19 novembre 2008

Niente Barriere commenta "La grande truffa del Digitale Terrestre"

Stamattina mi sono imbattuto in un articolo molto interessante che parlava del Digitale Terrestre. Come saprete questo Blog ha già affrontato la questione col post Stop alla Tv Analogica: la Sardegna è digitale. Essendo questa un'inchiesta fatta abbastanza bene, non ho resistito e ho lasciato un commento.

Niente BarriereNo Gravatar

  1. 19 Novembre 2008 , 10:32
    Bel articolo io ci avrei aggiunto che il digitale terrestre è stato fatto per permettere a Berlusconi di usufruire a pieno di una pay tv (vi ricordate di tele+), a spese dello stato e quindi nostre, visto che appunto si vedono soprattutto i canali ..a pagamento.
    Soru è interessato al progetto perchè ha Tiscali Tv che in italia è poco conosciuta ma altrove..
    Infine è una tecnologia vecchia e limitativa perchè sfrutta segnali terrestri, se vicino a casa tua hai la sfortuna di aver qualche ostacolo (esempio una montagna, un grande edificio, una chiesa per esempio.. etc)vedi poco o nulla.. passate a seneghe(OR) e controllate..

    Per non parlare del meteo.. bastano poche gocce e finchè non smette non vedi.. Sembra quasi quasi una Warless scarsa… ;;;;))))


Dal sito d'informazione online Giornalettismo:


Doveva essere “il futuro” sceso sulla terra grazie al magnanimo Maurizio Gasparri. Ma fra lungaggini, problemi e soldi buttati, di “nuovo” nell’affaire “digitale terrestre” non si è visto proprio niente. Anzi, il caso Sardegna insegna che…

Spesso si dice: “Lasciatelo lavorare”. Nel senso che all’Esecutivo bisogna dare il tempo necessario affinché la forza dei provvedimenti governativi si dispieghi in tutta la sua beltade. Vero, per carità; e visto che Silvio Berlusconi è stato già al governo per ben 5 anni, è il caso di apprezzare quanto bene abbia portato all’Italia una delle sue leggi più rappresentative. Ve lo ricordate il digitale terrestre? E’ quella nuova forma di trasmissione delle reti tv prevista in seno alla Legge Gasparri che presto diventerà l’unica. E’ infatti iniziato con successo lo switch off, ovvero lo “spegnimento” del caro vecchio etere a cui tutti siamo abituati, che dalla Sardegna si estenderà poi a tutto lo stivale. La ratio di tutto ciò è semplice: le vecchie frequenze erano limitate mentre sul dt sono potenzialmente infinite. In termini di concorrenza, significa un nuovo mercato da conquistare completamente; in termini di antitrust invece, una base infinita su cui ricalcolare le posizioni dominanti attuali. Che, ovviamente, si ridimensionano di molto considerando che non si calcolano solo più su 10 frequenze, ma su un numero potenzialmente infinito. In soldoni, se hai 3 reti su 10 è un conto, se ne hai 3 su N milioni un altro. Geniale, non c’è che dire.

POLLICE VERSO - L’idea della sperimentazione a braccetto con la Val d’Aosta aveva inizialmente entusiasmato il Governatore Soru, Mister Tiscali per intenderci ovvero uno che la tecnologia la respira a pieni polmoni. In breve i fuochi di paglia si sono spenti per cedere il posto ai veti. ”Farò una battaglia perché non si può negare ai Sardi il diritto di continuare a vedere la televisione nel modo in cui la vedono a cominciare dai programmi del servizio pubblico. Non metteremo una lira in una operazione che si sta rivelando del tutto diversa da quella che avevamo negoziato nell’aprile scorso con il Ministero delle Telecomunicazioni e le reti televisive Rai, Mediaset e La 7, firmando un protocollo che è stato totalmente disatteso” ha tuonato il buon Renato con lo sguardo rivolto oltremare. “La Regione aveva infatti chiesto e ottenuto di accompagnare l’arrivo del digitale terrestre con la sperimentazione di una televisione realmente interattiva, utilizzabile come terminale della rete, collegata all’adsl per l’accesso veloce a internet, ad un personal computer e ad un’antenna. L’obiettivo era quindi quello di realizzare un sistema, del quale il digitale terrestre è una componente, una applicazione tecnologica. Quella che attraverso un decoder consente di ricevere a casa, sul proprio televisore (oltre ai normali programmi tv) anche i servizi interattivi che consentono di dialogare con l’amministrazione. Ricevendo informazioni, ma anche moduli, documenti, certificati”. Beata ingenuità? Tanta polemica è valsa a prolungare la sperimentazione su suolo sardo quasi due anni per concludersi, non senza conseguenze, il mese scorso.

