“Bisogna cercare di spiegare perché il mondo attuale, che è orribile, non è nient’altro che un momento nel lungo evolversi della storia, che la speranza è sempre stata una delle forze diominanti delle rivoluzioni e delle insurrezioni e di come tuttavia sento la speranza come mia concezione di ciò che verrà” [Jean-Paul Sartre]
“I soldi non ci servono più” è la dichiarazione d’indipendenza dell’era contemporanea. È il risultato del riconoscimento del fallimento del sistema economico e politico che si è sviluppato nel corso degli ultimi decenni, che ha disatteso tutte le promesse fatte ai cittadini e che oggi sta, lentamente ma definitivamente, morendo.
In Europa, Spagna, Italia, Inghilterra, Francia, Germania, Grecia, Portogallo sono tutte nazioni in crisi, stanno vivendo un processo di rottura e cambiamento con quello che, fino a qualche mese fa, era il sogno americano di ognuna di queste nazioni, quel progetto di benessere propagandato dai politici, quel sistema che tanto volevano far apparire forte e sicuro.
Sono cominciate le rivoluzioni. Dal Medio Oriente, all’Africa, all’Europa, presto toccherà anche agli Stati Uniti d’America. I popoli che hanno vissuto in maniera più violenta gli abusi di potere ed i soprusi della classe politica mondiale, sono insorti per primi e hanno segnato l’inizio di una nuova Era per tutta l’umanità.
Da queste rivolte, sta rinascendo la coscienza di tutti i cittadini del mondo, la consapevolezza che il sistema politico è servo di un malefico sistema finanziario che, a sua volta, non è nient’altro che un perfido gioco per adulti, un gioco da tavola in cui si crea e si muove denaro, solo per giustificare l’unico vero obiettivo da raggiungere: il potere, il potere di fare quello che si vuole e come lo si vuole, il potere di fare le leggi e dell’essere legittimati di decidere sulla vita degli altri uomini, senza dare valore a parole come morale, etica, rispetto o condivisione.
Il denaro è la vera piaga dell’uomo, la più grave e violenta di tutti i tempi ed è ciò che dovrà venir estirpato, se si vorrà salvaguardare e preservare la vita su questo pianeta. Estirpare il denaro significa realizzare un ulteriore, importantissimo, passo del processo evolutivo, significa rendere realtà ciò che solo pensavamo fosse un sogno, una favola, un desiderio irrealizzabile: la fine del mandato del denaro.
Il sistema finanziario sta già morendo, attraverso i suoi sudditi ha cominciato a scalpitare, gridare, far forza come non mai, mostrare il peggio di sé, senza accontentare con mezze misure e sorrisi, arrabbiandosi ed agitandosi… ma sta solo tentando di contrastare un destino a cui non potrà sottrarsi.
L’umanità sta maturando e presto potrà vivere senza denaro, strapperemo le banconote e metteremo le monete nei musei. Anche se in molti non ne siamo ancora consapevoli o convinti, il giorno in cui non ci sarà più bisogno del denaro è vicino. Magari è questione di mesi, anni o decenni (se sopravviveremo, ndr) ma questo è il futuro: la morte del denaro e delle banche. Quando avverrà, in quel giorno così beato, l’umanità avrà raggiunto il più alto livello di evoluzione e sviluppo di questo tempo.
Attualmente stiamo vivendo il periodo più turbolento di questo cammino evolutivo, le carte del nemico non sono mai state così scoperte e tutti, anche i più scettici San Tommaso, possono vedere e comprendere chiaramente che il benessere collettivo non è mai stato l’obiettivo del sistema politico-economico d’Occidente o d’Oriente ed il falso benessere propagandato attraverso i consumi e le promesse sono sempre stati specchi per le allodole.
In questi giorni, le allodole si stanno ricordando di saper volare e d’essere creature libere e semplicemente si stanno riprendendo questo loro diritto: il mondo è loro, nessuno le potrà più ingabbiare. I cittadini stanno scendendo in piazza con l’intenzione di restarci fino a che non sarà più necessario protestare per la difesa dei diritti fondamentali delle persone, in nessun angolo del mondo.
L’ora delle battaglie più grandi è già cominciata, ne siamo testimoni e partecipanti, in decine di Paesi si sta già lottando con i denti contro il sistema finanziario, il subdolo nemico che ha creato quello che è il nazismo dei giorni nostri, il sistema consumista.
“Il nazismo è stato vinto grazie al sacrificio dei nostri fratelli e delle nostre sorelle della Resistenza e delle Nazioni Unite contro le barbarie del fascismo – scrive Stéphane Hessel, diplomatico francese e co-redattore della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 – però questa minaccia non è svanita del tutto e la nostra collera rispetto la ingiustizia continua intatta. Appelliamo ad una insurrezione pacifica contro i mezzi di comunicazione di massa, che non propongono altro orizzonte ai giovani che il consuimo di massa, il disprezzo verso i più deboli e verso la cultura, l’amnesia generalizzata e la competizione ad oltranza di tutti contro tutti. La prima decade del XXI secolo è stato un periodo di retrocesso […]. Il potere del denaro non era mai stato così grande, insolente, egoista con tutti, dai suoi propri servi fino alle sfere più alte dello Stato. Le banche, privatizzate, si preoccupano prima di tutto dei loro dividendi e degli altissimi stipendi dei loro dirigenti, però non dell’interesse generale. Non era mai stata così importante la distanza tra i più poveri ed i più ricchi, ne così incoraggiata la competitività e la corsa per il denaro. Attualmente in Europa ed in tutto il mondo, banchieri e uomini di finanza, gli indiscutibili colpevoli della crisi, si sono messi in salvo e continuano a vivere come sempre, senza grandi perdite. In cambio, le loro vittime non hanno recuperato il lavoro, né quello che era il loro livello di benestare” [fonte: ¡Indignaos!, Stéphene Hessel, 2011].
È vergognoso continuare a tollerare la situazione attuale: mentre metà mondo muore di fame e l’altra metà si ribella in piazza contro i politici e l’economia internazionale, i politici, i re, i principi ed i banchieri godono da soli delle ricchezze di tutti. Queste persone sono quelle che decidono se la polizia deve sparare sulla folla, quelli che decidono quanti soldi pagare il tuo contributo alla costruzione del loro impero industriale, quelli che ti salassano e ti frustano a suon di tasse e ti prendono in giro con le promesse, quelle che uccidono l’ambiente e ne vanno orgogliosi, quelli che giocano a fare i re e le regine, quelli che hanno trovato nel consumo di massa il modo di farti addormentare contento, con l’ultimo modello di I-pod tra le mani, per non farti sentire il bisogno di scendere in piazza, per farti sentire realizzato, completo ed al passo coi tempi.
Svegliati, ebete!
Matteo Vitiello
Nessun commento:
Posta un commento