18 gennaio 2012

Destino: controllato dalle nostre cellule

Le cellule immunitarie sono comandate da una sorta di destino. Forse anche noi siamo parte di tutto questo? Pare di sì

Sorpresa! I veri controllori del nostro destino non sono situazioni astratte, magari relative alla propria religione, bensì elementi molto più concreti: le nostre cellule, quelle immunitarie per l’esattezza.
Chi mai può aver fatto un’affermazione simile? Degli immunologi ovviamente. Si tratta di ricercatori provenienti dall’australiano Walter and Eliza Hall Institute (WEHI), che sono arrivati a una simile conclusione studiando le cellule B, particolari cellule deputate alla produzione di anticorpi.
Questi ultimi, noti anche con il nome di immunoglobuline, sono una sorta di proteine che identificano e neutralizzano ospiti indesiderati come virus e batteri.

Ogni cellula B ha destini diversi. Alcune tendenzialmente si dividono, altre muoiono; altre si “trasformano” in anticorpi oppure cambiano la capacità di alcuni tipi di anticorpi già esistenti.
Tale destino viene determinato da stimoli esterni come la presenza di ormoni particolari o molecole di segnalazione cellulare. Questa, per lo meno, è la spiegazione ufficiale. Ma secondo Phil Hodgkin, Mark Dowling, Cameron Wellard e Zhou Jie, del reparto di immunologia, ciò che veramente modifica il destino cellulare sono i processi interni.

Per arrivare a tali conclusioni sono state ricreate le condizioni necessarie per permettere lo sviluppo delle cellule B in diverse situazioni cellulari. Insieme a John Markham della National Information e Communications Technology, è stato anche possibile sviluppare innovative  tecnologie e metodi di analisi accurata delle immagini.
 A detta di Hodgkin, le cellule si comportavano come se al loro interno ci fosse una sorta di “macchina” che governa i destini delle cellule. «Ognuna di queste macchine interne è come un piccolo orologio o un timer per la divisione, la morte, il tipo di anticorpi che elaborano o se diventeranno cellule secernenti ulteriori anticorpi», spiega Hodgkin.

«Ogni cellula, in un certo senso, ha istituito dentro sé un orologio che inizia a ticchettare per ciascuno dei risultati e quando l'orologio si spegne, la cellula prende la sua prima decisione. […]La cellula cerca di fare tutto, ma solo il destino vince», conclude Dowling.
Se le nostre cellule, quindi, sono parte integrante di noi, possiamo affermare che il loro destino, infine, è anche il nostro. Se noi siamo in mano a loro, però, ci sarebbe da chiedersi: chi muove il filo della vita di ogni singola cellula?
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La versione originale di questo articolo è presente sul sito http://www3.lastampa.it/

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