuceta.blogspot.com/2008/10/spreco-di-acqua-che-non-ce.html


Aggiornamento 7 Novembre 2008 Ore 11:53


Acqua: un italiano su tre paga bollette irregolari che non dovrebbe pagare. Lo dice la Corte Costituzionale (sentenza numero 335 del 10 ottobre scorso) precisando che il canone di depurazione delle acque si deve versare solo in presenza di questo servizio. Ovvio? Mica tanto. Un italiano su tre - nonostante una direttiva europea approvata nel 2000 che entrerà in vigore nel 2015, cioè ieri in termini di realizzazione di impianti di questa portata - ha scarichi non collegati a un depuratore e li paga. Li paga perché le aziende hanno deciso di usare la politica dei due tempi: prima la tariffa, poi il depuratore. Una scelta ritenuta incostituzionale.

Fonte: La Repubblica

Insomma ci pisciano addosso e ci dicono che piove..(Marco Travaglio)

18 ottobre 2008

Streaming legale

Ieri a casa mia è andato via il normale segnale della televisione. I più attenti frequentatori di questo spazio sapranno che in Sardegna è partito ufficialmente l'era del Digitale Terrestre, con tutte le problematiche, belle e brutte, che comporterà da qui in avanti.

Non tutti sanno che in internet è possibile seguire in streaming e in diretta alcune reti che normalmente troviamo schiacciando il tasto del nostro telecomando.
Il sito della Rai è da tempo all'avanguardia in fatto di nuove tecnologie, e la cosa non sorprende viste le montagne di denaro che entrano ed escono nel nostro ente pubblico televisivo. Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, Rai News 24 ed ora da qualche giorno anche Rai Sport Più. Ma non solo, nel sito della Rai abbiamo la possibilità di seguire comodamente online, e quando vogliamo, tutte le trasmissioni che ci piacciono: Report, Annozero e Ballarò quelle ad esempio quelle che al sottoscritto piacciono maggiormente. Tutto questo grazie ad un eccellente servizio di Podcasting.

Canali Rai visibili in streaming su internet (clicca su canale per visualizzarlo)

RAI 1
RAI 2
RAI 3
RAINEWS 24
RAI SPORT PIU'

Altri Canali visibili sempre in Streaming (clicca sul canale per visualizzarlo)

Sky Tg24
Sportitalia 24
All Music

Al contrario della Rai, Mediaset non offre agli italiani la possibilità di vedere gratis in diretta i propri programmi (vuole farsi pagare). Anche La 7 non ha prevvisto di far vedere online i suoi programmi in diretta.

16 ottobre 2008

Cambiare urgentemente rotta e Italia Alternativa

Optare massicciamente, e quanto prima sulle fonti di energia alternativa e rinnovabili per non spostare il baricentro del controllo dei mercati verso Oriente (Cina e India) e Medioriente ( paesi stracolmi ancora di petrolio), con la loro legittima voglia di consumismo, potrebbe risollevare e rafforzare, se la tendenza sarà quella che mi auguro, il predominio dell'Occidente verso questi paesi.
Stati Uniti e Europa continuando di questo passo forse sono diretti verso una crisi di proporzioni bibbliche, che potrebbe far fallire l'intero sistema occidentale dopo neanche un secolo di calma apparente.

Saranno coraggiosi i Governanti dell'Occidente per cambiare finalmente la rotta verso un sistema eco-sostenibile giusto e trovare finalmente quel rispetto verso l'intero pianeta e verso chi lo abita?
O sarà ancora il Dio Denaro ad avere la meglio e nei prossimi decenni, o chi ci sarà dovrà pagare le catastrofiche conseguenze di un clima apocalittico che potrebbe portare alla morte milioni e milioni di persone?

Mentre scrivo leggo che grazie al nostro Presidente del Consiglio i miei timori, raccontati nella mia seconda domanda, aumentano sempre di più. Una posizione scellerata dovuta forse, e suggerita, dalla visita dello stesso... a quel personaggio... che più di tutti ha ulteriormente destabilizzato l'esistenza di miliardi di persone.
Non lo nomino perchè è un miserabile delinquente... tra qualche settimana, quando lascerà la sua poltrona, (W Obama) vi ribadisco che mi berrò un bicchiere augurandomi la sua non salute futura....


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Infine permettetemi di fare pubblicità ad un nuovo forum che è nato da poco e a cui il sottoscritto si è iscritto. Quello che vedete in alto è il banner di Italia Alternativa.
Italia Alternativa è molto più di Forum, essa infatti è una MICRONAZIONE dove tutti online possono parteciparvi e risiedervi.
Le micronazioni virtuali sono una vera e propria nazione, quindi composta come uno Stato: con dei politici, maggioranza e oppositori, dei cittadini, leggi etc...
Il fenomeno delle micronazioni virtuali rappresentano tutti coloro che hanno voglia di fare, hanno insomma un pensare costruttivo e propositivo, non distruttivo come spesso accade purtroppo nella vita reale, e ancora di più nella nostra "reale" Repubblica delle Banane che è l'Italia.
Il fondatore di Italia Alternativa è Gianluca Pistore mentre il sottoscritto è stato chiamato proprio da lui ad un compito molto arduo: fare il Ministro delle Pari Opportunità.

