13 maggio 2016

I manager del futuro a lezione di vita dai disabili


La singolare esperienza di una nota ditta di profumi, L'Oréal, che affida a disabili un corso di formazione per manager. "Chi meglio di una persona che dalla nascita deve convivere con un handicap, con un freno, con un'etichetta, comunque, di diversità, può insegnarci i modi per superare ostacoli? Per trasformare una debolezza in un'opportunità?" (Maria Corbi, La Stampa, 4 maggio 2016)

Le maschere bianche, neutre, annullano le differenze, nascondono le fragilità di ciascuno in questa classe di recitazione speciale, dove ragazzi disabili insegnano a giovani manager l'arte della resilienza. Una parola che nella fisica ha un significato preciso: capacità di un materiale di sopportare un urto. Nella vita reale il materiale è umano. E la resilienza fa la differenza tra chi cede alle intemperie della vita e chi le affronta con forza. Resistere, resistere, resistere. E chi meglio di una persona che dalla nascita deve convivere con un handicap, con un freno, con un'etichetta, comunque, di diversità, può insegnarci i modi per superare ostacoli? Per trasformare una debolezza in un'opportunità? Così eccoci qui a «L'arte nel cuore», la prima accademia per giovani diversamente abili e non che ospita un corso di formazione per manager voluto dalla L'Oréal. E i risultati ci sono, come spiega Cristina Scocchia, ad di L'Oréal Italia: «I nostri manager hanno imparato che il vero successo, in ogni campo, è il percorso interiore che si realizza superando i propri limiti e propri pregiudizi. Hanno imparato ad esprimere le proprie emozioni, senza filtri. E hanno capito che diversamente abile non è una garbata convezione per indicare una persona con problemi fisici o mentali, ma la definizione giusta di un modo differente di sentire e vedere la realtà».

I gesti chiave

E quando li guardi interagire questi ragazzi capisci che anche la parola disabilità non ha senso, almeno quando viene applicata a una determinata categoria di persone. Siamo tutti disabili. E siamo tutti diversi. Concetti banali, ma ancora non per tutti. E allora diventa straordinario quello che accade in questa stanza piena di specchi, dove Emanuela, una bellissima ragazza down, dal sorriso dolce e gli occhi di un azzurro cielo, prende per mano Stefano, 27 anni, ingegnere, settore business intelligente, e lo guida nell'arte di mostrare le proprie emozioni e di trasformarle insieme all'espressione del corpo e del volto. 
L'insegnante chiede a tutti di fare un gesto «contro», di tirare fuori la rabbia. Si formano le coppie, manager e allievi dell'accademica. Giulia, ha 30 anni, da 8 è in azienda, è una «tosta» sul lavoro, ma qui è come persa. Alessandro la spinge, ma lei è titubante. «Ho paura di fargli del male». Non è facile superare le convenzioni, lasciarsi andare a un sentimento negativo che è dentro di noi ma che le regole sociali impongono di controllare. È Alessandro, una faccia bellissima da attore, un fanciullo in un corpo da uomo, a guidarla. Lei lo segue. E in questo incontro di debolezza e di forza, di diverse normalità, c'è una crescita. Alla fine di questo pomeriggio, Giulia sembra un'altra, non ride più nervosamente, e appare a chi la guarda più profonda, più forte, più vera. È incredibile. 
Emanuela, ragazza down, con un caschetto di capelli alla Lulù, vuole mettere i tacchi per recitare con Alessandro, manager con una passione per Debussy. «Perché con i tacchi una donna è più femminile», dice recitando una scena di «Attrazione fatale». Una delle «donne in carriera», la guarda ammirata e dice. «Lei con questa sua sicurezza trasmette la sensualità. Vorrei essere come lei». E in questa frase si annullano le diversità, mentali, estetiche, fisiche. Sono bastate poche ore per vincere stereotipi, ma anche paure e imbarazzi. «È un momento importante di formazione», dice Andrea Guaraldo, direttore Risorse umane L'Oréal Italia. «La resilienza è una competenza necessaria per i nostri manager». E quando ad insegnare ad affrontare momenti difficili con positività sono ragazzi speciali, come Valeria, Giordano, Alessandro, Emanuela, Ludovica, il risultato è assicurato.

Fonte e Articolo completo su www.cislscuola.it

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