04 luglio 2011

Strategia europea sulla disabilità 2010-2020


Comitato economico e sociale europeo

SOC/403
Strategia europea sulla disabilità 
2010-2020

Bruxelles, 1° giugno 2011

PROGETTO PRELIMINARE DI PARERE
della sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Strategia europea sulla disabilità 2010-2020: un rinnovato impegno per un'Europa senza barriere.

COM(2010) 636 definitivo

Relatore: VARDAKASTANIS

Ai consiglieri 
membri del gruppo di studio Strategia europea sulla disabilità 2010-2020
della sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza

NB: Il presente documento sarà esaminato nella riunione del 9 giugno 2011 alle ore 14.30.

Documento trasmesso per traduzione il 23 maggio 2011

Amministratore: Erik MADSEN

Gruppo di studio:
Presidente: IULIANO (IT-II)
Strategia europea sulla disabilità 2010-2020

Relatore:
VARDAKASTANIS (EL-III)
(art. 62 - VAN TURNHOUT)

Membri:
ALMEIDA FREIRE (PT-I)
ANDERSEN (DK-III)
CABRA DE LUNA (ES-III)
CORREIA (PT-II)
DRBALOVÁ (CZ-I)
HADJIYSKY (BG-I)
JASIŃSKI (PL-II)
KOMOROWSKI (PL-I) (art. 62 - KLIMEK)
KÖSSLER (SE-III)
PATER (PL-III)
TAYLOR (UK-II)
VERBOVEN (BE-II)
ZVOLSKÁ (CZ-I)

Esperti:
Javier GÜEMES (per il relatore)
Henri LOURDELLE (per il II gruppo)
Donata VIVANTI (per il III gruppo)

La Commissione europea, in data 13 gennaio 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Strategia europea sulla disabilità 2010-2020: un rinnovato impegno per un'Europa senza barriere
COM(2010) 636 definitivo.
La sezione specializzata Occupazione, affari sociali e cittadinanza, incaricata di preparare i lavori in materia, ha formulato il proprio parere in data …

Alla sua …a sessione plenaria, dei giorni … (seduta del …), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con … voti favorevoli, … voti contrari e … astensioni.

1. Conclusioni e raccomandazioni

1.1 Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore la strategia europea sulla disabilità 2010-2020 (di seguito "la strategia") in quanto strumento politico che fornisce un piano di attuazione concreto per i primi cinque anni (2010-2015) del periodo in questione.

1.2 La strategia è intesa a dare attuazione alla Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità (di seguito "la Convenzione"). Il CESE ritiene tuttavia che essa vada interpretata e utilizzata in modo da garantire che l'UE tenga fede agli impegni derivanti dalla firma della Convenzione.

1.3 Il CESE accoglie con favore la conferma formale della Convenzione da parte dell'UE; ne riconosce il carattere giuridicamente vincolante e invita l'UE a compiere il passo successivo - altrettanto importante -, ossia la ratifica del Protocollo opzionale.

1.4 Ricorda che la conferma formale della Convenzione comporta per l'UE l'obbligo giuridico di garantire la conformità della sua legislazione secondaria attuale e futura alla Convenzione stessa.

1.5 Ritiene che la Convenzione stabilisca un quadro chiaro che consente alle persone con disabilità di contribuire alla realizzazione del loro potenziale se vengono garantiti partecipazione e coinvolgimento.

1.6 Si rammarica che la Commissione europea non abbia avanzato una proposta legislativa in materia di discriminazione contro i disabili. Chiede una normativa europea incisiva che estenda la protezione dei diritti delle persone con disabilità ad altre sfere oltre a quella dell'occupazione. Sottolinea il valore aggiunto della consultazione e del coinvolgimento attivo delle organizzazioni dei disabili nella definizione e nell'attuazione della legislazione e delle politiche che li riguardano, conformemente all'articolo 4, paragrafo 3 della Convenzione e all'articolo 11 del Trattato sull'Unione europea.

