Il prof. Cascinu dell’Università di Ancona al ministro Balduzzi: “364MILA I NUOVI CASI DI CANCRO NEL 2012, 6 DONNE SU 10 GUARISCONO” Il professore marchigiano protagonista al convegno di Roma.
L’87% delle pazienti con neoplasia al seno è vivo dopo 5 anni dalla scoperta della malattia. +30% diagnosi al Nord, ma è ancora bassa la sopravvivenza nel Sud Roma, 26 settembre 2012 – Ogni giorno in Italia si scoprono 1000 nuovi casi di cancro. I tumori colpiscono di più le Regioni settentrionali (+30%) rispetto al Sud, ma complessivamente nel nostro Paese migliorano le percentuali di guarigione. Il 61% delle donne e il 52% degli uomini è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Particolarmente elevata la sopravvivenza dopo un quinquennio in tumori frequenti come quello del seno (87%) e della prostata (88%). Il merito è da ricondurre alla più alta adesione alle campagne di screening, che consentono di individuare la malattia in uno stadio iniziale, e alla maggiore efficacia delle terapie. I nuovi casi di cancro nel 2012 saranno 364mila (erano 360mila nel 2011): 202.500 (56%) negli uomini e 162.000 (44%) nelle donne. Il tumore del colon-retto è il più frequente, con oltre 50.000 nuove diagnosi, seguito da quello della mammella (46.000), del polmone (38.000, un quarto nelle donne) e della prostata (36.000). Il cancro del polmone si conferma al primo posto complessivamente per mortalità (34.500 i decessi stimati) ed è il big killer fra gli uomini (27%), quello del seno fra le donne (16%).
È la fotografia scattata dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) nel volume “I numeri del cancro in Italia 2012”, presentato oggi all’Auditorium del Ministero della Salute con l’intervento del Ministro, prof. Renato Balduzzi. “La possibilità di disporre finalmente di dati epidemiologici relativi all’anno in corso – afferma il Ministro Balduzzi – è essenziale per impostare azioni di politica sanitaria. L’oncologia italiana, per qualità delle terapie e impegno nella prevenzione, si conferma tra le prime al mondo, come dimostrato dalle alte percentuali di guarigione”. “A meno di un anno dalla prima – spiega il prof. Stefano Cascinu dell’Università di Ancona, presidente AIOM -, abbiamo completato la seconda edizione, con una tempistica davvero unica nel panorama italiano. La nostra è una pubblicazione annuale, sul modello di quanto già avviene da tempo negli USA. Rispetto al precedente volume, riferito al 2011, abbiamo inserito l’analisi di altre neoplasie (ovaio, rene, vescica, tiroide) aumentando la quantità e qualità delle informazioni. Questi ‘numeri’ sono indispensabili per tutti gli operatori e le Istituzioni coinvolti nella lotta contro il cancro, sia nella gestione dei pazienti che nella programmazione sanitaria in un periodo di contenimento della spesa come l’attuale in cui è indispensabile l’appropriatezza e l’uso razionale delle risorse”. I tumori rappresentano la seconda causa di morte (30%), dopo le malattie cardio-circolatorie (38%). Si stima che nel 2012 provocheranno 175mila decessi (erano 174mila nel 2011): circa 500 al giorno.
“La sopravvivenza – sottolinea il prof. Stefano Ferretti, segretario dell’AIRTUM – è uno dei principali indicatori che permette di valutare l’efficacia del sistema sanitario. In questo senso esistono ancora differenze nelle percentuali di guarigione tra le Regioni settentrionali e quelle del Sud a sfavore di queste ultime. Chi è vivo a 5 anni dalla diagnosi di specifiche forme (testicolo, corpo dell’utero, melanoma, linfomi di Hodgkin e, in misura minore, colon-retto) ha prospettive di sopravvivenza che si avvicinano a quelle della popolazione generale, non colpita da neoplasia”. “La prima edizione – spiega il prof. Carmine Pinto, segretario nazionale AIOM - ha ricevuto riscontri molto positivi non solo da parte degli addetti ai lavori ma anche dalle Istituzioni e dai cittadini. Inoltre la versione per il web del libro, disponibile sui siti della nostra società scientifica e dell’AIRTUM, è stata scaricata da migliaia di utenti. La conoscenza dei dati italiani e regionali dell’impatto della patologia neoplastica, in termini non solo di incidenza, mortalità, sopravvivenza e prevalenza ma anche di stime per i prossimi anni, è uno strumento da cui non possiamo prescindere per l’organizzazione della nostra attività clinica e di ricerca.
