Scatta Domenica 24 Agosto, a Rimini, la
Ventinovesima Edizione del "Meeting per l'Amicizia fra i popoli" organizzato come ogni anno dal
Movimento Cattolico Comunione e Liberazione.Il Meeting è un festival estivo di incontri, politica, cultura, musica, sport e spettacolo che nel corso degli anni ha avuto sempre maggior successo tra la gente e i media.
Il Meeting di Rimini con le sue 700mila presenze medie, 400 mostre, 3.000 incontri, 5.000 personaggi e i circa 850 giornalisti, accreditati durante l'ultima edizione, lo hanno portato ad essere il festival estivo più frequentato del mondo.
I dibattiti pubblici tra i maggiori rappresentati politici degli schieramenti di centro sinistra e centro destra hanno portato nelle passate edizioni, secondo me, quelle prove di dialogo che hanno ottenuto con le ultime elezioni amministrative, l'allontanamento dal panorama politico italiano, dei partiti più oltranzisti e radicali di estrema sinistra, dando vita così ad un sistema politico più "morbido" rispetto al passato, dando vita ad un bi-partitismo, molto simile nei contenuti e non solo... (PD+L) .
Quest'anno nel Meeting si dibatterà sul tema: "
O protagonisti o nessuno".
La responsabile del Meeting Emilia Guarnieri, alla presentazione della manifestazione, ha sottolineato che: "L'uomo deve tornare protagonista della propria vita" - e ha ribadito che - "bisogna offrire un esperienza umana generata dalla fede cristiana che induce speranza".
Sempre in merito al tema ha spiegato che: "se il protagonista di oggi è colui che cerca solo il successo allora si rischia solo l'illusione di esserci in un triste e vuoto formalismo alimentato da scetticismo e cinismo."
Il Manifesto dell'edizione 2008 del Meeting di Rimini
Sfogliando nel programma sul loro sito ufficiale, ho trovato una bellissima testimonianza di vita che pubblicizza una delle tante mostre presenti al Meeting intitolata "Misurare il Desiderio infinito? La Qualità della Vita"
Sarà accaduto anche a voi di accusare il contraccolpo di incontri come quello con Pierre Mertens , che parlando di sua figlia nata con la Spina Bifida (e che secondo il pediatra non avrebbe dovuto vivere che poche ore), dice con un grande sorriso: “… la cosa più bella che mi è capitata nella vita è mia figlia Liesje ”.
Testimoni così, riescono a farci provare allo stesso tempo una gioia profonda e un disagio strano: una gioia reale, di quelle che ti fanno vivere l’istante dopo guardando diversamente le tue preoccupazioni e attese. Ma insieme un disagio perché mettono in crisi quello che facciamo tutti i giorni; infatti se questa è la vita, e sentiamo che è quella vera, ardua ma corrispondente fino in fondo, ma allora perché ne teniamo così poco conto nelle leggi che accettiamo, nelle costruzioni e nelle scelte che ogni giorno facciamo? Perchè continuiamo a lasciarci prendere la mano, il cuore e la testa da una apparenza prepotente ma insufficiente e ultimamente inadeguata all’infinito desiderio dell’uomo?
La mostra nasce dal tentativo di accettare questa provocazione non solo personalmente ma anche nel nostro lavoro medico. È da tutti riconosciuto che migliorare la qualità della vita è compito integrante della medicina, tuttavia oggi in nome di una sbandierata insufficiente qualità (rispetto a cosa?) vengono perpetrate o proposte, nei nostri paesi cosiddetti civili, le azioni più disumane (sospensioni di nutrimento e liquidi a malati gravi, aborto, eutanasia, non rianimazione dei neonati immaturi, ma anche scelte terapeutiche quotidiane altrettanto gravi anche se meno estreme). Basta leggere le cronache di quotidiane menzogne dei nostri giornali.
Il percorso della mostra segue le domande che ci siamo progressivamente posti ed è diviso in alcune “stanze”.
Si inizia entrando in una stanza “medica” nella quale si vede in breve la storia dello studio della qualità della vita in medicina. Mettere a tema la qualità della vita è indice di una attenzione: non solo ci si preoccupa di allungare la vita, ma anche di quale vita si rende possibile. Alla stanza medica segue la seconda stanza “della conoscenza”, dove ci si interroga sul fenomeno, appunto, della conoscenza. C’è infatti conoscenza immediata, dettata dall’evidenza riconosciuta (è pane, piove…), ma la maggior parte delle cose sono conosciute indirettamente (il fatto che ci sia l’America, che un altro mi voglia bene, anche tutta la cultura e la storia…) attraverso qualcun altro. Ecco la conoscenza indiretta: un altro comunicandomi la sua esperienza mi fa conoscere qualcosa di nuovo, un testimone rende per me la realtà trasparente.
La terza stanza si apre sul “racconto” di alcuni testimoni: Pierre Mertens ci racconta l’esperienza vissuta con sua figlia Liesje, altre testimonianze vengono dagli Hospices, o da altre situazioni durissime: AIDS, prigioni, Gulag e ci rivelano non un modo di sopravvivere ma vite piene e compiute. Ma come è possibile? Che cosa rende di qualità una vita? Infatti solo conoscendo veramente cos’è una vita di qualità, potremo aiutare a migliorarla. Non c’è nulla di automatico: c’è stata una mossa della libertà. Insomma c’è un viaggio da fare, c’è da inoltrarsi in mare aperto, verso l’ignoto. La mostra ci fa proseguire in questo viaggio – che diventa personale (diventa il nostro viaggio) e allo stesso tempo provoca a un ripensamento sui luoghi della cura – offrendoci l’aiuto dello sguardo di una artista (Marie Michèle Poncet) che ha fissato le osservazioni fatte durante un suo ricovero in disegni e acquarelli, nel suo “carnet de voyage” in ospedale. Si ritorna alla fine sul tema medico interrogandosi se veramente i questionari in uso non siano molto insufficienti a evidenziare una vita di qualità.
Il percorso si conclude con l’invito ad utilizzare questa conoscenza attraverso testimoni nei gesti di cura, nella costruzione dei luoghi della cura, nella stesura delle leggi perché l’uomo non sia ridotto proprio in quello che più lo caratterizza: un desiderio infinito che cerca nella realtà la risposta alla sua attesa di bene e di felicità.
A cura dell'Associazione Medicina e PersonaCordinamento Generale: Giorgio Bordin e Paola Marenco
Per Approfondire:
Il sito ufficiale di Comunione e LiberazioneIl sito ufficiale della Fondazione Meeting dell'amicizia fra i popoli
Don Luigi Giussani (1922-2005) fondatore del Movimento Cattolico Comunione e Liberazione, con il Papa Giovanni Paolo II (© Osservatore Romano / Mari)