1.7 Evidenzia che le parti sociali svolgono un ruolo importante ai fini dell'inclusione dei disabili e le invita a tenere maggiormente conto della disabilità nelle loro trattative. Chiede l'attuazione dell'accordo quadro sui mercati del lavoro inclusivi e fa osservare che le politiche per l'occupazione dei disabili devono puntare soprattutto su un approccio che copra l'intero arco della vita lavorativa (lifestreaming), in particolare sulla formazione permanente, il reclutamento, la continuità dell'occupazione e il reinserimento lavorativo, mantenendo un'applicazione positiva della legislazione sugli aiuti di Stato. Inoltre, apprezza e incoraggia le azioni congiunte tra sindacati e associazioni, come ad esempio la conferenza congiunta organizzata dalla Conferenza europea dei sindacati (CES) e dal Forum europeo dei disabili (EDF).

1.8 Ritiene che per realizzare un'Europa senza barriere, che garantisca ai disabili la libertà di circolazione, sia necessario adottare un "atto europeo sull'accessibilità", vale a dire una legislazione incisiva e vincolante che assicuri ai disabili l'accesso ai beni, ai servizi e all'ambiente edificato.

1.9 L'integrazione sistematica dell'accessibilità nelle politiche europee contribuirà alla competitività e alla ripresa economica dell'UE creando nuovi mercati per i prodotti e i servizi di assistenza e nuovi posti di lavoro a questi legati.

1.10 Il CESE giudica positivamente la proposta della strategia di assicurare entro il 2015 la piena accessibilità dei siti web del settore pubblico e di quelli che forniscono al pubblico servizi di base.

1.11 Promuove l'adozione di una Carta europea della mobilità basata sul mutuo riconoscimento dei rispettivi assegni di invalidità da parte di tutti gli Stati membri dell'UE in quanto strumento in grado di favorire la libertà di circolazione delle persone con disabilità consentendo loro di viaggiare nell'UE e usufruire di benefici diretti.

1.12 Invita al rispetto della dignità umana e dell'uguaglianza nella definizione delle politiche dell'UE. Chiede inoltre che venga fatta opera di sensibilizzazione contro gli stereotipi di cui sono oggetto i disabili sul lavoro, l'istruzione e in altri campi.

1.13 Crede nel valore aggiunto di un'azione europea per superare le disparità nella situazione dei disabili nei diversi Stati membri.

1.14 Raccomanda di elaborare degli indicatori di disabilità che consentano un monitoraggio numerico dei cittadini con disabilità in vista della realizzazione degli obiettivi di Europa 2020 in materia di riduzione del tasso di abbandono scolastico, della povertà e della disoccupazione.

1.15 Ritiene necessario creare un comitato europeo per la disabilità che fornisca al Forum europeo dei disabili una governance strutturata. Esso avrebbe il compito di coordinare e monitorare l'attuazione della Convenzione a livello degli Stati membri, ai sensi dell'articolo 33, paragrafo 1, della Convenzione.

1.16 Si impegna a effettuare una valutazione costante della strategia e a creare tutti i meccanismi necessari per monitorare l'attuazione tanto della strategia quanto della Convenzione.

1.17 Riconosce la necessità di sostenere le persone con disabilità nei periodi di crisi economica e mette in guardia contro eventuali tagli alla spesa sociale dovuti all'adozione di misure di austerità. Raccomanda di utilizzare i fondi strutturali per tale sostegno e per finanziare l'attuazione della strategia e della Convenzione. Per quanto riguarda i fondi strutturali in modo particolare, occorre inoltre mettere a punto nuovi meccanismi, come l'assegnazione diretta dei finanziamenti (ringfencing) alle azioni mirate ai disabili e ad altre categorie vulnerabili.

1.18 Il CESE afferma che i minori disabili dovrebbero godere pienamente di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali di cui godono gli altri e ricorda la Convenzione sui diritti del fanciullo e gli obblighi che ne derivano.

