11 maggio 2013

M5S contesta la nomina sul «fracking» «Quel professore? Una scelta schierata»



Emilia: l'inchiesta della Regione su trivellazioni e sisma. Contestato l'esperto inglese.
M5s contesta la nomina sul«fracking» «Quel professore? Una scelta schierata»
I grillini:«Styles a favore della fratturazione. Con lui risposta già in tasca». 
Geologo indiano dimissionario per il caso marò.


«Il professor Peter Styles? Una scelta assolutamente impropria: con lui è come avere una risposta già scritta in tasca». Non usa mezzi termini, il consigliere «grillino» della Regione Emilia Andrea Defranceschi: quel geofisico britannico da pochi giorni presidente della commissione d'inchiesta sul fracking (la tecnica di trivellazioni messa in relazione con il terremoto del maggio 2012, sia pure con una certa enfasi «complottista») è «un'autorità scientifica che risulta già schierata». Meglio bilanciare la nomina con la «contropartita» - è questo il termine usato dall'esponente M5S - della «chiamata di Maria Rita D'Orsogna» un fisico italiano, insegnante all'università di Los Angeles, definita la «pasionaria del petrolio» per via delle numerose battaglie per l'ambiente condotte tanto negli Stati Uniti quanto in Italia.

LA COMMISSIONE - A questo punto è il caso di fare un passo indietro. E arrivare al novembre 2012 quando il governatore emiliano Errani decide di istituire una commissione che faccia luce su «possibili relazioni» tra il sisma e quelle trivellazioni del sottosuolo il cui fracasso, in mezzo a spostamenti notturni di betoniere e boati di cariche esplosive, terrorizzò molti nella Bassa nei giorni immediatamente precedenti le due scosse.

SOTTO LA BASSA - Erano sondaggi condotti allo scopo di individuare cavità destinate allo stoccaggio artificiale di metano. Un gigantesco serbatoio proprio sotto i comuni di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Mirandola e Crevalcore, quelli più pesantemente flagellati dal terremoto. Il bilancio di 27 morti, 16 mila sfollati, crolli e devastazioni, le continue proteste di comitati cittadini, associazioni ambientaliste, verdi e della stessa giunta Errani, indussero però l'ex ministro all'Ambiente Clini a porre un «niet» tassativo alle trivellazioni. Anche perché nel frattempo quelle chiacchiere nei bar -«sta a vedere che il terremoto è colpa di quelle trivellazioni» - stavano ingrossandosi sempre più, sino quasi a diventare psicosi collettiva.

I SAGGI - Con l'obbiettivo di fare chiarezza su quelle ipotesi in bilico tra «complottismo» e rabbia per lutti e distruzione, successivamente il governatore ha dato il via alla commissione d'inchiesta. I «saggi» (una rosa di sei esperti internazionali e italiani identificata dal Dipartimento di Protezione civile della Presidenza del Consiglio e accolta dalla Regione) si sono fatti notare per ora unicamente per le inaspettate dimissioni comunicate a marzo del presidente Harsh Gupta (un geologo indiano, luminare in materia di terremoti) dovute alle tensioni tra Roma e New Delhi sul caso dei due marò. Nero su bianco, lo ha chiarito l'assessore alla Protezione civile Paola Gazzolo in un'interrogazione firmata proprio da Defranceschi: «La prima riunione della Commissione che indaga sul rapporto possibile tra terremoto e fracking doveva tenersi il 4 aprile, ma non si è svolta a causa delle dimissioni improvvise del presidente, l'indiano Harsh Gupta, per le conseguenze del mancato rientro dei “marò” italiani». Insomma: zero decisioni operative, dimissioni a parte.

GLI ALTRI ESPERTI - Qualche giorno dopo ha lasciato l'incarico, ma per altri «impegni professionali», anche l'americano Mark Zoback, autore di studi sulla faglia di Sant'Andrea che minaccia la California. Gli altri componenti sono gli italiani Paolo Gasparini (sismologo dell'università di Napoli), Paolo Scandone (geologo, Pisa), Franco Terlizzese (ingegnere, Dipartimento governativo all'Energia), il tedesco Ernest Huenges, esperto di tecniche di perforazione, e il polacco Stanislaw Lasocki, dell'Accademia delle Scienze di Varsavia.

IL GEOLOGO DI SUA MAESTA' - A sostituire il posto vacante alla guida del gruppo è arrivato, appunto, il geofisico inglese Peter Styles, consigliere di Sua Maestà in materia di stoccaggio geologico e numero uno dell'autorevolissima «Geological Society of London». Una scelta già bollata come «assolutamente impropria» da Defranceschi. «Basta dare un'occhiata su Google - dice perplesso il grillino - per rendersi conto del curriculum di Styles» indicato dal Times, per farla breve, come uno dei sostenitori del fracking, sia pure praticato attraverso tecniche innovative, attentamente monitorate e sicure. Ed ecco il perché della «contropartita» in commissione chiesta dai grillini che hanno speso il nome del fisico Maria Rita D'Orsogna, volto noto in Emilia per i numerosi interventi contro il deposito di gas.

NUOVE RICHIESTE - Nel frattempo si scopre che il sottosuolo padano continua a destare appetiti. E' di pochi giorni fa la notizia di una richiesta di nuovi sondaggi - ancora con l'utilizzo del fracking, è l'ipotesi paventata in un'interrogazione dei parlamentari modenesi del Pd Manuela Ghizzoni e Stefano Vaccari - finalizzati alla ricerca del «gas shale», gas naturale proveniente dalle argille. Carotaggi da localizzare - sembra assurdo ma è così - sempre sotto quella manciata di comuni dove è concentrata la maggior parte di vittime, danni e sfollati.

Alessandro Fulloni


Fonte http://www.corriere.it/cronache/13_maggio_07/terremoto-emilia-commissione-fracking_8a5865aa-b721-11e2-8651-352f50bc2572.shtml

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