Vi invito ad iscrivervi e lasciate i vostri commenti, le vostre proposte!
Italia Alternativa ha bisogno di tutti!!!



Presidente del consiglio dei ministri: Gianluca Pistore

Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio: Dott. Roberto Mime

Ministro dell'economia e finanze: Giovanni Affinita

Ministro del lavoro, salute e Politiche sociali: dott. Roberto Mime

Ministro degli affari esteri: Silvio Pistore

Ministro della giustizia: "Napoli" (avvocato napoletano)

Ministro dei beni e delle attività culturali: Alberto D.

Ministro delle pari opportunità: Raimondo Orrù

Ministro dell'istruzione università e ricerca: Mauro Pettinaro

Ministro dell'ambiente, tutela del territorio e del mare: Gianluca Pistore

Ministro dei giovani: Mara Di Clemente


Copio e incollo il mio saluto ai partecipanti di Italia Alternativa:
Un saluto a tutti voi che leggete, e un saluto particolare a Gianluca, il promotore di questa iniziativa, che mi ha voluto nella sua squadra, assegnandomi il titolo di Ministro delle Pari Opportunità.
Sono Raimondo Orrù, ho 35 anni e sono affetto dalla nascita da una patologia, la Spina Bifida, che fin dalla nascita mi fa stare su una carrozina. Spero di esserne degno del ruolo a cui sono stato chiamato e, siccome sono una persona che da sempre piace dialogare e confrontarmi da sempre con tutti, sono aperto a ricevere i vostri consigli, per cercare di districarsi, costruttivamente, facendo il punto e cercando di trovare delle soluzioni sulle tante, troppe, problematiche che attanagliano il Settore delle Pari Opportunità.

Grazie per la cortese attenzione

Raimondo

15 ottobre 2008

Stop alla TV analogica: La Sardegna è Digitale

Aggiornamento Domenica 19 Ottobre 2008 ore 14:27

Dall'Unione Sarda. Il numero verde 800-022-000 è, però, stato preso letteralmente d'assalto, quasi sempre con richieste di supporto nella sintonizzazione dei decoder. L'attivazione delle nuove frequenze ha causato degli spostamenti di canale che rendono necessario sintonizzare nuovamente il decoder. A questo si è anche aggiunto un guasto ad un impianto della Rai che ha "oscurato" in alcune parti del cagliaritano le tre reti per tutta la mattinata di ieri. Il problema è stato poi risolto. Il passaggio dal segnale analogico a quello digitale si concluderà a fine mese.
Lo switch off ha interessato finora 850 mila persone e sono stati attivati 85 trasmettitori da parte di 13 emittenti. Si sono verificati alcuni disagi, segnalati soprattutto delle persone anziane.

Aggiornamento Giovedì 16 Ottobre 2008 ore 14:22

per continuare il dibattito, dimostratosi molto interessante, aggiorno il post con 2 notizie molto interessanti che mettono altra carne sul fuoco (soprattutto la prima):

  1. Dal Blog di Daniele Martinelli: Per i media di regime fa notizia la Sardegna (oggi mi trovo a Cagliari a punzecchiare Antonio Di Pietro) avviata al “digitale terrestre” cimitero ideale per i vermi in doppiopetto che si nutrono di cadaveri uccisi dal tubo catodico. Guarda caso, proprio ora Europa 7 otterrà le frequenze. Di Rete4? No! Quelle di Rai 1, probabilmente quelle in bassa banda che quasi nessuno ha canalizzato sul proprio televisore. Una a caso? Il vhf 17, lontano dalle frequenze prelibate che vanno si e no dalla 40 alla 65. Ma questo i giornali non lo pongono, tantomeno come eventualità possibile. Preferiscono riportare le idiozie del forzitalidiota Paolo Romani secondo cui “nessuno sarà penalizzato e nessuno sarà favorito”. Balle! Rete4 continuerà a fare l’abusiva. Alla faccia di chi, quelle frequenze che sono bene comune di tutti non le ha mai potute nemmeno sperare.
  2. Da L'Unione Sarda: Sono già "quasi 100" gli interventi compiuti oggi sugli impianti di trasmissione televisiva in Sardegna "che hanno consentito nell'area dell'Ogliastra, e per Raiuno a Cagliari, il passaggio al digitale terrestre". Lo annuncia Andrea Ambrogetti, presidente di DGTVi, l'associazione che riunisce Rai, Mediaset, Ti Media, DFree e le emittenti locali di Frt e Aeranti-Corallo. "E' questo l'inizio del processo - sottolinea Ambrogetti in una nota - che porterà da oggi fino al prossimo 31 ottobre tutta l'isola in digitale e che farà della Sardegna, con i suoi 1.600.000 abitanti, l'area digitale più vasta dell'intero continente europeo".
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Da oggi in Sardegna parte ufficialmente la fase finale del processo di transizione alla tecnologia digitale, iniziata lo scorso anno con il passaggio totale al digitale di Rai 2 e Rete 4. Presi d’assalto in questi giorni i negozi per l'acquisto dell'apparato senza il quale dal primo novembre non si potrà più vedere la tv nell’isola.