1.19 Riconosce che le persone di sesso femminile che presentano delle disabilità sono vittime di discriminazione e corrono maggiori rischi di subire violenze. Chiede che l'uguaglianza e le considerazioni di genere siano integrate sistematicamente nelle politiche europee e che vengano adottate iniziative specifiche per prevenire la violenza e sostenere le vittime della violenza.

1.20 Sollecita il passaggio dall'assistenza in istituto a quella basata sulla comunità, onde rispettare il diritto dei disabili all'autonomia. I finanziamenti europei dovrebbero essere utilizzati per trasformare gli istituti in servizi basati sulla comunità e non per costruire o ristrutturare gli istituti. Il CESE sottolinea la necessità di promuovere un tenore di vita adeguato e l'invecchiamento attivo.

2. Introduzione

2.1 Il CESE chiede che si proceda al riesame e allo sviluppo della legislazione europea onde dare un'efficace attuazione alla Convenzione.

2.2 È dell'avviso che le politiche dell'UE dovrebbero rispecchiare il cambiamento radicale introdotto dalla Convenzione, con il passaggio da un approccio di tipo medico a uno basato invece sui diritti umani, e si impegna ad applicare alla disabilità i principi del modello sociale.

2.3 Raccomanda di adottare la definizione della Convenzione, secondo cui "per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri."

2.4 È fermamente convinto che ogni essere umano ha diritto alla vita e sottolinea che le persone con disabilità godono di questo diritto su base di uguaglianza con gli altri.

2.5 Denuncia le difficili condizioni in cui vivono le persone con disabilità, che sono vittime di molteplici forme di discriminazione basate sul sesso, la razza, il colore della pelle, l'origine etnica o l'estrazione sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le tendenze politiche e altre idee, l'appartenenza a una minoranza nazionale, le condizioni economiche, la nascita, l'età, l'orientamento sessuale o qualsiasi altro aspetto.

2.6 I disabili rappresentano all'incirca il 16 % della popolazione dell'UE, pari a 80 milioni di persone.

2.7 Il CESE prende atto del fatto che le persone con disabilità rappresentano un sesto della popolazione attiva dell'UE e che il 75 % di esse, che ha bisogno di un sostegno intensivo, non ha accesso all'occupazione. Il 38 % dei disabili di età compresa fra i 16 e i 34 anni guadagna 36 % in meno rispetto alle persone non affette da disabilità. La crisi finanziaria potrebbe inoltre aggravare il rischio di povertà per i disabili e le loro famiglie.

2.8 Il CESE rinnova il suo impegno a promuovere l'uguaglianza e l'inclusione dei disabili, come già indicato in precedenti pareri, sia attraverso l'attuazione della strategia e della Convenzione che tramite l'azione esterna dell'UE.

2.9 Chiede misure efficaci per combattere l'abbandono scolastico precoce, considerando che i disabili hanno il doppio di probabilità rispetto agli altri studenti di raggiungere l'istruzione superiore.

2.10 Esorta a un'adeguata attuazione della direttiva 2000/78/CE del Consiglio che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro. La negazione di un "accomodamento ragionevole" va considerata come una forma di discriminazione, come stabilito dalla Convenzione.

2.11 Il CESE sostiene il ricorso ai fondi strutturali per realizzare la ripresa economica e costruire la coesione sociale. La futura regolamentazione dovrà fare della non discriminazione e dell'accessibilità due principi orizzontali e riconoscere il valore aggiunto della partecipazione delle organizzazioni dei disabili a ogni fase del processo (elaborazione, attuazione, gestione, valutazione e monitoraggio). Le disposizioni a favore della non discriminazione e dell'accessibilità dovrebbero essere rafforzate tramite linee direttive e prontuari per un'applicazione efficace.

2.12 Occorre inoltre esaminare l'introduzione di appropriati meccanismi di assistenza finanziaria, come ad esempio l'assegnazione diretta dei finanziamenti (ringfencing) a misure destinate ai disabili e ad altre categorie vulnerabili in modo da focalizzare la politica di coesione su priorità pertinenti. Il CESE ha già raccomandato di destinare i fondi a specifici obiettivi di inclusione sociale. Inoltre, per garantire l'assistenza necessaria per attuare i principi della Convenzione dell'ONU sulle persone con disabilità e la strategia europea sulla disabilità, occorre inserire l'inclusione sociale dei disabili nell'insieme tra le categorie di spesa.

