03 novembre 2010

Internet, danni alla memoria per chi ne abusa

Possibile che ogni scoperta, o un’ invenzione dell’uomo con l’intento di migliorargli e rendere più agevole la vita, debba finire per essere additata poi come conseguenza di successivi danni alla salute o pericolose conseguenze dall’utilizzo di quell’innovazione stessa?
Gli esempi non mancano, pensiamo all’auto, chi oggi potrebbe farne a meno, eppure, guardiamo a tutto quel tam tam che ci proviene dal mondo degli ambientalisti e non solo da quello, ricordandoci il pericolo rappresentato dalle automobili a causa dell’inquinamento atmosferico o a causa dei sinistri stradali e così via. E che dire del telefonino, da un lato si è radicato nella nostra vita assumendo un ruolo preponderante nelle nostre giornate facendo ormai parte non di noi stessi, ma del nostro stesso vivere quotidiano, dall’altro giungono segnali continui di pericolo dall’utilizzo di tale dispositivo; pericoli di tumori e via discorrendo a causa delle onde che tale apparato emanerebbe.
Ora tocca ad Internet, anche in questo caso, da una parte ci ha reso la vita più facile, ci ha avvicinato al mondo anche quello più difficile da esplorare, ci ha aperto orizzonti fino a ieri impensabili, ci ha anche permesso di allargare le conoscenze, ma ecco giungere i primi segnali d’allarme, Internet ci peggiorerebbe, aggraverebbe le nostre eventuali patologie agli occhi, aggraverebbe i nostri problemi articolari e, dulcis in fundo, non potevano mancare una sequela di danni alla memoria. Secondo Nicholas Carr, scrittore di fama mondiale, internet ci porta ad avere una vita “troppo comoda”, basta un click su un link e si arriva dove si vuole…. Dice Carr sulla rivista The Atlantic, internet offre opportunità straordinarie di accesso a nuove informazioni, ma ha un costo sociale e culturale troppo alto: insieme alla lettura, trasforma il nostro modo di analizzare le cose, i meccanismi dell’apprendimento. Passando dalla pagina di carta allo schermo perdiamo la capacità di concentrazione, sviluppiamo un modo di ragionare più superficiale, diventiamo dei pancake people, come dice il commediografo Richard Foreman: larghi e sottili come una frittella perché, saltando continuamente da un pezzo d’informazione all’altra grazie ai link, arriviamo ovunque vogliamo, ma al tempo stesso perdiamo spessore perché non abbiamo più tempo per riflettere, contemplare. Soffermarsi a sviluppare un’analisi profonda sta diventando una cosa innaturale.
Insomma, quando l’uomo scoprirà qualcosa che ci farà bene o per lo meno ci aiuterà a vivere meglio senza possedere controindicazioni di sorta?

Fonte: Tanta Salute

Redatto da Raimondo per Niente Barriere
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1 commento:

@enio ha detto...

io che ogni giorno ci passo su un due o tre ore devo farmi vedere dallo psicologo! Non ne devo sntire piùùùùùùùùùùùùùù !