Il processo per il definitivo passaggio dall'analogico al digitale nella mia Isola si completerà entro fine mese, quando anche nell'Oristanese, Nuorese e nel Sassarese occorrerà definitivamente il decoder per poter vedere tutti i programmi tv. Per agevolare questa fase di passaggio alla nuova tecnologia, il Ministero ha realizzato una serie di iniziative a favore dei cittadini. I cittadini avranno a disposizione il contributo statale per l'acquisto di un decoder digitale (50 uero) rivolto però ai soli cittadini in regola con l'abbonamento alla RAI, utilizzabile presso tutti i rivenditori che aderiscono all'iniziativa.

Per tutte le informazioni possibili e immagginabili è stato attivato un call center - con il numero verde 800.022.000 - per fornire dal lunedì al sabato dalle ore 8 alle ore 20 informazioni e assistenza ai cittadini, con particolare riferimento alle modalità di sintonizzazione dei decoder.

Dove reperire altre informazioni? Nei siti http://decoder.comunicazioni.it e www.raiway.it

14 ottobre 2008

Io amo Internet



"I love Internet": è la nuova campagna lanciata dal gruppo Codice Internet, un movimento volto a far conoscere la Rete nel nostro Paese. Lo scopo è proprio quello di far innamorare gli italiani del Web. Dopo alcuni incontri svoltisi a Milano con diversi professionisti nostrani del Web, è partita questa iniziativa che prevede anche il lancio di una bella mostra fotografica online, con protagonisti gli utenti italiani di internet.

Sono state raccolte già più di mille immagini - le trovate qui su Flickr -, e si punta ad ottenere almeno 100 mila foto entro novembre del 2009, per l'Internet Week di allora.

L'idea mi sembra simpatica e partecipo molto volentieri e voi?

http://img186.imageshack.us/img186/6219/img000113nr4.jpg

Per partecipare basta un cartello (che ti fai tu o ti scarichi da qui) e farsi una foto (o un video).

Lo carichi online con tag "iloveinternet" e that's it.

Per approfondire
Reporter Diffuso di Marco Montemagno

13 ottobre 2008

Banche e pecore da scannare

Non è facile riuscire a capire, per noi profani, la situazione economica attuale. Tutti i media parlano di "mantenere la calma e di continuare a vivere normalmente" ma subito dopo ci propinano una montagna di chiacchere che sono incentrate sul "catastrofismo" il "pessimismo". C'è da uscirne pazzi e sconfortati pensando al nostro, già precario, futuro. La convinzione di molti poveri normali italiani e che quello che stiamo vivendo consentirà alle solite persone di continuare a vivere agiatamente alle spalle di noi... "paga pantalone" come al solito.

C'è un personaggio che grazie ad internet e a numerose presenze in piccole televisioni, in questi anni, ha acquisito popolarità, malgrado le sue opinioni non fossero riportate dai soliti network imbonitori di sistema. Lui da tempo ha lanciato più volte l'allarme su quanto stava accadendo e che ora ci tocca sopportare da qui in avanti. Sto parlando di Eugenio Benetazzo.

Dal suo sito eugeniobenetazzo.com tra le tante cose si può leggere "... è stato battezzato il Beppe Grillo dell'economia e il Marco Travaglio della finanza per il suo modo di porsi, irriverente e dissacratore, caratterizzato da un'analisi lucida e critica senza eguali, basata sulla radiografia ed evoluzione dell'attuale scenario macroeconomico mondiale... opinionista ...su tematiche legate al risparmio gestito, alla globalizzazione, al signoraggio e soprattutto al sistema bancario italiano.

Vi propongo un suo articolo molto interessante dal titolo "Banche e pecore da scannare" scritto per disinformazione.it

Come può la Banca d’Italia esercitare realmente la vigilanza ed effettuare i controlli quando i principali soggetti che ne sarebbero penalizzati sono proprio i suoi azionisti?
E sì, perché se qualcuno ad oggi ancora non lo sapesse la Banca d’Italia è una società per azioni in mano alle grandi majors: Unicredito, Intesa, Capitalia, San Paolo e qualche altro istituto di credito, a dispetto di molte altre nazioni, in cui la relativa banca centrale è un ente pubblico, senza pericolo di collusioni o clientelarismi stile i “furbetti del quartierino”.
Mi piace sempre a tal punto ricordare come il mercato principe al mondo per liquidità e potenzialità abbia deciso di tutelare gli interessi del mercato e di quei soggetti che ne apportano i capitali, dollaro dopo dollaro: sto parlando di Wall Street e del popolo statunitense.