3. Valutazione della strategia europea sulla disabilità 2010-2020

3.1 Il CESE ritiene che la strategia in esame rifletta almeno parzialmente gli obiettivi della Convenzione e che i quattro settori di intervento in essa definiti siano pertinenti e vadano rafforzati alla luce della Convenzione.

3.2 Si rammarica che non sia stata data alla parità di genere una dimensione trasversale nella strategia. Chiede che vengano forniti dati disaggregati per genere in materia di disabilità, e che le statistiche sui generi comprendano anche le donne con disabilità. Raccomanda di tenere conto della dimensione di genere nel bilancio degli strumenti finanziari UE relativi alla disabilità. Nell'attuazione della strategia dovrebbe essere garantita l'integrazione sistematica della dimensione di genere.

3.3 Il CESE apprezza il fatto che la strategia si proponga di rimediare alla mancanza di dati relativi alla disabilità e invita a elaborare indicatori per misurare i tassi di occupazione e di povertà dei disabili e il loro accesso all'istruzione.

3.4 Pur riconoscendo l'importanza della prevenzione, affrontata nella strategia nella parte del documento relativa alla salute, il CESE riterrebbe auspicabile che la strategia si concentrasse sull'affermazione dei diritti delle persone con disabilità, anziché mescolare questo aspetto alla prevenzione.

3.5 Il CESE giudica positivamente il forte impegno della strategia in materia di accessibilità e il suo impatto positivo sulla società (ad esempio gli anziani e le persone a mobilità ridotta). Per le imprese, essere accessibili significherà avere più clienti (15 % dei consumatori). Nuovi prodotti creano nuovi mercati e sono una fonte di crescita economica sostenibile. Il CESE rammenta la risoluzione del Consiglio dell'UE nella quale si afferma che "l'accessibilità rappresenta una pietra miliare di una società inclusiva basata sulla non discriminazione".

3.6 Il CESE promuove l'uso dei fondi strutturali per fornire alla strategia un adeguato sostegno finanziario. In particolare, propone di usare più efficacemente il Fondo sociale europeo (FSE) per promuovere l'integrazione nel mercato del lavoro e del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) per realizzare un elevato livello di accessibilità in Europa.

3.7 Ritiene che la strategia dovrebbe promuovere maggiormente l'autonomia delle persone con disabilità tramite un'assistenza basata sulla comunità e la deistituzionalizzazione. I fondi europei dovrebbero finanziare esclusivamente l'assistenza basata sulla comunità.

3.8 Il CESE fa presente che l'"inserimento attivo" deve fornire un collegamento con il mercato del lavoro, assicurare un reddito sufficiente e garantire un accesso a servizi sociali di qualità, al fine di migliorare il tenore di vita anche di coloro che sono lontani dal mercato del lavoro.

3.9 È del parere che l'UE, in quanto primo donatore mondiale di aiuti esterni, dovrebbe dare l'esempio promovendo l'integrazione sistematica della disabilità nelle sue attività di cooperazione.

3.10 Promuove un mercato unico inclusivo e chiede l'inserimento di clausole sociali obbligatorie negli appalti pubblici, specialmente per favorire l'accessibilità, l'occupazione, la non discriminazione e la qualità dei servizi sociali. Occorre continuare ad elaborare standard di accessibilità a sostegno della legislazione relativa agli acquisti degli enti pubblici, prendendo a modello la legislazione americana sulla disabilità. Il CESE riconosce l'importanza del dialogo tra istituzioni, industria e società civile nella definizione di tali standard. In futuro occorrerà però un meccanismo più strutturato, visto il suo limitato successo nella pratica.

3.11 Il CESE accoglie con favore il progetto di relazione del Parlamento europeo sul tema Mobilità delle persone con disabilità e Strategia europea sulla disabilità 2010-2020 e incoraggia il Parlamento europeo a fissare obiettivi più ambiziosi.