VA TUTTO BENE - Da metà ottobre dunque tutta la Sardegna viaggia all’unisono in digitale terrestre, dopo che hanno fatto da cavie prima gli sventurati Cagliaritani mentre i corregionali sono stati temporalmente lasciati all’opzione “analogico o digitale”. Benvenuti, finalmente, nell’era digitale, quella che avrebbe dovuto accontentare tutti: vecchi, grandi e piccini e moltiplicare le voci e le reti, ma che invece èriuscita unicamente a moltiplicare le polemiche. Sembra infatti che non siano sorti particolari problemi. Ma sarà vero? “Figlio mio, fai la cortesia a mamma, sintonizzami i programmi Rai che sono saltati l’altro giorno e non c’è stato verso di riprenderli” è la frase più comune spesa nelle famiglie isolane prima di convocare il tecnico di turno a causa dei continui cambi di frequenza nella mai scordata tre giorni di assestamento delle emittenti televisive. Secondo i sardi, non proprio. “Questi digitali fanno venire le crisi isteriche…” lamentano tutti: e di motivi ce ne sono un paio. Il primo è che non sarebbe più possibile registrare, o almeno in molti non ci riescono. In più, anche se dovesse verificarsi il miracolo, non lo si potrebbe fare mentre magari si guarda altro. Il che ridimensiona drasticamente l’utilità stessa della registrazione (si lamenta una ragazza “come glielo spiego a mia mamma che se vuole registrare un film a rai uno, perche magari a canale 5 c’è ne un altro da non perdere, non lo può più fare??????“). Altri poi trovano difficoltoso addirittura vedere la televisione: i canali non vengono trovati dal decoder, oppure bisogna affidarsi a riti al limite dell’esoterico per potersi guardare il tg (”…Registrare? Almeno riuscirsi a sintonizzare i programmi su questa cavolo di televisione a digitale incorporato!!!! :-(”; “e io che pensavo che il problema maggiore fosse che il segnale sparisce e bisogna continuamente staccare la spina, o che altre volte si incanta l’immagine e perdì proprio la frase saliente del triller che ti fa capire tutto!”).

Che è successo? La Sardegna, insieme alla Val d’Aosta, sarebbe dovuta essere una delle regioni d’Italia da cui far partire la sperimentazione della tv digitale ovvero il passaggio dall’analogico al digitale. Di fatto ciò è avvenuto con grande lentezza per via di alcune sacche d’opposizione dentro la maggioranza della Regione e a causa della mutevolezza del Governatore Soru il quale, dapprima ha presentato la sperimentazione come una tappa fondamentale della storia delle comunicazioni, per poi tergiversare non appena resosi conto che si trattava dell’ennesima fregatura del governo che nei fatti significava digitale di vecchia tecnologia e lotta per l’acquisizione delle frequenze. Di fatto il passaggio al digitale ha penalizzato le emittenti più deboli a vantaggio del gruppo Unione Sarda notoriamente avverso a Renato Soru. La sperimentazione è stata frammentata in aree territoriali: si è cominciato con Cagliari per poi allargarsi all’hinteland e solo con quest’ottobre tutto il territorio isolano ha dovuto staccare l’analogico. Il problema è che le emittenti si sono fatte trovare impreparate: per alcuni giorni sono scomparse prima le reti Mediaset e poi quelle Rai. Ma ciò che è peggio è che il segnale dei digitali è tremendo: salta sistematicamente, molti anziani sono impazziti perché non riuscivano a sintonizzare i canali per via del fatto che le emittenti cambiavano continuamente frequenze in digitale.

