20 dicembre 2011

La lobby che manca


Il problema è la lobby. I disabili non sono come gli avvocati che in Parlamento hanno una pattuglia di 132 tra deputati e senatori. O come i farmacisti capaci, pur non essendo rappresentati, di mandare a pallino qualsiasi tentativo di liberalizzazione.

No, i disabili non hanno fondi più o meno leciti a disposizione per pagare campagne pubblicitarie oppure per organizzare costose convention. E soprattutto sono tanti, per lo Stato sono un costo che qualcuno da qualche anno vuole a tutti i costi ridimensionare.

Sono nate per questo le campagne contro i cosiddetti “falsi invalidi”. Negli ultimi anni – con risultati quantomeno dubbi – centinaia di migliaia di invalidi (veri) subiscono vessazioni e richieste di controlli anche in presenza di patologie irreversibili.

Com’è tristemente noto a chi questi problemi li affronta ogni giorno, al peggio non c’è fine. Succede così che dopo la guerra al falso invalido, ora arriva la guerra al falso povero. Protagonista il governo Monti.

Anche in questo caso la premessa è corretta, le conclusioni perverse. Chi può negare l’esistenza degli evasori fiscali? Rubano al fisco 120 miliardi l’anno, anche sotto forma di provvidenze non dovute in termini di scuola o di servizi socio-sanitari.

Il governo cerca una soluzione e sembra che l’abbia trovata usando l’arnese dell’Isee, cioé l’indicatore della ricchezza effettiva depurata dei costi sociali ed economici che una famiglia è costretta ad affrontare o per meglio dire a subire.

Siamo sicuri che è giusto inserire nell’Isee anche i redditi da pensione d’invalidità o da accompagnamento che percepisce il disabile fiscalmente a carico della famiglia? E se questa misura, oltre che a colpire con maggiori tasse un nucleo familiare colpito dalla malattia, portasse a espellere quella famiglia dalla rete socio-sanitaria indispensabile alla sopravvivenza e non certo al benessere, noi “normali” che ne diremmo?

Ecco, il governo rischia di fare tutto questo a dispetto delle parole e delle solidarietà di facciata.

A questo punto uno che vota Partito democratico potrebbe osservare quello che Antonio Lettieri annota a proposito dei tentativi di stravolgere il mercato del lavoro. “Oggi”, scrive Lettieri, “si strumentalizza la crisi per far girare all’indietro la ruota della storia. Ma il ricatto della crisi e la condizione di emergenza in cui opera il governo Monti non debbono diventare il grimaldello per scardinare ciò che rimane del sistema di tutele e di diritti essenziali del lavoro conquistati dalle generazioni passate, ma non meno importanti per le generazioni future, alle quali oggi si fa un continuo ipocrita e ingannevole richiamo. Non fosse altro che per lealtà, il Partito democratico,in quanto parte essenziale della maggioranza parlamentare, in sintonia con Cgil Cisl e Uil, deve avvertire Monti che vi sono soglie che non possono essere superate”.

Ecco, applicate pari pari queste parole al tema della disabilità e non sbaglierete.

Carlo Chianura

La versione originale di questo articolo è presente sul sito http://chianura.blogautore.repubblica.it/

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