4. Attuazione e governance

4.1 Il CESE chiede una governance strutturata della strategia tramite un comitato europeo per la disabilità, che sostituisca il gruppo di alto livello sulla disabilità e funga da meccanismo di coordinamento per l'attuazione e il monitoraggio della Convenzione ai sensi dell'articolo 33, paragrafo 1, della Convenzione stessa.

4.2 È dell'avviso che la composizione di tale comitato debba garantire la partecipazione di rappresentanti dei disabili e la consultazione del CESE e altri soggetti interessati.

4.3 Si impegna ad attuare al suo interno la strategia e la Convenzione, anche creando un comitato direttivo ad hoc per monitorare e valutare l'attuazione. Esso farà altresì opera di sensibilizzazione organizzando eventi come ad esempio un convegno ad alto livello sulla cooperazione con le altre istituzioni dell'UE.

4.4 Invita a dedicare la debita considerazione all'articolo 33, paragrafi 1 e 2 della Convenzione, che vanno attuati senza indugio in cooperazione con le organizzazioni di rappresentanza dei disabili. Sottolinea l'importanza di porre il punto centrale sotto la diretta responsabilità del Segretario generale della Commissione e di garantire la piena indipendenza e il pluralismo del meccanismo di monitoraggio.

4.5 Ricorda l'obbligo di coinvolgere le persone con disabilità e le loro organizzazioni di rappresentanza nell'attuazione e nel monitoraggio della Convenzione, compresa la strategia, conformemente all'articolo 33, paragrafo 3 della Convenzione e all'articolo 11 del TUE.

4.6 Ritiene importante monitorare l'attuazione delle azioni nazionali da realizzare nel quadro della strategia entro il 2015 assicurando la presentazione, da parte degli Stati membri, di relazioni sullo stato di avanzamento. La Commissione europea dovrebbe inoltre riferire sui risultati conseguiti a livello europeo. L'attuazione della strategia sulla disabilità dovrebbe essere collegata a quella della strategia Europa 2020 e delle sue iniziative faro. Gli Stati membri dovrebbero inserire nei loro programmi nazionali di riforma degli obiettivi riguardanti specificamente i disabili per misurare la povertà, i tassi di occupazione e l'istruzione.

4.7 I programmi di finanziamento della Commissione europea che in futuro subentreranno a Progress dovrebbero sostenere la partecipazione delle organizzazioni dei disabili che rappresentano sia disabilità multiple che specifici menomazioni. Ciò faciliterà l'attuazione della Convenzione.

4.8 Il CESE invita i soggetti interessati - es. sindacati, datori di lavoro, fornitori di servizi e organizzazioni di rappresentanza dei disabili - a impegnarsi attivamente nell'applicazione della strategia nell'ambito delle loro competenze e ruoli.

4.9 Invita i sindacati e i rappresentanti degli imprenditori a integrare le considerazioni legate alla disabilità nelle trattative per promuovere mercati del lavoro inclusivi e l'attuazione della strategia.

4.10 Reputa che la strategia dovrebbe promuovere la cooperazione tra le organizzazioni nazionali di rappresentanza dei disabili e i consigli economici e sociali nazionali per diffondere maggiormente la strategia negli Stati membri.

4.11 Esorta la Commissione e il Consiglio ad adottare provvedimenti per migliorare il loro coordinamento nell'attuazione della strategia. Chiede inoltre un migliore coordinamento nel futuro sviluppo delle politiche legate alla disabilità. Per fare questo occorre un forum più efficace del gruppo ad alto livello.

4.12 Il CESE invita a integrare in tutti i settori di intervento della strategia i bisogni delle persone che necessitano di un sostegno intensivo.

5. Revisione della strategia europea sulla disabilità nel 2015 e nuovo quadro post 2020

5.1 Il CESE propugna un attento riesame della strategia e la definizione di una serie di azioni ambiziose per il dopo 2015 dirette a lottare contro la discriminazione e garantire l'uguaglianza nell'UE.