W IL LIBERO MERCATO - Insomma, un disastro. Che più che altro, rischia soltanto di portare in massa clienti a sky. E come se non bastasse, le accuse si fanno insinuanti: “in Valnerina abbiamo 37 canali: 2-3 di test, 3-4 reali, 2 per la vendita online (mediashopping e un altro) ed il resto PAY PER VIEW! Questo è il digitale terrestre GRATUITO? CHE SERVE A LIBERARE LE FREQUENZE PER AVERE LA LIBERIZZAZIONE?” si chiedono giustamente in questo gruppo di Facebook. In sostanza, sembrerebbe che in alcune zone i canali gratuiti non sarebbero raggiungibili, mentre quelli a pagamento sì. Quindi o si guarda mediashopping tutto il giorno, oppure si sgancia. Un’altra perla è l‘insinuazione circa il costo dei ricevitori: “…ma perchè quando c’era il contributo statale di 100 euro i decoder costavano 120 euro, e ora che il contributo statale non c’è più, gli stessi decoder costano 20 euro…”. In effetti una veloce ricerca sembrerebbe avvalorare questa tesi: un decoder mediamente buono, in epoca contributi, veniva pagato una cinquantina di euro (a netto del controbuto statale di 150 euro). Dunque ne costava in tutto 200. Ora invece, i prezzi medi sono di 50 euro (senza incentivo). Un ricarico del 400% pagato da noi e dallo Stato. Quindi da noi due volte.

ALLA FINE DELLA FIERA - In 4 anni è avvenuto lo switch off - parziale - di una regione, i cui abitanti denunciano grandi problemi di ricezione dei canali, senza considerare tutte le micro tragedie a corollario (reti a pagamento, registrazione, etc). Si vocifera che nel 2010 lo switch off riguarderà il 70% della popolazione, ma cosa succederà se i risultati dovessero essere questi? L’unica cosa certa è l’ingente quantità di denaro sborsata a margine di questa operazione - poco felice - dal nostro paese. Che dal 2004 è costretto a stanziare fondi per l’acquisto di decoder semi inutili. I cui prezzi sono drasticamente calati una volta che il rubinetto statale si è chiuso. Ve bene che i prezzi dei settori tecnologici sono spesso soggetti a crolli, ma in questo caso la coincidenza è davvero impressionante. Considerato tutto questo, il primo bilancio del digitale terrestre è negativo. E se questo doveva essere il fiore all’occhiello della Legge Gasparri, allora è meglio non immaginarsi il resto.

Di Maddalena Balacco (loska) (Ha collaborato Maria Teresa Allegretti)

Comparando il mio vecchio e post e questa inchiesta che ne pensate del digitale terrestre?

5 commenti:

Dario (Italianoallestero.com) ha detto...

Il digitale lo hanno abbandonato, dicono, all'estero.
Evvabbè, noi puntiamo sui classici.
Blogger

Raimondo - Niente Barriere ha detto...

E solamente più economico del satellite.
Per Silvio ancora più economico... ;)

Sergio ha detto...

Vedo poco la TV (quella normale) e finché non provo il DT non posso dire nulla. Comunque, leggendo l'articolo, mi sembra una fregatura! (tutta merito di gasparri @ c.)

Pino Amoruso ha detto...

Sky, DT, Analogico...Stanno facendo solo una gran confusione. Sky organizzatissima ma anke cara (ogni anno aumentino).
DT non si capisce, ne carne ne pesce si vede a tratti qualche problemino.
Analogico (Canone non si capisce perchè), pochissima scelta.
:)

Pupottina ha detto...

io da anni ho sky (senza calcio) e sono contentissima... non tanto quando ogni anno scopro un nuovo ritocchino sulla bolletta...
sulla tv normale guardo solo beautiful e centovetrine....
gli altri canali non so cosa sono da anni.... quando mi trovo a parlare con qualcuno di tv non capisco niente... e mi guardano come se venissi da un altro pianeta poiché quasi tutti guardano le fiction rai e mediaset...