Già più di 70 anni fa dopo la disfatta del 1929 e la conseguente carneficina e mattanza di banche che soffocarono (succederà anche da noi basta aspettare, un nuovo 1929 è alle porte con dinamiche del tutto inaspettate) venne varato il Glass Steagle Act, una disposizione di legge, unica al mondo, che di fatto imponeva una rigida suddivisione tra banche di prestito e banche di investimento: in questo modo chi prestava denaro non poteva offrire forme di investimento.
Niente di più efficiente ancora ai tempi odierni: grazie a questa disposizione infatti nacquero banche che si evolsero lentamente diventando regine incontrastate su tutto il pianeta (tanto per fare un esempio la Banca Morgan venne divisa in due banche indipendenti una dall’altra: J.P. Morgan e Morgan Stanley).

Che cosa avviene invece nel nostro paese? Nulla di tutto questo. Anzi, decisamente l’opposto in cui il panorama bancario nazionale è costituito da grandi gruppi bancari (nati dall’accorpamento forzato in questi ultimi anni) che vi possono vendere come se fossero un discount di seconda categoria ogni forma di merce porcheria: assicurazioni, carte di debito, leasing, cellulari, investimenti, vacanze a rate, polizze unit, personal computes, bonds, p/t, mutui vari, bot e qualsiasi altro prodotto feccia che esite sul mercato. Tanto l’importante è che ci sia il gregge di pecore … quindi un numero elevato di soggetti ignoranti, grezzi e poco colti intontiti ed imbambolati da calcio, fictions e reality shows. E sapete che fine fanno le pecore? Vengono scannate … un po quello che è successo in tutti questi anni … e che purtroppo continuerà anche nei prossimi.

Sapete chi è Kenneth Lay? Ve lo dico io … è l’ex amministratore delegato della Enron … che sta scontando una pena detentiva di 175 anni, dopo aver subito il sequestro dei propri beni per pagare le sanzioni amministrative che gli sono state inflitte per la frode contabile che ha causato il crack Enron.
E dove sono invece e come vivono quelli che hanno truffato il popolo italiano ? E' ora che cominciate a farlo funzionare quel bozzo che avete un metro sopra il culo, altrimenti continuerete ad essere sodomizzati da questo sistema truffaldino. La Banca d’Italia (non vigila) semplicemente protegge gli interessi delle majors per evitare che il risparmio degli italiani venga assorbito da qualche più efficiente e corretta banca straniera.
Qualcuno mi chiede il perché i piccoli istituti di credito siano meno esposti rispetto a quelli grandi in caso di crash finanziario stile 1929 come profetizzato in Duri e Puri? Semplice: la piccola cassa rurale, la piccola banca di credito cooperativo non finanza il grande gruppo industriale, non foraggia i furbetti del quartierino, non viene strumentalizzata per gli interessi di una elite finanziaria. È una banca che si fa forte della sua presenza di solito storica sul territorio e che per questo ne conosce le caratteristiche e potenzialità sia sociali che imprenditoriali. Come ricordo spesso, presso le majors siete un numero, in quelle più piccole (forse) un essere vivente con emozioni e sentimenti.

Quanto al franco svizzero che dire: è la moneta rappresentativa dell’unica economia indipendente e neutrale dal resto del pianeta, il bene valutario che multinazionali, governi, organizzazioni criminali, magnati dell’industria e banchieri filibustieri hanno nelle proprie tasche. È la divisa bene rifugio per eccellenza, l’unico paese al mondo assieme all’Australia che non ha mai conosciuto la guerra: provate a guardare come si è rivalutato durante gli attentati del 11/9. La Svizzera è il forziere delle ricchezze bianche e nere di questo pianeta, la sua moneta non è una certezza, è l’unica certezza. Purtroppo. Se il franco svizzero non valesse più nulla, probabilmente la civiltà umana non esisterebbe più. Qualcuno ha mai sentito parlare del fallimento di una banca svizzera? Tutti i più grandi centri di controllo finanziario si trovano a Ginevra, Zurigo e Lugano, se salta la Svizzera , ve lo ripeto, la razza umana sarà catapultata all’età della pietra.

Infine termine spendendo qualche parola sulle banche on-line: sono più sicure di quelle tradizionali in quanto l’attività di prestito è inesistente e pertanto non hanno affidamenti a rischio. Sono banche che offrono (di solito) condizioni più vantaggiose e costi notevolmente inferiori rispetto alle altre tradizionali.
Sono banche che gestiscono depositi e pertanto in grado di rispondere alle richiesta in prima istanza di rimborso in quanto prive di contropartita bancaria contabile. Ma attenzione, perché anche qui esistono eccezioni e pertanto grandi bidoni.

