23 aprile 2013

Da cerebroleso a psiconano, la politica che insulta i disabili


L’utilizzo di parole che fanno riferimento alla disabilità per insultare il proprio interlocutore è una prassi dura a morire nella società. Un malcostume che, intendiamoci, non è solo una peculiarità del nostro Bel Paese, ma un fenomeno radicato e diffuso su scala globale. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato niente di meno che Gino Strada, fondatore di Emergency, che rispondendo ai microfoni di «Un giorno da pecora» su Radio2, ha definito l’allora candidato sindaco per Venezia, Renato Brunetta, “esteticamente incompatibile” con la città lagunare.
“Minorato”, “cerebroleso”, “disabile”, “mongoloide”, “demente” sono espressioni che troppo spesso ascoltiamo in televisione, alla radio, a scuola, sul lavoro, per strada o leggendo i giornali. 
Nella maggior parte dei casi non c’è cattiveria o odio a spingere la persona che utilizza a mo’ di insulto queste espressioni, ma si tratta più spesso di maleducazione, ignoranza, cattivo gusto. C’è un po’ di tutto, insomma. Con un comune denominatore: adoperare peculiarità fisiche o situazioni di disabilità (intellettive, psicologiche, linguistiche, fisiche, sensoriali), per rivolgersi in modo spregiativo nei confronti di un avversario da colpire e rendere risibile.
Impiegare questi termini in modo gratuito considerandoli insulti è ancor più grave se avviene tra politici, ovvero coloro che dovrebbero implementare leggi e buone pratiche volte a migliorare la società, anche per i portatori di handicap. Su questo esponenti di tutte le forze politiche dal Pdl al Pd, dai montiani al M5S, non si sono fatti mancare l’insulto che prende spunto dalla disabilità e ad essa fanno riferimento con accezione negativa. Giusto per fare un esempio, si noti che nel blog di Beppe Grillo per ben 1900 volte appare la parola “psiconano” riferito ad  un noto avversario politico. È stata Annamaria Testa, per la rivista “Internazionale”, a fare il conto. Tuttavia, come già detto, il leader grillino è in questo in “coalizione” con autorevoli personaggi politici di tutti gli schieramenti.
È prima di tutto una questione di educazione, di cultura. I nostri comportamenti sono il frutto dell’educazione ricevuta. Dunque, essere di esempio ed insegnare fin dai più giovani che bisogna aver rispetto per tutti è fondamentale.
Ivano Abbadessa

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