17 maggio 2016

Perdono e Neuroscienze: Gli effetti benefici sulla salute

foto mutatemente.com

Gli studi di neuroscienze hanno dimostrato che il perdono ha degli effetti benefici sui sistemi circolatorio, immunitario e nervoso.
Il perdono fa parte di una nuova educazione alla consapevolezza e alla felicità; una strategia evolutiva necessaria per la salute, il benessere e la qualità della vita. È una delle abilità personali e sociali necessaria nella nuova educazione per tutti gli individui e soprattutto nella formazione dei nuovi leader. Il processo del perdono è un allenamento neuronale per sviluppare capacità fondamentali nella sfera personale, relazionale e sociale: trasformare i problemi in risorse, gestire i conflitti, sviluppare l’empatia matura.


Gli studi delle neuroscienze sul perdono.
Negli ultimi anni l’interesse sul perdono è cresciuto esponenzialmente, allargandosi dal linguaggio di spiritualità e psicoterapia a quello della scienza e della medicina. Negli ultimi 5 anni si sono moltiplicate le pubblicazioni scientifiche che hanno coinvolto anche studi di neuroscienze e si sono principalmente focalizzati sugli effetti benefici nel sistema circolatorio, immunitario e nervoso. Questo interessamento da parte della scienza ha sottolineato l’importanza di perdonare come strumento fondamentale per la salute e la qualità della vita, non limitandolo più solo all’ambito psicologico e spirituale.
La letteratura mostra chiaramente che il perdono rappresenta una positiva e salutare strategia per superare una condizione di stress anche da un punto di vista neurobiologico.
Identificare le sue correlazioni neurologiche è importante per poter chiarire quali aree del cervello contribuiscono alle funzioni biologiche. La maggior parte degli studi fino a oggi effettuati si sono focalizzati sulle differenti funzioni manuali relazionate al perdono come l’empatia, la self compassion e il processo decisionale (decision making) ma, anche se tutte queste funzioni e processi sono inclusi nell’azione del perdonare, non lo definiscono completamente.
Il perdono è un elevato processo sociale anche dalla prospettiva del cervello. I risultati raccolti mostrano che differenti aree celebrali sono coinvolte nel processo del perdono: il left lateralized network (frontal, temporal and parietal regions, right angular gyrus and the prefrontal and posterior cingulate cortical areas, such as the left ventromedial prefrontal cortex).
Uno dei più recenti studi è quello di Piero Petrini dell’Università di Pisa che ha sviluppato una ricerca sulle aree celebrali coinvolte, studiandole attraverso la risonanza magnetica funzionale. Questa ricerca ci mostra come e dove le aree celebrali sono attivate mentre il processo del perdono ha luogo: la corteccia prefrontale si attiva quando siamo capaci di trasformare le difficoltà in risorse, ridefinendo le esperienze negative in opportunità di crescita, la corteccia parietale inferiore è associata con l’empatia matura, sviluppata nel processo di perdono, il precuneo si attiva quando sperimentiamo l’abilità di cambiare la nostra prospettiva assumendo l’informazione necessaria a superare il conflitto.
Conclusioni.
In conclusione, la neuroscienza applicata al perdono ci fornisce alcuni interessanti insights relativi a quello che succede nel cervello quando un individuo perdona. Il processo del perdono coinvolge le regioni cerebrali relative all’empatia, al decision making, all’attenzione, alla memoria e alla cognizione sociale rivelando la sua natura di processo complesso e integrato che in realtà potrebbe riorganizzare l’intera rete cerebrale coinvolta nella coesione sociale, relazioni intime , benessere psicologico e la salute globale.

Fonte e Articolo completo su www.stateofmind.it

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