Eugenio Benetazzo - Trader Professionista
Un video di Eugenio Benetazzo da youtube:


per aprofondire:
Blog di Beppe Grillo
Altre notizie: le cifre che stanno dietro

11 ottobre 2008

Vanvera&Zock e Francesca dei Comaneci

Oggi vi faccio vedere un video, trovato casualmente su youtube, che mi ha fatto ricordare l'ultima edizione di Settembre dei Poeti dove, tra le tante cose belle, ho potuto assistere "live" a uno splendido duetto proprio degli artisti che vedrete in video.

Vanvera & Zock con Francesca dei Comaneci in Henry Lee di Nick Cave.
Buon Ascolto!


Charity Business il nuovo guadagno


Secondo lo studio di Forum3, l'ente di reclutamento del personale nel settore terzo, i banchieri e i lavoratori della City negli ultimi quindici giorni si sono riciclati nel charity business.Il numero di “golden boy” che sta cercando lavoro nel campo umanitario è aumentato del 30 per cento.

Un vero e proprio boom quello relativo alle persone che stanno cercando di cambiare un’occupazione altamente rischiosa, visto il periodo, con una più sicura e “redditizia” dal punto di vista umano. A quanto risulta pare quello che sta succedendo non è nuova, in passato si è notato già un cambiamento di rotta di queste persone, ma la situazione attuale dell’economia internazionale, ha accelerato fortemente il fenomeno.

A confermare questo riclico lavorativo è stata la VSO (Voluntary Service Overseas), agenzia internazionale che si serve di volontari per lottare contro la povertà nei Paesi in via di sviluppo, che ha visto un’improvvisa crescita di domande di impiego, specie da parte di professionisti provenienti dai campi del business e management. D'accordo anche la Training and Development Agency for Schools, agenzia che lavora per il governo inglese, che si occupa formazione e d'inserimento lavorativo che ha osservato un aumento di richieste (dell’ordine 34 per cento), dall’inizio della crisi.

Tutto questo avvantaggerà il mondo delle ONG, come spiega la rivista Management Today Debbie Hockham, direttrice del forum: “Questi professionisti saranno sicuramente dei buoni fundraiser (chi raccoglie i fondi nel no profit, ndr), perchè hanno delle capacità e abilità facilmente trasferibili”.

Insomma al momento lavorare per il sociale sembra diventato un campo più sicuro e appagante moralmente del settore finanziario ed io francamente ho i brividi nel pensare che gente abituata a pensare senza aver degli scrupoli possa riciclarsi nel campo degli aiuti umanitari, specie nelle ONG, strumento che fino a questo momento è l' unico che ottiene realmente dei risultati alleviando la vita di milioni di persone nel mondo.

10 ottobre 2008

Parte la raccolta firme per il Referendum contro il "Lodo Alfano"

AGGIORNAMENTO 11:40

Qui la diretta in Streaming da Piazza Navona

inoltre diretta satellitare dalle ore 16:30 alle 18:30 su Sky - canale 872.


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Servizio di Daniele Martinelli alla presentazione del Referendum


Domani comincerà ufficialmente la raccolta delle firme per il Referendum proposto da L'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro contro il Lodo Alfano, in 3500 piazze d'Italia, che si protrarrà fino all'8 gennaio 2009, data in cui verranno depositate le firme in Cassazione.

Questo il quesito proposto:

"Volete voi che sia abrogata la legge 23 luglio 2008, n. 124 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 173 del 25 luglio, recante Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato?"

http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/firmaefermali/images/punti_firme.jpg
Clicca l'immagine e cerca nella tua Regione dove poter andare a firmare


Nella mia provincia si potrà firmare presso:


Oristano, Piazza Roma ore 10.00 - ore 20.00;
Oristano, Piazza Italia ore 14.00 - ore 20.00.

e poi successivamente a:

Uras in Via Roma a partire dal 17 Ottobre 2008 dalle ore 16.00 alle ore 20.00;
Uras in Piazza Berlinguer a partire dal 18 Ottobre dalle ore 16.00 alle ore 24.00.

Giornalettismo.com smonta RaiNews24

Ieri vi avevo parlato dell'inchiesta svolta dal giornalista Maurizio Torrealta per RaiNews24 passata quasi inosservata in Italia e che al contrario ha invece fatto molto scalpore nella maggior parte del panorama giornalistico mondiale.
Ebbene è passato neanche un giorno dalla sua pubblicazione, che la rete si subito mobilitata per mettere i puntini su questa inchiesta.

In Italia il famoso sito d'informazione libera www.giornalettismo.com a sferrare un duro attacco al lavoro svolto dal giornalista di RaiNews24 Torrealta, smontando punto per punto lo scoup della televisione All News della Rai.

