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All’inizio di maggio una sentenza della prima sezione penale della Corte di Appello di Catania ha equiparato un blog ai giornali di carta. Dunque commette il reato di stampa clandestina chiunque abbia un diario in Internet e non lo registra come testata giornalistica presso il tribunale competente, come prevede la legge sulla stampa n 47 del 1948.
La vicenda è paradossale e accade in Italia. Lo storico e giornalista siciliano Carlo Ruta aveva un blog: si chiamava Accadeinsicilia e si occupava del delicato tema della corruzione politica e mafiosa. In seguito a una denuncia del procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, quel blog è stato sequestrato e chiuso nel 2004 e Ruta ha subito una condanna in primo grado nel 2008. Ora la Corte di Appello di Catania, nel 2011, ritiene che quel blog andava considerato come un giornale qualsiasi – ad esempio La Repubblica, Il Corriere della Sera o Il Giornale – è dunque doveva essere registrato presso il “registro della stampa” indicando il nome del direttore responsabile e l’editore. La notizia farà discutere a lungo la blogosfera italiana: cosa succederà ora?
Massimo Mantellini se la prende con Giuseppe Giulietti e Vannino Chiti per aver presentato in Parlamento la Legge 62 sull’editoria, che è stata poi approvata, con la quale si definisce la natura di prodotto editoriale nell’epoca di Internet. Ma il vero problema, a mio avviso, è la completa o scarsa conoscenza di cosa sia la Rete da parte di grandi pezzi dello Stato, incluso la magistratura. Migliaia di burocrati gestiscono quintali di carta e non sanno quasi nulla di cosa accade in Internet e nei social network. Questa sentenza, quindi, è un regalo alla politica cialtrona che tenterà ora di far chiudere i blog scomodi. Proveranno a imbavagliarci.
In Italia ci sono oltre 50 mila blog. Soltanto BlogBabel ne monitorizza 31 mila. Nel mondo esistono almeno 30 milioni di blog e forse sono anche di più. I blog nascono come diari liberi on line, può aprirne uno chiunque. Una casalinga. Uno studente. Un professore universitario. Un operaio. Un filosofo. Chiunque. Ma adesso in Italia non è più possibile e possiamo dire che inizia il Medioevo Digitale. Nel mondo arabo i blog e i social network hanno acceso il vento della democrazia, il presidente americano Barack Obama plaude il valore di Internet e la libertà d’informazione, Wikileaks apre gli archivi segreti delle diplomazie, e noi, in Italia, in un polveroso palazzo di giustizia, celebriamo la morte dei blog.
(…) Vogliamo innalzare una grande scritta davanti alla Corte Costituzionale con lo slogan “Io bloggo libero, non sono clandestino!”. Eggià: perché gli avvocati di Ruta faranno appello in Cassazione e a quei giudici bisognerà far sapere che in Italia ci sono 50 mila persone libere che hanno un blog e confidano nell’articolo 21 della Costituzione, che permette la libertà di espressione con qualunque mezzo.
Che ne dite? Ci proviamo?
Enzo di Frenna
Fonte originaria: “Il Fatto” (edizione on-line), 28 maggio 2011
8 commenti:
Vogliono puntare la rete perchè è libera, fuori da ogni controllo, dando voce a chiunque con in lati negativi e positivi.
Non ce la faranno mai!
A quel punto se fermeranno la parola ci sarà solo la violenza. Io spero non succeda mai.
Domani farò il post su questo linkando il tuo post.
Ciao
Daniele
Ho provveduto a inserire il nome di chi ha scritto questo articolo per il Fatto Quotidiano: il bravissimo giornalista Enzo Di Frenna, che questo blog ha già citato in passato per le sue iniziative e per le sue inchieste giornalistiche.
Riguardo al post, Molti di noi oggi sono contenti per i segnali di risveglio di questa nazione nei ballottaggi elettorali di domenica e lunedi. Ebbene non ti puoi rilassare un attimo che finisci inchiappettato ... Va a finire che Grillo ha pienamente ragione da sempre PD o PDL sono la stessa cosa ..