5.2 Esorta a riesaminare la legislazione UE esistente e a inserire sistematicamente i principi della Convenzione nelle nuove normative e politiche UE.

5.3 Promuove un riesame globale della strategia entro il 2013 per garantire che sia conforme con le disposizioni della Convenzione e trattare aspetti come, tra l'altro, il diritto alla vita e il riconoscimento dinanzi alla legge.

5.4 È del parere che l'obiettivo fondamentale della strategia sia l'uguaglianza dei disabili in materia di occupazione, istruzione, libertà di circolazione e altri aspetti rilevanti della loro vita.

5.5 Ribadisce la necessità di essere consultato prima della presentazione dei rapporti di attuazione dell'UE al comitato dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità.

5.6 Ricorda l'importanza di dati coerenti per lo sviluppo delle politiche e per una valutazione adeguata della strategia. Esorta a elaborare indicatori specifici per la disabilità a livello europeo.

Prime proposte per un nuovo elenco di azioni post 2015

5.7 Il CESE intende monitorare da vicino l'attuazione di un eventuale atto europeo sull'accessibilità negli Stati membri dopo l'adozione della proposta legislativa della Commissione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio sotto forma di normativa vincolante. Invita a elaborare un piano concreto per rendere tutte le istituzioni dell'UE (infrastrutture, procedure di reclutamento, riunioni, siti web e informazioni) accessibili ai disabili.

5.8 Sottolinea quanto sia importante che la Commissione presenti una proposta legislativa in materia di discriminazione a danno dei disabili e chiede una legislazione europea incisiva che estenda la tutela dei diritti delle persone con disabilità ad altri settori oltre l'occupazione.

5.9 È dell'avviso che il nuovo elenco di azioni per il periodo post 2015 dovrebbe comprendere misure per affrontare la specifica situazione di donne, ragazze, minori e anziani con disabilità nonché delle persone che necessitano di un sostegno intensivo.

5.10 Sottolinea la necessità di garantire che i disabili possano beneficiare pienamente della libertà di circolazione e si attende proposte concrete per eliminare le barriere alla trasferibilità dei sussidi e delle prestazioni di sicurezza sociale per la disabilità da uno Stato membro all'altro.

5.11 Propone la creazione di un Osservatorio della disabilità per analizzare la situazione dei disabili nell'UE, scambiare buone pratiche e sostenere lo sviluppo delle politiche.

5.12 Invita a elaborare un quadro europeo di qualità giuridicamente vincolante per i servizi basati sulla comunità e ad attuarlo negli Stati membri.

5.13 Riconosce la necessità di un'istruzione generale che sia inclusiva. Suggerisce di insegnare la lingua dei segni fin dalle scuole primarie, assumere insegnanti competenti nell'uso del Braille e altri sistemi appropriati per sostenere gli allievi con disabilità.

5.14 Chiede che venga sviluppato un sistema europeo comune di valutazione della disabilità basato sui diritti umani.

5.15 Propone di promuovere l'uguale riconoscimento dei disabili dinanzi alla legge e l'adozione di tutte le opportune misure per lottare contro la discriminazione.

5.16 Chiede il riconoscimento dei diritti politici delle persone con disabilità e del loro diritto di esercitarli su base di uguaglianza con gli altri. Chiede che nelle elezioni vengano utilizzate procedure di voto, strutture e materiale appropriati e accessibili.

5.17 Invita a integrare sistematicamente la disabilità e gli obblighi derivanti dalla conferma formale della Convenzione in tutte le linee di bilancio pertinenti del quadro finanziario pluriennale e di altri strumenti finanziari, in modo da garantire risorse adeguate per promuovere l'accessibilità e l'inclusione.

5.18 Chiede che venga documentata l'efficacia degli strumenti politici esistenti per il miglioramento della condizione dei disabili e propone, a questo fine, di finanziare progetti, studi e ricerche a livello UE.

NB. il seguente documento è scaricabile in formato .doc cliccando qui

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