Vi riporto fedelmente il post.


di John B (John)

Una recentissima inchiesta di Rai News 24 svela che nel 1991 gli americani usarono un’arma nucleare in Iraq.

In questi giorni RAI News 24 ha presentato un’inchiesta giornalistica che riporta dichiarazioni di un reduce americano della Guerra del Golfo del 1991, secondo le quali nell’ultimo giorno di quel conflitto gli americani utilizzarono un piccolo ordigno nucleare da penetrazione, della potenza di cinque chilotoni, nella zona compresa tra la città di Basra (Bassora) ed il confine iraniano.

QUANTO C’È DI VERO? - I giornalisti di RAI News affermano di aver verificato la notizia consultando gli archivi dell’International Seismological Centre e hanno scoperto che quel giorno, proprio in quella zona, fu registrato un evento sismicodi potenza corrispondente a cinque chilotoni”. In più, l’inchiesta riporta dichiarazioni del responsabile del reparto oncologico dell’ospedale di Basra secondo cui i decessi annuali per tumore sono passati dai trentadue del 1989 agli oltre seicento del 2002. Questo genere di inchieste giornalistiche (che purtroppo non sono una novità per RAI News 24) è deprimente, perché partono da una notizia del tutto inverosimile (nascondere un’esplosione nucleare in Medio Oriente è un po’ come nascondere un ippopotamo nella Fontana di Trevi) ma riescono in qualche modo a costruirci sopra uno “scoop”. Forse è l’eccesso di ottimismo el dopo - scoop fosforo bianco, utilizzato in guerra dagli usa. A tal proposito, qualcuno azzarda che questa sia una bufala nata proprio per “vendicarsi” di quell’inchiesta.

PARLIAMO DI ARMI NUCLEARI - Un’arma nucleare da 5 KT (chilotoni) equivale a 5.000 tonnellate di alto esplosivo che detonano contemporaneamente. Nel 1991, gli americani disponevano soltanto di due tipi di testate di potenza così piccola: la bomba B61 (sganciabile da aerei) e la W80/W84 montata sui missili “Cruise” strategici. Nessuna delle due era a “penetrazione”: soltanto nel 1995 fu autorizzato lo sviluppo di una variante a penetrazione della bomba B61 (la B61-11). I primi test avvennero nel 1996 e l’arma entrò in servizio nel 1997. Questi dati già smentiscono inesorabilmente la storiella di RAI News. Qualcuno potrebbe dire che gli americani hanno sviluppato segretamente un ordigno nucleare di quel tipo, senza dirlo a nessuno, prima del 1991. Non si vede perché, visto che per decine e decine di altri tipi di ordigni, versioni e sottoversioni, non è stato tenuto segreto nulla, e lo stesso sviluppo della B61-11 è stato ampiamente pubblicizzato.

L’IMPORTANTE È AVERLA, NON USARLA - Del resto, lo scopo principale di un’arma nucleare è quello di non dover mai essere utilizzata: è il principio della deterrenza, in base al quale è bene che il nemico sappia che ce l’hai e quante ne hai. Dovremmo quindi immaginare un complotto (quello di un’esplosione nascosta) cui se ne aggiunge un altro (quello di un’arma segreta il cui sviluppo è stato tenuto nascosto e poi posticipato negli anni, in barba ai controlli e alle ispezioni che USA e Russia si scambiano per vigilare sul rispetto dei trattati di controllo delle armi nucleari). Poi c’è la storia della potenza dell’esplosione. Per quanto “piccola” possa essere una bomba da 5 KT, la sua azione distruttiva è immensa. Uno studio recente (“Nuclear Terrorism and Nuclear Accidents in South Asia” di Kuchibhotla e McKinzie) illustra proprio gli effetti dell’esplosione di un ordigno nucleare da 5 KT. La sovrapressione distruggerebbe qualsiasi cosa nel raggio di un chilometro e mezzo circa, la nuvola del fall-out ricadrebbe su un’area di seicento chilometri quadrati. Senza contare gli effetti termici e quelli dell’impulso elettromagnetico.

UN PO’ DIFFICILE NASCONDERE TUTTO QUESTO - In un altro studio (“The Effects of Nuclear Weapons” di Glasstone e Dolan), viene mostrata la montagna di rocce creata dall’esplosione sotterranea di un ordigno di appena 0,087 KT. Figurarsi l’esplosione di un ordigno da 5 KT (cinquanta volte più potente). Del resto la bomba di Hiroshima aveva una potenza nominale di circa una quindicina di chilotoni, ed esistono studi secondo cui la potenza effettiva sviluppata dall’ordigno fu di molto inferiore: appena 3 KT (“Yeld of the Hiroshima Bomb Derived from Pessure Record”, di H.L. Brode).

