09 aprile 2010

... Un Anno fa ... il terremoto ...


Matteo è un ragazzo di 21 anni che ha provato sulla propria pelle cosa vuol dire vedere e subire un terremoto. A l'Aquila e nell'Abruzzo, dopo un anno, molte cose non vengono raccontate dai media. La gente dopo un anno sta facendo una fatica bestiale per rialzarsi, per ritornare a vivere.
Nei media le notizie vengono filtrate, passa solo quello che fa comodo che si sappia. Quando si levano voci di disperazione, di protesta, assistiamo a un sciacallaggio mediatico da gente abituata a vivere nel lusso, all'ombra di qualcuno (vedi ad esempio Bruno Vespa), nella riserva indiana del benessere e dei salotti buoni.
La politica ha abbandonato gli aquilani e gli abruzzesi, loro lì non si fanno più vedere. Hanno paura, come al solito, di essere riconosciuti ....

ps. Mi sono permesso di segnalare in grassetto alcune cose:
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel García Márquez)

Un anno fa ho provato a raccontare le mie sensazioni ma rimango dell'idea che certe esperienze non possono essere comprese da chi non le ha mai vissute. Vi auguro di non viverle mai. In ogni caso se qualcuno non avesse letto quello che ho scritto e volesse saperne di più, troverà molto da leggere.
Pensare che è passato un anno non è motivo di sollievo, perchè c'è ancora troppo da fare. Sapevo che sarebbe stata dura ma non mi aspettavo questa situazione: peggio di così non si può.
Un anno fa eravamo persone ferite, eravamo in tenda, in auto, in albergo, in camper. Noi siamo fortunati perchè la nostra casa è A e ci siamo potuti rientrare quasi subito, la salute è abbastanza buona. Però non sono riuscito ad esser menefreghista nei confronti di coloro i quali sono rimasti senza casa. Oggi tantissime persone sono fuori dal progetto C.A.S.E e M.A.P. mentre altri che hanno le case classificate B o C non possono rientrare: perchè? Dicono i potenti che è colpa della 'burocrazia'; ma la burocrazia sono LORO! Sembra un gioco a dare la colpa a qualcun'altro, uno sport in cui l'italiano medio è campione olimpico. Tanto questi signori in giacca e cravatta, col sorriso stampato sulla faccia, non hanno problemi perchè sono ricchi e di case ne hanno anche troppe. Non gliene frega se i comuni mortali soffrono. Le istituzioni locali si sono fatte commissariare dalla Protezione Civile sin dal primo giorno e ormai sapete tutti con quali risultati. Non i risultati del TG1 o del TG5: quelle sono favole che potete ascoltare ma fate attenzione perchè una menzogna raccontata bene e spesso, può diventare realtà. Non fatevi fregare. Venite a L'Aquila se potete, venite nei paesi distrutti e mai visitati dalle troupe televisive. Questa è la realtà.

Niente lustrini. Ieri sono stato in città, al centro. Sono stato al presidio dei 'carriolati' in piazza Duomo, ho firmato un registro per far vedere che c'ero e ci sono anch'io: un registro pieno di nomi. Sono i nomi della gente che non ci sta a passare per ingrata, non ci sta a farsi prendere per il culo. Se non fosse stato per la protestata delle carriole, tutte le macerie sarebbero ancora dov'erano il 6 aprile. Sono entrato nella chiesa delle anime sante, per la prima volta nella mia vita. Sono entrato nella basilica di Colle Maggio: lì i vigili del fuoco (gli unici che hanno davvero faticato per noi) hanno sostituito la cupola che era crollata con un enorme tetto di vetro. Un lavoro incredibile, come tutti quelli fatti dai vf in questi mesi. Strano entrare per la prima volta in 2 chiese conosciute in tutto il mondo proprio ad un anno dal terremoto, strano farlo da ateo. Ne sentivo la necessità, perchè anche quella è vita. Per molte persone la chiesa è tutto. E perciò credo che prtoprio gli uomini di chiesa dovrebbero fare qualcosa di concreto per la gente. In piazza Duomo pioveva ma c'era molta gente, anche turisti, i quali non mancano mai in luoghi 'macabri'. Intendiamoci, macabro per lo stato di abbandono che è evidente nel cuore della città; macabro perchè quelle pietre sono state macchiate di sangue. Un anno dopo i ricordi pesano, riaffiorano. Penso alle notti in cui non ho dormito, penso all'energia che trovavo non so come e dove, penso a tante cose. Sono vivo ma non posso adagiarmi nella mia condizione 'fortunata'. Nel mio paese è da settembre che stanno lavorando per i MAP e ancora non hanno finito: un ritardo mostruoso rispetto ai tempi di consegna previsti. Però qui non arrivano le telecamere: non esistiamo. Molte persone si lamentano ma non fanno nulla per migliorare la loro situazione. Io capisco il dolore ma non capisco la non-protesta. Solo manifestando si può ottenere qualcosa e i primi a doverlo fare sono proprio i più sfortunati. Non si può aspettare la manna, non si può aspettare lo champagne con dedica dello zio Silvio.

Ci sono anche dati positivi, ad esempio quello sulle opere d'arte salvate, però ho l'impressione che si privilegi un'opera piuttosto che la vita umana. Molto ha fatto la provincia di Trento soprattutto ad Onna, i volontari di tutti i tipi e tutte le sigle. Abbiamo visto all'opera persone fantastiche. Però come sapete, c'era anche chi approfittava della disgrazia. Oggi in pochi sono rimasti a fare informazione (vera) da qui: Il Fatto Quotidiano, La Repubblica, L'Unità (che per qualche giorno ha sede proprio in piazza Duomo), Radio 2 (anche loro in piazza). Per il resto c'è qualche comparsata di 'giornalisti' di varie testate che si rendono conto della realtà, constatando che è il contrario di ciò che gli fanno dire quando stanno seduti in studio.
L’indagato per corruzione Guido Bertolaso si autocelebra: "A L’Aquila vinta sfida gigantesca". Ma un anno dopo il sisma 33 mila famiglie aspettano una casa. La città è un cantiere: in ogni vicolo c'è una gru, ci sono settori per le macerie, ci sono TIR. Le macerie dove vanno a finire? Quelle che devono essere recuperate dove sono? Non è dato saperlo. Per il G8 sono stati spesi soldi che potevano, anzi dovevano essere utilizzati per la ricostruzione. Soldi buttati e anche in questo caso sappiamo perchè.

Il 5 aprile di un anno fa ero una persona come tante, poi son diventato un terremotato, un profugo (secondo qualcuno), ho vissuto un'esperienza che ti porta a 'vedere' la morte.
Il 5 aprile eravamo già da mesi sotto stress per le continue scosse, però la commissione grandi rischi aveva rassicurato tutti. Io non mi fidavo: avevo ragione.
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La libertà (da Fuori dal coro)


2 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

E dopo un anno ancora cmq tanto da fare e tanta vergogna da ripulire.

Ti abbraccio
Daniele

Anonimo ha detto...

Avevo già visto che l'hai messo qui. Ti ringrazio da parte di tutti