21 settembre 2011

L’Europa minaccia di tagliare l’aiuto alimentare ai più poveri


I ministri dell’agricoltura dei 27 non sono riusciti a mettersi d’accordo oggi sul mantenimento del Programma europeo di aiuto ai più poveri, che dall’87 interviene con aiuti alle banche alimentari, che servono pasti ai cittadini più poveri dell’Unione. 18 milioni di persone si rivolgono oggi a queste banche per mangiare in 19 paesi della Ue, e tra gli stati dove il programma è più sollecitato ci sono l’Italia, la Polonia e la Francia. La decisione, per il momento, è stata rimandata al prossimo consiglio agricoltura, ad ottobre.
Sei paesi – Germania, Gran Bretagna, Olanda, Repubblica Ceca, Danimarca e Svezia – contestano il Programma. Si sono rivolti alla Corte di giustizia d’Europa per farlo annullare. Nell’aprile scorso, la Corte ha dato loro ragione. E’ quindi in forse l’erogazione di 480 milioni di aiuti, che servono alle associazioni (in Francia, Croix Rouge, Secours catholique, Secours Populaire, Resto du coeur ecc.) per comprare i prodotti alimentari da distribuire. I sei paesi contestano  il meccanismo, che pesa sul bilancio della Pac, la politica agricola comunitaria. Osservano che questo programma non rispetta le regole della Wto. “Non abbiamo nulla contro gli aiuti ai poveri – spiega un diplomatico di uno dei paesi contrari – ma questo dipende dalle politiche sociali, che sono l’appannaggio degli stati” e non dell’Ue.
L’idea di creare questo Programma era venuta nell’87 all’allora presidente della Commissione, Jacques Delors. A quei tempi, la Pac, il più grosso bilancio della Ue, produceva degli “eccedenti”. Per non buttarli via, era stato deciso di devolverli all’aiuto ai poveri. Ma, nel corso degli anni, la Pac è stata riformata. Gli “eccedenti” non ci sono più. Il bilancio della Pac ha cosi’ continuato a finanziare il Programma, versando un contributo. L’Eliseo, con un comunicato, ricorda che la Francia “è molto legata al Programma di aiuto”, “prova tangibile del principio di solidarietà europea”. Sarkozy afferma che sarebbe “inaccettabile che l’Europa abbandoni i più deboli”. Ma mentre si riparla di intervenire per salvare le banche, i 18 milioni di poverissimi (e gli 80 milioni che potrebbero andare ad ingrossare la fila di coloro che si rivolgono alle banche alimentari, perché vivono sotto la soglia della povertà nella ricca Europa) interessano sempre meno. Le banche alimentari potrebbero non riuscire più a servire i milioni di pasti che distribuiscono ogni giorno. Gli stati non hanno nessuna intenzione di sostituirsi al finanziamento proveniente dal bilancio della Pac.

Anna Maria
Da il Manifesto

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