QUALE TERREMOTO? - Chiarito che la storia dell’ordigno nucleare non sta in piedi in alcun modo, la curiosità ci spinge a verificare il presunto riscontro di un evento sismico registrato proprio in quella data e proprio in quell’area. Innanzitutto bisogna capire di che data si parla. La Prima guerra del Golfo è terminata il 28 febbraio del 1991, e il 10 marzo le truppe della coalizione erano già in fase di ritiro dal teatro. Per buona misura, abbiamo controllato i rilievi di eventi sismici registrati in un’area di ben 200 km di raggio da Basra (Bassora), dove esiste una stazione di rilevamento, per tutto l’anno 1991: qui l’evento. L’inchiesta dice che si è verificato tra “0 e 33 km di profondità” ma non si sono accorti (o non hanno voluto vedere) che il dato è contrassegnato con una F, che significa Fixed. Ossia la profondità è stata determinata e fissata con precisione, non è un range.

GUGOL CONFERMA - Se poi scarichiamo il file che contiene le coordinate di tutti gli eventi sismici registrati nel mondo nel 1991 e lo lanciamo su Google Earth, possiamo notare che non c’è stato un solo evento in tutta l’area compresa tra Bassora e l’Iran, nemmeno il più piccolo. I numerosi eventi registrati sono tutti avvenuti in Iran, in una zona fortemente sismica (figura 2). Non si capisce davvero come abbiano fatto quelli di RAI News a trovare un riscontro che non c’è, considerato che il database da noi utilizzato è il medesimo. Non si capisce nemmeno come si faccia a dire che la “potenza” di un evento sismico è comparabile a quella di un’esplosione nucleare da 5 KT, dato che gli effetti sismici di un’esplosione nucleare possono essere estremamente variabili secondo la profondità (se sotterranea) o la quota (se aerea) cui avviene l’esplosione, e secondo la conformazione geologica del sottosuolo. Anche la storia dell’evento sismico si rivela quindi una bufala.

L’INCREMENTO DEI TUMORI - Prendiamo atto dell’aumento dei casi di tumore a Bassora, e ci risparmiamo la verifica del dato. Ci sconcerta però l’affermazione secondo cui nel 1989 sono decedute solo trentadue persone di tumore in quell’area, con una popolazione di 2.600.000 persone, di cui oltre 1.800.000 nella città, pari a un decesso annuale ogni 56.250 abitanti. In Italia la media annuale è di un decesso ogni 450 abitanti , e non ci risulta che siano esplose bombe atomiche da queste parti. Sarà mica che le diagnosi tumorali, a Bassora, lasciavano un po’ a desiderare? In un articolo pubblicato nel 2003 sul Boston Globe, si riportano altre dichiarazioni rese dai medici iracheni, compreso lo stesso Jawad al-Ali citato da RAI News.

FORTI DUBBI - Da esse apprendiamo che nel 1988 a Basra erano registrati undici casi di cancro ogni 100.000 abitanti. È una cifra molto diversa rispetto agli 1,7 ogni 100.000 menzionati adesso, il che lascia piuttosto dubbiosi sulla validità delle cifre fornite. È verosimile che dopo la guerra siano stati applicati controlli diagnostici più incisivi, anche per studiare gli effetti delle sostanze tossiche rilasciate nelle aree di combattimento (metalli pesanti, uranio impoverito, composti chimici utilizzati nelle cariche esplosive, ecc.): queste sono certamente sostanze idonee a determinare un aumento dei casi di tumore, leucemie e malformazioni. Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con una fantomatica esplosione nucleare ed è sconcertante verificare che qualcuno senta la necessità di inventarsi ridicoli “scoop” per denunciare il quotidiano dramma della guerra. Questi sensazionalismi possono favorire la carriera di un giornalista, forse, ma sicuramente non saranno di alcun aiuto alla gente che soffre e muore nel corso di tante guerre, specialmente se lo “scoop” si rivela una bufala, come in questo caso.

09 ottobre 2008

Tempi d'oro per il Vaticano

http://www.vatican.va/news_services/or/photo/primi_piani/images/prevs/prev10.jpg
Foto vatican.va

Come sapete questo è periodo nero per le borse e io penso che tutto questo non porterà niente di buono per i cittadini normali. Pensate che anche il Papa in questi giorni ha voluto dire la sua: ”Vediamo adesso nel crollo delle grandi banche che i soldi scompaiono, sono niente, e tutte queste cose che sembrano vere in realtà sono di secondo ordine, solo la parola di Dio è fondamento della realtà e cambia il nostro concetto di realismo: realista è chi riconosce la realtà nella parola di Dio”.
Parole indubbiamente sagge... ma peccato che qualche giorno fà, in largo anticipo rispetto alla crisi finanziaria, lessi una cosa che certamente bisticcia enormemente con quanto detto l'altro giorno dal Pontefice.

