L'ideatore ha saputo vincere un handicap. Il suo sogno si sta realizzando. E si chiama Henable (http://info.henable.me/), la prima app che permette di ottenere direttamente dallo smartphone le autorizzazioni necessarie alle persone diversamente abili per accedere alle Zone a traffico limitato nei comuni italiani.
L'obiettivo? «Riuscire ad abbattere le tante barriere architettoniche e burocratiche che le persone disabili devono affrontare quotidianamente». Lui lo sa, cosa vuol dire. L'ha provato sulla pelle, quando, dopo un incidente subacqueo a Sharm El Sheik nel 2004, per salvare la vita a un compagno di immersioni, è rimasto vittima di una lesione spinale che lo ha paralizzato dalla vita in giù.
«Da quel momento in poi la mia vita è cambiata» racconta Ferdinando Acerbi (nella foto), 47 anni, ex campione olimpionico di equitazione con la passione per il mare, originario di Lodi e residente a Brescia da ormai dieci anni dove ha conosciuto sua moglie.
Dopo anni di sacrifici, cure e ferrea volontà Acerbi è tornato a camminare e da allora, come presidente dell'associazione Ancoramare (da cui è nato il suo libro omonimo), ha iniziato a far conoscere le applicazioni della medicina riabilitativa attraverso il mare e il mondo della vela e ad avvicinarsi e approfondire il tema della disabilità.
«Da tempo - spiega Acerbi - cercavo una via per poter snellire la logistica burocratica relativa alla mobilità di persone disabili e solo con l'avvento delle nuove tecnologie sono riuscito a trovare una soluzione».
Dopo una specializzazione in Digital Economics & Entrepreneurship, Acerbi insieme al suo team ha iniziato a concretizzare la sua idea e ad abbozzare il suo sistema proponendolo a H-Farm, l'incubatore di imprese trevigiano che opera a livello internazionale in ambito web, digital e new media.
Per la Smau, la fiera di riferimento del settore informatico e tecnologico in programma il prossimo 17 ottobre, Henable verrà lanciata sull'Apple store.
«Basterà registrarsi - spiega l'inventore della nuova start up che aiuta le persone disabili -, caricare i documenti e il tesserino di invalidità e, ad ogni spostamento, con una semplice mail, il comune che si intende raggiungere verrà avvisato e riceverà contestualmente la documentazione».
L'applicazione è il primo step di un progetto più ampio. «Sogno di creare un movimento che tolga dall'ombra una parte di società, fornendole la possibilità di gestire i propri bisogni attraverso l'utilizzo di tecnologie all'avanguardia e a basso prezzo».
Maria Zanolli
da brescia.corriere.it del 3 ottobre 2012
vedi anche
Liberi di muoversi, un utile applicazione per conoscere i luoghi accessibili ai disabili
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3 commenti:
Mi sembra un ottimo punto di partenza per agevolare la mobilità di tutte le persone nessuna esclusa.
Lavoro alla Mobilità di Verona e da sempre mi occupo di sistemi telematici, innovazione, ZTL, etc.
Siamo partiti nel 2006 e abbiamo creato il primo network italiano contenente una banca-dati di oltre 17.000 pass di oltre 45 comuni della provincia di Verona. E' patrocinato dall'ANCI e lo stiamo esportando in tutto il Veneto gratuitamente ai comuni che volessero aggregarsi a questo progetto.
Nella logica degli open-data si potrebbe aprire una sorta di dialogo tra enti e privati per verificare fino a che punto questa bella idea possa diventare effettivamente realtà; al momento infatti non riesco a capire come si possano impedire gli abusi. Di fatto l'applicazione si sostituisce al contrassegno? Così però rischiamo di tornare al punto di partenza. Mi farebbe piacere approfondire cmq l'argomento che trovo molto interessante.
Cordiali saluti
Arch. Bruno Pezzuto - Settore Mobilità - Comune di Verona
salve Bruno, mi dispiace aver viso il tuo commento solo oggi, no in realtà noi non ci sostituiamo al contrassegno, aiutiamo solo a comunicarlo con maggior "snellezza". Per quanto riguarda gli eventuali abusi ... hai ragione, chi lo faceva prima può farlo anche con la nostra applicazione, non possiamo sostituirci al senso civico delle persone ....
salve Bruno, mi dispiace aver viso il tuo commento solo oggi, no in realtà noi non ci sostituiamo al contrassegno, aiutiamo solo a comunicarlo con maggior "snellezza". Per quanto riguarda gli eventuali abusi ... hai ragione, chi lo faceva prima può farlo anche con la nostra applicazione, non possiamo sostituirci al senso civico delle persone ....
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