Conoscevo la legge, ma non questa vicenda. Il quadro è terrificante, ma non credo riusciranno ad arrivare a tanto. Non hanno i mezzi e soprattutto non hanno le capacità. Se provi a nominargli "indirizzo IP" strabuzzano gli occhi e iniziano a sudare.
Personalmente a me tutto questo da molto fastidio. E' evidente che le battaglie vinte da noi in passato, non sono servite da lezione alla nostra politica, la quale invece continua a puntare la rete, come dice Ernest. E' evidente che non hanno ancora capito con chi hanno a che fare.
Alessandro dice bene, non hanno le capacità per fermarci, sono del tutto ignoranti in materia di internet e d'informatica.
Vediamo a che punto arrivano, anche perchè come dice Daniele poi la gente s'inca33a per davvero ...
speriamo che questi tristi propositi non vadano in porto. Il blog è libera espressione del pensiero di ognuno e come tale andrebbe preservato.
Non si può equiparare un blog ad una testata giornalista.Questa legge deve essere abolita ,perchè lede palesemente la libertà d'espressione.Saluti a presto
Se pensiamo al vento di primavera che spira nel mediterraneo e che ha portato all'insurrezione di interi popoli , grazie e SOPRATUTTO alla rete .
Al grande servizio dei Social Net , al martellante giro di notizie che i blogger postavano in rete, contro media asserviti di quei paesi ,i quali ,al contrario,non davano o davano distorti,ci rendiamo conto di come certe sentenze mettano questo paese agli ultimi posti come popolo "informatico".
Grazie ai vari Twitter,Facebook,blog e blogger,che hanno fatto da cassa di risonanza per le notizie,in real time,senza dimenticare canali Video come You Tube o Vimeo,e che mostravano la realtà dei fatti ,ci rendiamo conto di quanto in questo paese si sia obsoleti .
Un paese che, pare marcire nell'ignoranza verso le tecnologie ,questo,ANCHE grazie a magistrati o giuristi poco avvezzi alla modernità .Tutto ciò fa il punto di come siamo messi in Italia.
Credere che chiudendo un semplice blog si possa fermare l'informazione "non voluta,non autorizzata"fa il paio con un presidente del Consiglio che parla di Google come Gogol(forse confondendolo con lo scrittore e drammaturgo Russo, Nikolaj Vasiljevitch Gogol ,)
Piuttosto che(recentissima)di registrare su cassetta(whs)le trasmissioni tv.
E' chiaro che siamo Governati e comandati da persone che dobbiamo rottamare,non tanto per questioni di anagrafiche,ma quanto per ragioni di "cazzuto quanto inespressiva voglia di crescita"condannando questo paese a l'alfabetismo della rete.
MA c'è sempre un riscatto,molte piattaforme blogger(come questa di Google)non chiudono cosi facilmente ne i battenti ne i singoli blogger,a capriccio di un Magistrato qualsiasi,forse,lo mettono in stand-bay,ma poi è sufficiente fare opposizione e dimostrarne sia l'inefficienza di certi ragionamenti sia il prevaricare delle idee del singolo, verso le idee di un'altro singolo, che, per quanto Magistrato non è detto che abbia ragione .
Gli Americani hanno Barack Obama che spinge e fa campagna elettorale sul web e sui S.N. grazie anche ad un semplice smartphone, da cui non si separa mai e ,come scrivi tu in post, plaude il valore di Internet e la libertà d’informazione, Wikileaks apre gli archivi segreti delle diplomazie, e noi, in Italia, in un polveroso palazzo di giustizia, celebriamo la morte dei blog.
Noi abbiamo una classe dirigente politica che "padrona di un immenso circo mediatico tenta di restringere il campo dell'informazione,chiudendo i vari blog e siti web ,accampando scuse che sono semplicemente ridicole.,magari servendosi di Magistrati ,solitamente attaccati,ma quando fa comodo e sono di parte (sua) ...USATI"!!!
Non facciamoci sopraffare. Abbiamo già fatto altre mille battaglie per avere il diritto di scrivere ciò' che pensiamo,quindi non potrà mai essere un singolo Magistrato a fermare milioni di utenti web.
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