Ve la propongo integralmente. Qui la fonte - CITTA’ DEL VATICANO - Il Vaticano può permettersi in questi tempi di guardare con serenità e distacco alla crisi dei mutui e alla tempesta finanziaria che stanno scuotendo il resto del mondo: già nel 2007, e su consiglio di abili consulenti finanziari, aveva trasformato i suoi investimenti azionari in oro, obbligazioni e contanti. Il giornale cattolico britannico ”Tablet” ha fatto esaminare ad analisti economici i dati contenuti nel rapporto annuale sulla gestione economica del Vaticano relativa allo scorso anno, preparato dalla Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede e reso pubblico gia’ nel luglio 2008. Non si tratta di cifre nuove, ma dalla lettura degli esperti emerge ora che la Santa Sede, sapientemente consigliata, aveva fiutato in anticipo i pericoli del mercato e convertito i propri investimenti, come un ”re Mida”. La Santa Sede possiede attualmente una tonnellata di oro che puo’ valere circa 19 milioni di euro.

Mistero della Fede o qualcos'altro? A voi la parola.

Segui in tempo reale la quotazione dell'oro

Stasera su RaiNews24 le prove della terza bomba nucleare sganciata dagli americani in Iraq

http://www.rainews24.rai.it/images/_logo-quadro.gif

Visto che questa notizia non è stata riportata in nessun organo di stampa tradizionale, pubblico che questa sera Rai News 24, alle ore 20, trasmetterà un importante inchiesta del giornalista Maurizio Torrealta, già autore dell'inchiesta (Falluja) che denuncerà grazie alle rivelazioni di Jim Brown, ingegnere meccanico ed ex-veterano della Guerra del Golfo del 1991 e che ha dunque partecipato all'operazione "Desert Storm", dove si accusa l'Amministrazione Americana di aver utilizzato negli ultimi giorni del febbraio 1991, una piccola bomba nucleare a penetrazione di 5 chilotoni di potenza nella zona tra la città irachena di Bassora ed il confine con l'Iran.

Due particolari emergerebbero nel lavoro di inchiesta, che a quanto pare è solo agli inizi:
  • consultando l'archivio "on line" del "Sismological International Center" che si trova che proprio nella zona descritta, è registrato un evento sismico di potenza corrispondente a 5 chilotoni l' ultimo giorno del conflitto raggiungendo 4.2 nella scala richter
  • la situazione sanitaria a Bassora ha raggiunto livelli di pericolosità davvero critici: i decessi annuali per tumore, secondo il responsabile del reparto oncologico dell' ospedale di Basra , Dott Jawad Al Ali , sono aumentati da 32 nel 1989 (prima della guerra del Golfo) a più di 600 nel 2002
L'inchiesta all'estero a quanto pare da parecchio tempo ha fatto molto scalpore, mentre, come al solito in Italia, la notizia è passata del tutto inosservata (mi taccio....).

consultate anche questi link:

L'inchiesta, che verrà replicata domattina alle 5.30 su RaiTre, è già disponibile in rete per la visione e lo scarico.

08 ottobre 2008

Legge 44, giustizia contro chi ha messo la Sardegna all'asta

Questa sera voglio mettere in primo piano su Niente Barriere una vicenda grottesca che si è svolta nella mia Regione, e che malgrado l'assurdità dei fatti, e i risultati catastrofici che si sono e si stanno avendo ancora oggi, colpendo molte migliaia di persone, ho notato in questi giorni un silenzio quasi totale dei media della mia Regione, malgrado la gravità dei fatti accaduti.
L'occasione per parlarne è stata che ieri si è svolta l'ultima udienza della causa civile intentata da tremila imprese agricole su circa cinquemila, tutte beneficiarie della legge regionale 44 del 1988, contro la Regione Sardegna.
A causa della scelleratezza di quella classe politica quasi tutte di quelle aziende... sono finite all'asta.

Vi invito a guardare questo servizio andato in onda nella rubrica Agri3 - Rai 3 che spiega veramente bene come sono andati veramente i fatti



Dunque ricapitolando: la Regione Sardegna adotta nel 1988 la legge 44 che prevedeva uno stanziamento di 60 miliardi di vecchie lire (circa 30 milioni di euro) per l'abbattimento dei tassi di interesse per i mutui per l'ammodernamento delle aziende.
Tutto questo senza avvisare la Comunità Europea che successivamente boccia lo stanziamento e apre una procedura d'infrazione nel 1996 intimando alla Regione di recuperare le somme erogate.
Le Banche ora pretendono dalle aziende il rientro delle somme pattuite naturalmente con tassi che arrivano al 17% d'interesse.
I moltissimi imprenditori agricoli che non riescono a soddisfare le pretese esose delle Banche (ad es. 60 milioni di lire finanziati - 600 milioni da restituire) vengono da queste ultime messe all'asta.

Da oggi il giudice ha 60 giorni di tempo per stanziare una sentenza.

Io provo vergogna e disgusto per quanto accaduto.