Una delle Università più prestigiose del mondo, la Tufts University di Boston, è nei guai, insieme ad altre università americane come il Baylor College di Houston. Si tratta di guai seri, che stanno assumendo i tratti del giallo internazionale. Greenpeace accusa l’università di aver usato, in combutta con alcuni ricercatori cinesi, 24 ignari bambini della provincia dello Hunan come cavie umane, per testare l'effetto del Golden Rice, il riso geneticamente modificato (GM) arricchito in vitamina A (che dovrebbe risolvere la carenza cronica di milioni di bambini in tutto il mondo, salvando la vista e non solo).
I fatti sono stati denunciati da Greenpeace in un articolo dal titolo: "24 bambini usati come maialini da esperimento per lo studio sul Golden Rice".
La storia inizia nel 2008 quando l'organizzazione ambientalista viene a sapere dello studio sul Golden Rice e avvisa immediatamente il Ministero per l'Agricoltura cinese, il quale risponde a stretto giro, assicurando che l'esperimento è stato interrotto. Quest'estate la sorpresa: una delle più autorevoli riviste scientifiche del settore, l'American Journal of Clinical Nutrition, pubblica i risultati dell'esperimento. Il documento dimostra che il riso somministrato a 24 bambini cinesi di età compresa tra i sei e gli otto anni, ha fornito un quantitativo ottimale di vitamina A, superiore a quello presente in dosi analoghe di spinaci, promuovendone così l'uso.
Secondo quanto riferito dall'agenzia Reuters, la questione ha fatto nascere un'indagine governativa condotta dal CDC cinese (Chinese Centre for Disease Control and Prevention), da cui emerge che che nessuna istituzione ha ottenuto l’autorizzazione ufficiale per prendere parte alla ricerca e che le autorità sono in attesa di chiarimenti dagli Stati Uniti.
Nel frattempo i cinesi hanno sospeso uno degli autori: Shi-an Yin, del Maternal & Child Nutrition, National Institute for Nutrition and Food Safety di Beijing, non ritenendo soddisfacenti le spiegazioni fornite (Yin si è difeso affermando di aver svolto un lavoro di raccolta dati senza sapere che l'oggetto della ricerca era il riso OGM). Il secondo ricercatore cinese coinvolto Hu Yuming, dello Hunan Province Center for Disease Control and Prevention di Changsha, ha dichiarato di non essere mai stato coinvolto nella ricerca (!). Nell’ambito degli accertamenti il CDC ha fatto sapere che il riso geneticamente modificato utilizzato era importato.
Dal canto suo Andrea Grossman, vicecapo delle relazioni esterne dell'ateneo americano, in un'intervista rilasciata all'agenzia di stampa cinese Xinhua dice che c'è grande preoccupazione per quanto accaduto, perché l'università è sempre molto attenta al rispetto del codice etico, precisando che è in corso l’analisi dei protocolli del 2008 per capire come sono andate le cose.
Per quanto riguarda il riso, la Cina da tempo sta sperimentando varianti geneticamente modificate di specie autoctone, diverse da quelle in studio come il Golden Rice (promosso dall'International Rice Research Institute, ente no profit).
Greenpeace si chiede se non ci sia stato una sorta di accordo per testare anche altre sementi GM, in cambio della fornitura di cavie umane.
Si tratta di accuse circostanziate e pesanti. Per il momento sono arrivate solo risposte di facciata da entrambe le parti, perché l'intreccio e le responsabilità tra le due sponde del Pacifico sembrano più strette di quanto si vorrebbe far credere.
La vicenda richiama alla memoria casi che si sperava appartenessero al passato e che riguardavano per lo più farmaci ma, evidentemente, le grandi multinazionali dell'agro-alimentare, che sovente sono le stesse del settore farmaceutico, e che finanziano in modo indiretto questi studi, non hanno perso il vizio di ricorrere a sistemi a dir poco discutibili.
In situazioni specifiche e quando altre vie non sono percorribili, alimenti come il Golden Rice potrebbero anche rappresentare una soluzione, se si dimostrassero del tutto sicuri. Ma nessuno desidera avere tali certezze a questo prezzo.
Agnese Codignola
Fonte ilfattoalimentare.it
Foto: Photos.com
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