17 luglio 2008

Doping: Antipasto Olimpico

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Il ciclismo è morto da tempo e l'ultimo episodio aumenta la tristezza e lo sdegno degli appassionati. Il ciclismo mi piace molto, in passato non mi vergogno che parecchie volte mi sono emozionato al punto di piangere, vedendo le gesta dei miei campioni preferiti, Chiappucci e Pantani su tutti.

Dopo le vicende di Pantani e di tutto il marcio di questi anni, dico con orgoglio che non mi guardo più una gara da molti anni. Mi chiedo quando la pianterà il sistema ciclistico di far finta di niente, i soldi tanti che circolano nell'ambiente valgono l'assunzione di vere schiffezze. Le squadre e gli atleti assoldano a peso d'oro i migliori alchimisti del doping, spacciandoli per medici.
E' davvero arrivato il momento di far sentire la voce degli appassionati, visto che da questo orecchio i "giornalai" manco si sognano naturalmente di fotografare la realtà.

Galera, e tanta, per atleti, dirigenti e dottori beccati, controlli maggiori e trasparenti come in Francia per tutti gli atleti, rimensionare urgentemente i budget economici delle squadra professioniste, manifestare il proprio sdegno ai corridori durante le maggiori gare nel nostro territorio nazionale, cambiare canale davanti un evento di ciclismo alla tv, pretendere che la RAI non compri più e trasmetta gare di ciclismo a tempo indeterminato, varie ed eventuali.

Mi aspetto i vostri suggerimenti o almeno un dibattito franco e sincero di tutti gli appassionati di ciclismo.

Sia chiaro questo è un post che parla di ciclismo ma non mi tappo gli occhi e le orecchie: il problema è di tutto lo sport in generale.


http://www.corriere.it/Fotogallery/Tagliate/2008/07_Luglio/17/RIC/07.JPG


3 commenti:

Andrea De Luca ha detto...

Raimondo purtroppo il ciclismo viene scosso da questi casi di doping, rovinando uno sport seguitissimo e molto bello...

Anonimo ha detto...

Ormai seguo pochissimo sport per gli stessi motivi che elenchi nell'articolo: troppi soldi e doping. Da qualche anno conosco ormai solo una forma di sport: quello praticato con gioia fra amici al campetto di calcetto nelle serate estive, quello delle pedalate in bicicletta in mezzo alla natura, senza perseguire vittoria ma godendo della vita, quello delle corse chilometriche per allenarmi. Lo sport, per me, è diventato sinonimo di stare in compagnia, senza vincitori e vinti. Tutto il resto ormai è solo marciume televisivo e business sfrenato.

Federico ha detto...

Purtroppo il ciclismo è da molti anni uno sport completamente morto. E se non è ancora morto è agonizzante.