L’AIOM da sempre è impegnata nel miglioramento dell’assistenza oncologica, che deve necessariamente partire da dati aggiornati e dalla loro interpretazione”. Il maggior numero di casi registrato nel Settentrione può essere imputabile a varie cause, riconducibili, ad esempio, a stili di vita scorretti e a una maggiore esposizione a fattori cancerogeni. “L’eccezione – continua il prof. Cascinu - è rappresentata dal tumore del fegato, più frequente nel Meridione, che presenta rispetto al Nord valori pari a +17% nei maschi e a +65% nelle femmine. Da segnalare la riduzione delle differenze dei tassi di incidenza tra Nord e Sud, rispetto agli anni precedenti, per alcune neoplasie come quella del colon-retto, per la diffusione di un modello alimentare di tipo occidentale, che va sostituendosi alla dieta ‘mediterranea’, precedentemente peculiare del solo Meridione”. I cinque tumori più frequentemente diagnosticati fra gli uomini sono quello della prostata (che rappresenta il 20% di tutte le neoplasie diagnosticate), del polmone (15%, con tendenza alla riduzione nel tempo), del colon-retto (14%), della vescica (10%) e dello stomaco (5%). Tra le donne, il cancro della mammella è il più diffuso (29%), seguito da colon-retto (14%), polmone (6%), corpo dell’utero (5%) e tiroide (5%).
“L’attenzione agli aspetti economici e sociali della malattia e soprattutto alla vita dopo il tumore – spiega il prof. Carmelo Iacono, presidente della Fondazione AIOM - rappresenta una componente essenziale dei compiti dell’oncologo medico. è pertanto responsabilità dei gestori delle risorse dallo Stato, delle Regioni, dei direttori generali e dei direttori di unità operative individuare priorità assistenziali regolate dall’etica e fondate sui reali bisogni”. La pubblicazione è stata realizzata con il contributo di tutte le oncologie italiane (oltre 300) e i 37 Registri tumori presenti sul territorio. Nel complesso oltre 24 milioni di italiani, pari a circa il 43% della popolazione residente totale, vivono in aree dove è presente un Registro tumori. La rete italiana, in continua espansione, sorveglia attualmente una popolazione tra le più ampie in Europa e i dati sono ora disponibili alla consultazione pubblica attraverso il sito web di AIRTUM.
“Purtroppo – conclude il prof. Ferretti - l’attività dei Registri italiani è sempre più seriamente compromessa dalla perdurante assenza di una legge nazionale che li riconosca giuridicamente e li abiliti all’accesso alle informazioni sanitarie nel rispetto della normativa sulla tutela dei dati personali. Paradossalmente a fronte dei riconoscimenti e del sostegno istituzionale alle loro attività e a fronte dei rischi ambientali che sempre più spesso ne invocano il contributo, i Registri sono ormai alla paralisi e di fatto già in molte aree impossibilitati a fornire dati epidemiologici in sostegno delle valutazioni sulle emergenze ambientali, sugli screening e sull’impatto dei percorsi assistenziali in oncologia. Ci si augura che prima della fine dell’attuale legislatura il rischio di un blocco totale sia scongiurato attraverso la rapida ripresa del percorso legislativo che ne riconosca l’esistenza e il ruolo”.
da vivereancora.it
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