Non ragioniam di lor, ma guarda e passa è un celebre verso della Divina Commedia di Dante, diventato un modo di dire comune, sebbene con numerose varianti, uguali nel senso, ma storpiate nel testo (non ti curar di loro, non parliam di loro...).
Nel Canto III dell'Inferno, al verso 51, Virgilio, guida di Dante, sta descrivendo i cosiddetti "ignavi" (un'attribuzione - in realtà - mai usata da Dante ma nata in seno alla critica), cioè i vili, "coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo":
« Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa. »
Fonte Wikipedia
Les Echos: "Debito Pubblico, quando toccherà all'Italia?" - Un anno fa era la Grecia. Oggi è l’Irlanda. Il Portogallo potrebbe essere domani. E l’Italia? Dall’altra parte delle Alpi – scrive Les Echos – la classe politica teme l’effetto domino che potrebbe mettere Roma in ginocchio.
QUOTA 120% – Nel 2011 il debito pubblico italiano toccherà infatti quota 120 % del Pil contro l’86 % della Francia, per un totale di 80 miliardi di interessi contro i 45 di Parigi. Questi numeri fanno ben capire perché sia la sinistra che la destra siano particolarmente inquiete dinnanzi a tale situazione. Eppure – commenta Les Echos – non è sicuro che la paura sia davvero reale. Al contrario, nel clima di fine impero che pervade l’Italia in questo momento, l’allarme sui conti pubblici è totalmente strumentalizzato. L’importante è evitare la mozione di sfiducia al governo di Silvio Berlusconi. Da una parte infatti si accusa di irresponsabilità coloro che vogliono fa cadere l’esecutivo, dall’altra si usa l’argomento del debito pubblico per invocare un governo tecnico di transizione.
Fonte Giornalettismo
Il tramonto dell'occidente - La crisi delle banche irlandesi non è una novità, come non lo era quella della Grecia e come non lo saranno le crisi di Portogallo, Italia e Spagna. Questione di mesi. Ogni volta ci si stupirà come di fronte a un improvviso temporale estivo. Ieri la Merkel ha dichiarato che la crisi è estremamente grave e l'euro è a rischio. E noi che non lo sapevamo... I politici danno brutte notizie solo se costretti, attendono l'ultimo istante per evitarci delle sofferenze inutili. Discutere dell'Irlanda o, a inizio 2010, del default greco, equivale a concentrarsi sul foro di un catino bucato. Lo scolapasta è l'intero Occidente che sta fallendo sotto il peso del suo debito pubblico aumentato del 50% in media in vent'anni. I Paesi emergenti, il cosiddetto BRIC: Brasile, Russia, India e Cina, hanno un debito pubblico contenuto e stanno comprando quello occidentale. Se la Cina vendesse tutti i titoli di Stato americani che possiede, pari a 883,5 miliardi di dollari, gli Stati Uniti potrebbero fallire.
Il mondo si sta spostando a Sud e a Est. Il PIL dei Paesi del BRIC sta per superare quello del G6 (Germania, Italia, Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone). I Paesi del BRIC hanno un debito pubblico rapportato al PIL molto basso: Russia 6%, Cina 18%, Brasile 45%, India 59%. L'Italia, per dire, è al 118% con 80 miliardi di euro di interessi annui da pagare, una cifra che ammazzerebbe un elefante. Gli Stati Uniti stanno per raggiungere l'Everest dei 14.000 miliardi di dollari di debito pubblico dai 6.000 miliardi del 2002. In passato le guerre si combattevano con le armi, oggi si combattono con il debito pubblico. Chi compra il tuo debito diventa il tuo padrone.
Gli Stati Uniti, il Paese più indebitato, è responsabile del 50% delle spese militari mondiali. Una enormità. La Russia, l'antagonista storico, spende il 3,5%. Gli Stati Uniti trasformano il debito in armamenti. In pratica chi compra titoli di Stato statunitensi finanzia la guerra in Afghanistan o le basi militari di Dal Molin di Vicenza e di Okinawa in Giappone dove sono accampati da 65 anni. L'Impero Romano crollò sotto la spinta dei barbari ai suoi confini. Le sue legioni si ritirarono dal Reno alla Britannia. Gli Stati Uniti forse seguiranno la stessa sorte per l'impossibilità economica di mantenere 716 basi militari in 40 Paesi. L'Irlanda è un sintomo del tramonto dell'Occidente travolto dal suo debito pubblico. L'inverno sta arrivando per le cicale europee e americane e fuori fa sempre più freddo.
Fonte Beppe Grillo
Il fallimento dell'Italia: conto alla rovescia - L’Italia ha ormai raggiunto un punto di non ritorno.
Aveva un debito pubblico enorme (e relativi interessi) prima della crisi e lo ha incrementato nel periodo post crisi.
Post crisi si fa per dire : passato lo spauracchio (almeno per il momento) del fallimento delle banche ora è l’economia reale a risentirne, come abbondantemente previsto.
I consumi si sono ulteriormente contratti, la disoccupazione è arrivata al 10% (terza in europa dopo spagna e irlanda) e i titoli di stato non danno più rendita, anzi, danno una rendita addirittura negativa.
Per tentate di uscire dallo stallo si è pensato di “vendere” il debito pubblico a paesi esteri, come ad esempio la Cina.
Il che significa aver ceduto una buona fetta di sovranità nazionale, sempre che dopo lo sbarco degli alleati nella seconda guerra mondiale si possa parlare di sovranità nazionale italiana.
Chi compra il nostro debito ha in mano la nostra politica economica.
Il rischio di fallimento/bancarotta è altissimo e questo lo certifica l’incapacita di riuscire a vendere i titoli di stato.
Gli stessi titoli di stato, come risaputo, sono coperti da un’assicurazione sul loro fallimento, chiamata CDS (credit default swap).
Chi fallirà dunque per primo in europa?
La risposta l’hanno già data gli investitori internazionali e viene riportata dall’Economist : L’italia è in prima posizione e doppia la Spagna.
Come in Argentina ne saremo tutti al corrente una bella mattina, quando ci sveglieremo senza più nulla.
COUNTDOWN !!!! INDIPENDENZA!!!!
Fonte Matteo Spigolon's Blog
2 commenti:
Oggi Alighieri potrebbe fare una Divina Commedia al giorno: solo per il girone dei lussuriosi, con andata e ritorno, ottavi, quarti, semifinali e finale
Ciao Raimondo
Se ti va, passa in questo blog che sicuramente lo troverai interessante.
http://bandaparcheggiotto.blogspot.com/
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