UNA RICERCA CONDOTTA DA UN TEAM DI SCIENZIATI CANADESI
Ha messo l’accento sui pericoli nascosti nei profumi, molti dei quali di note e diffuse marche. I profumi in questione conterrebbero delle sostanze tossiche non dichiarate, che possono avere gravi implicazioni per la salute. Rick Smith, Direttore del Environmental Defence che ha condotto la ricerca per il programma “Campaign for Safe Cosmetics” della California (Usa) ha scoperto che molti profumi contengono sostanze pericolose non dichiarate. Tra questi vi sono anche fragranze piuttosto conosciute come Acqua Di Gio by Giorgio Armani, American Eagle Seventy Seven e Dolce e Gabbana Light Blue. Per arrivare alle loro conclusioni i ricercatori hanno sottoposto diversi profumi ad analisi presso laboratori di analisi indipendenti, i quali avrebbero individuato la presenza di queste sostanze tossiche.
SECONDO QUANTO RIPORTATO NEL RAPPORTO
Pubblicato sul The Globe and Mail, Acqua di Gio e American Eagle Seventy Seven conterrebbero una sostanza detta Lilial, un allergene che può indurre effetti simil-estrogeni nel corpo, e salicilato di benzile, un altro allergene. Al pari di queste sostanze sono state rinvenuti molti altri prodotti chimici. Il profumo Light Blue di Dolce e Gabbana invece contiene, tra tutte le altre numerose sostanze chimiche, il BHT (butilidrossitoluolo), un conservante e stabilizzante collegato a effetti negativi sulla tiroide e ritenuto potenzialmente cancerogeno. «Qualsiasi cosa nella tua casa che profumi come una foresta pluviale o una fragola o un pino avrà queste sostanze chimiche all’interno», ha commentato Rick Smith.Tuttavia, a quanto pare i canadesi non sono del tutto informati delle legislazioni che regolamentano l’utilizzo di certe sostanze nei profumi e si basano sugli assunti di un zoologo che, per quanto possa aver condotto una ricerca, di certo ne sa probabilmente meno che non un chimico. Oltremodo la presenza di certe sostanze, per legge, devono essere indicate in etichetta. Nei profumi analizzati dal Smith non lo erano?
Fonte lastampa.it
Letto su http://ilfattaccio.org/
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