21 novembre 2010

Disabili, SLA e 5 per mille

(foto da wlavita.org)

Si fa sempre più fatica a sopportare la politica di questo Governo che discrimina le persone e censura chi la pensa in modo diverso.
Il ministro dell’economia on. Giulio Tremonti ed il presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi stanno attuando una politica che sta portando il nostro paese allo sfascio.
Cerco da tempo di tenere un dialogo quotidiano e costante con il Ministero dell’Economia e delle Finanze che sistematicamente mi risponde che non ci sono i soldi, ma che comunque il Governo è attento alle tematiche che coinvolgono le persone disabili. A tal proposito mi chiedo se tale attenzione si dimostra per esempio riducendo i fondi del 5 x 1000 da 400 a 100 milioni di euro previsti per le associazioni che ne hanno diritto e azzerando definitivamente il Fondo Nazione per le non Autosufficienze e non solo.
Il 16 novembre 2010 i malati di Sla hanno manifestato il proprio dissenso contro i tagli previsti dalla proposta di legge di Stabilità di fronte al Ministero dell’Economia e delle Finanze, passata ieri alla Camera con 303 sì, 250 no e due astenuti. Per una persona con disabilità gli spostamenti non sono semplici e credo che per una persona affetta da Sla sia ancora più complesso visto per esempio che per respirare ha bisogno di un respiratore e di altre cure e attenzioni particolari. Lo stanziamento per l’assistenza ai malati di Sla di 100 milioni di euro, se il nostro Governo fosse veramente attento alle tematiche che interessano le persone disabili, sarebbe stato destinato autonomamente e non a seguito della manifestazione.
Credo che fino a quando i politici non capiranno di essere al servizio dei cittadini, saremo costretti a manifestare per far applicare i nostri diritti. A questo proposito invito chi manifesta a fare molta attenzione perché l’attuale classe dirigente applica la politica del manganello…
Infine vorrei ricordare che i disabili non sono un peso ma una risorsa e che di conseguenza le classi differenziate sono un concetto da dimenticare.
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Fonte: Il Fatto Quotidiano

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