05 novembre 2010

Nucleare, Greenpeace: «Siamo di fronte ad una vera e propria truffa»

Il direttore esecutivo Giuseppe Onufrio denuncia la manipolazione e le omissioni dei media italiani. Al via in tutta Italia iniziative per sensibilizzare il pubblico sui gravi rischi che implica il ritorno al nucleare. Gli italiani si erano già espressi contro l'energia atomica nel lontano referendum del 1987, dove oltre l'80% della popolazione disse no alla costruzione di centrali sul suolo italiano. Il problema oggi è la mancanza di un dibattito e di una informazione corretta. Giuseppe Onufrio, direttore tecnico di Greenpeace Italia, denuncia questa situazione (audio).
«Purtroppo stiamo assistendo alla messa in pratica di una previsione della legge n.99 del 2009 che prevede campagne di informazione a favore del nucleare. La situazione è paradossale», afferma Giuseppe Onufrio, direttore tecnico di Greenpeace Italia. Secondo i dati dell'Eurobarometro, gli italiani che pensano che i rischi del nucleare siano maggiori dei benefici sono il 55%, oltre la metà della popolazione. «Ma con i soldi di tutti» continua Onufrio «assistiamo a trasmissioni in radio con 12 interventi a favore e 1 solo contro. E' in atto una manipolazione dell'informazione, una campagna a senso unico che omette i fallimenti che il nucleare va registrando in questi mesi».
Ma perché il ritorno al nucleare è così fortemente voluto dal governo? Secondo il direttore, «ci sono gli interessi di alcune lobby che favoriscono il ritorno al nucleare. Non dimentichiamo che una centrale nucleare è fatta di svariate centinaia di migliaia di tonnellate di acciaio e cemento. E c'è un interesse anche politico nel sostenere il progetto francese del reattore EPR, che tuttavia è in chiara crisi: non solo gli unici 2 cantieri in Europa, che si trovano in Francia e in Finlandia, registrano enormi problemi di carattere economico, ma anche di sicurezza, perché non sono stati ancora approvati i sistemi di emergenza e sicurezza in caso di incidente».
Un esempio delle omissioni dei media italiani è la notizia data all'inizio di ottobre dal Washington Post, che riguarda un'azienda del Maryland negli Stati Uniti, la Constellation Energy Group. Questa azienda ha rinunciato alla costruzione progetto del primo EPR (reattore nucleare europeo ad acqua pressurizzata) negli Usa, nonostante i sussidi e le coperture pubbliche per 7 miliardi e mezzo di dollari messi a disposizione dal governo. «Questa è una notizia importante, perché è la stessa tecnologia sulla quale è stato fatto un accordo tra Enel e la francese Edf» continua Onufrio, «il problema grave è che questa vicenda non ha suscitato un dibattito, in Italia, dove non ci si è interrogati sul perché negli usa rinuncino alla tecnologia nonostante gli incentivi pubblici».
«Anche la nomina del professor Veronesi a capo dell'agenzia di sicurezza nucleare fa parte di questo inganno, di questa truffa», denuncia infine il direttore tecnico di Greenpeace, «il professore certamente un luminare nella cura del cancro ma il mestiere che lui va a fare riguarderà la qualità delle saldature, i sistemi di automazione e controllo, i sistemi di contenimento in caso di incidente. Sono competenze completamente diverse da quelle di un medico. Chissà Cosa succederebbe se un centro tumori venisse affidato ad un esperto di sicurezza nucleare? Io penso che i cittadini protesterebbero e non si farebbero curare da un ingegnere ma vorrebbero un medico».

fonte AMI

1 commento:

Anonimo ha detto...

La premiata ditta "SnC" (Sistema 'ndrangheta e Cosa NOstra) è lieta di offrirvi le centrali nucleari di ultime generazioni.