(foto telesanterno.com) |
Non c’è soltanto un ragazzo di 29 anni, tra i grossetani che hanno ceduto prima alle lusinghe e poi ai ricatti e alle minacce dell’affascinante ventiduenne conosciuta in chat. Lui ha perso 149mila euro e ai carabinieri ha avuto il coraggio di raccontare tutta questa storia. Gli altri, una sessantina in Maremma, stanno venendo fuori uno ad uno. Tra loro, c’è anche un ragazzo diversamente abile che abita in città.
Antonia Accardi, 22 anni siciliana trapiantata a Verona dove vive con il compagno è riuscita a farsi accreditare sul conto Postepay 149mila euro. Il ragazzo però, un impiegato, non è stato l’unico a cadere nella rete della giovane. Con lui tanti altri uomini, alcuni anche diversamente abili. L’indagine condotta dagli uomini del nucleo investigativo, agli ordini del tenente colonnello Filippo Viola ha aperto scenari inquietanti.
La ragazza, con la complicità del suo compagno, Andrei Aschopiaie, aveva collaudato un sistema che sembrava infallibile: contattava gli uomini su internet, attraverso delle chat libere sui siti di incontri. Poi, una volta entrata in confidenza con loro, raccontava una storia molto triste: i suoi genitori, diceva, erano malati e tenuti sotto scacco da uno strozzino. Ma quei soldi, la veneta, li ha utilizzati per comprare un’Audi e per concedersi qualche lusso. Tutto è cominciato a giugno, quando il ragazzo, che aveva ereditato una bella somma di denaro, ha conosciuto la ventiduenne. Lei è riuscita ad entrargli nel cuore e a svuotargli il portafogli. All’inizio le richieste, perché quei soldi, diceva lei, servivano per risolvere un brutto problema familiare. Poi però, stando all’accusa, la ragazza e il suo convivente sono passati alle minacce. «Vedrai cosa ti succede se non mi dai i soldi», avrebbe detto più volte Antonia Accardi alla sua vittima. E ancora: «Sono perseguitata da uno strozzino, se non mi mandi altro denaro, gli segnalo il tuo nome». Frasi pronunciate al telefono, scritte via sms dalla ragazza e dal suo compagno, Andrei Aschiopaie, che sono state lette dai carabinieri di Grosseto che hanno deciso di chiedere l’arresto dei due alla procura.
I Bonnie e Clyde della rete sono finiti in carcere. Ma i carabinieri di Grosseto, non si sono fermati soltanto a quella denuncia. I siti frequentati dalla ragazza non erano soltanto quelli di incontri. Antonia Accardi e il compagno, che vivono a Ronco all’Adige, avevano preso di mira anche alcuni diversamente abili, entrando in almeno un sito internet a loro dedicato. I militari del nucleo investigativo hanno scandagliato tutte quelle conversazioni. La ventiduenne utilizzava anche con chi non riusciva nemmeno a parlare, lo stesso metodo: il contatto in chat, poi le lunghe chiacchierate amichevoli, infine la richiesta di soldi.
Il ragazzo, piano piano si è aperto con i carabinieri. E attraverso il pc ha raccontato loro di quell’incontro virtuale. Incontro che i militari hanno fermato subito, prima che fosse troppo tardi. Prima che riprendessero i viaggi, a bordo di quell’Audi nuova fiammante, tra Verona e Grosseto per venire a prendere i soldi. Il ventinovenne finito nelle maglie della coppia, ha messo nelle mani della ragazza tra i 20mila e i 30mila euro ad ogni consegna. Gli incontri si svolgevano in periferia, in parcheggi anonimi dove l’Accardi arrivava sempre con il fidanzato, che presentava come il fratello. In questo modo, evitava anche di subire le avances dell’impiegato, al quale qualche promessa erotica era stata anche fatta.
Difesi dall’avvocato Lorenzo Zanetti, sono rimasti in carcere. Il gip non ha disposto la scarcerazione per paura che i due tornassero alla carica. L’accusa della procura di Grosseto è pesante: estorsione aggravata dall’ingente somma che la coppia è riuscita a portare via al trentaseienne grossetano. Il ventinovenne si è fermato solo quando ha capito di essere finito in una trappola che rischiava di non dargli più scampo. Ha denunciato tutto ai carabinieri, che martedì sono andati a prendere la ragazza e il suo convivente. [...]
Francesca Gori
Fonte: il Tirreno – 04 novembre 2011
Letto su http://www.disablog.it/
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