02 aprile 2013

Le azioni dei figli riguardano i genitori


di Marcello Fois - Il Liceo Classico Asproni di Nuoro è in subbuglio per cause sacrosante: la libertà d’espressione, il diritto alla privacy. In questi giorni è in atto, proprio a partire dagli studenti di quella scuola, che, orgogliosamente, è stata anche la mia, una protesta contro chiunque voglia mettere in pericolo queste conquiste. Il fuoco alle polveri l’ha data una serie di post su una pagina di facebook che raccontavano i gusti sessuali di alcuni studenti proprio di quel Liceo Classico. Messaggi omofobi manco a dirlo, come capita ogni volta che la povertà di spirito si associa all’incapacità di prendersi le proprie responsabilità. I messaggiatori anonimi hanno fatto nomi e cognomi dei loro coetanei che sarebbero gay, raccontando col megafono del social network attitudini o propensioni o addirittura legami più o meno pubblici.
A questi protozoi senza faccia e senza nome e ai loro genitori vorrei dire qualcosa.
Vorrei chiarire ai deficienti vigliacchi che hanno usato la piazza virtuale per rivelare, commentare e, secondo loro, “sputtanare” i gusti sessuali di terzi, che sono semplicemente dei delinquenti; che esiste un settore della Polizia, chiamata innocuamente Postale, che è stato creato proprio per scovare le merdacce del loro tipo; che ciò che hanno fatto è punibile per legge e che quindi, nonostante si illudano di aver mantenuto l’anonimato, verranno ben presto intercettati e puniti come meritano.
Vorrei chiarire ai padri e madri di questi bulletti che ciò che hanno fatto i figli li riguarda molto da vicino e li qualifica come persone e come genitori; che il fatto che coinvolge i loro anonimi pargoli non è una “ragazzata” ma un’espressione forte e chiara dell’ambiente in cui sono cresciuti; che qualora i loro eroici virgulti siano minorenni, saranno loro responsabili per legge del fatto di aver avuto solo il tempo per generarli, ma non abbastanza per educarli.
Vorrei che fosse chiaro a questi trogloditi che quando ci si scontra con una società civile che sa indignarsi può capitare, come è successo a loro, che da sputtanatori si diventi sputtanati; di quelli che tutti indicheranno quando cammineranno per strada; di quelli di cui tutti diranno che sono dei vigliacchi, frustrati, ignoranti e che è probabile abbiano sentito il bisogno di raccontare ai quattro venti i gusti sessuali degli altri perché hanno paura dei loro stessi gusti sessuali.
Vorrei che fosse chiaro ai genitori di questi balenti da quattro soldi che non si possono amare i propri figli se non si è in grado di proclamare, quando hanno torto, che hanno torto; se non si concepisce l’idea di prendere le distanze da qualunque azione, anche dei propri ragazzi, che distorca il senso del loro essere famiglia; se non si capisce che è possibile perdonare solo dopo che i propri figli si saranno scusati pubblicamente e pubblicamente rivelati.
Vorrei dire a questi imbecilli totali che la violenza della maldicenza non è inferiore alla violenza fisica, specialmente in un’età in cui lo spirito e il corpo stanno cercando la loro strada; che nel mondo che hanno in mente loro per primi non sarebbero ammessi, ma tuttalpiù arruolati per fare i manovali, quelli che non hanno l’apparato sufficiente per capire che contano meno di zero.
Vorrei dire ai genitori di questi subumani velati, che considerare l’educazione e il dialogo un optional è come pensare di non avere responsabilità con quanto fanno i loro figli; come fossero un albero che ignora i frutti che produce o pessimi tutori di estranei che hanno solo il dovere di nutrire e vestire.
Auguro a questi ragazzi che si sveglino, un giorno esattamente nel mondo intollerante, omofobo, razzista, che hanno in mente. Capirebbero che favore gli stanno facendo i loro compagni e coetanei a fargli capire, con la protesta, in quale abisso di stupidità sono finiti; a spiegargli che, nonostante i tempi grami che stiamo vivendo, l’ignoranza, la prepotenza, l’illazione, la vigliaccheria, non vinceranno. 

Fonte

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