07 settembre 2012

In Italia non c’è più lavoro, solo le colf e le badanti (straniere) riescono a trovare un’occupazione

La crisi morde ma la richiesta di collaboratori domestici non perde colpi. C’è infatti un settore lavorativo che cresce nonostante la congiuntura debole: è quello dell’aiuto domestico con un aumento nel 2012 dell’8,37% dei lavoratori domestici regolarmente iscritti all’Inps. Secondo i dati dell’Istituto, infatti, colf e badanti erano 681.000 nel 2011 mentre a luglio 2012 risultavano essere oltre 738mila. Il dato può essere letto anche come un passo in avanti sul fronte dell’emersione dal sommerso.

Fino a 13 rapporti di lavoro.
La maggior parte dei lavoratori (651.718) ha un solo rapporto di lavoro, mentre 59.043 lavoratori hanno due rapporti di lavoro e 16.476 ne hanno tre. Il numero massimo di rapporti di lavoro per lavoratore è 13.

Da Romania, Ucraina e Filippine il maggior numero di colf.
La maggioranza dei datori di lavoro è di nazionalità italiana (768.356) mentre sono 9.129 i datori comunitari e 37.768 extracomunitari. Le nazioni straniere con il maggior numero di datori di lavoro sono la Cina (3.393), il Marocco (3.154), la Francia (2.240) l’India (1.929) e la Svizzera (1.692). La maggior parte dei collaboratori familiari sono extracomunitari (420.628) mentre gli italiani sono 137.653 e i comunitari 180.258. Le nazioni straniere con il maggior numero di lavoratori sono la Romania (145.767), l’Ucraina (86.948), le Filippine (66.893) la Moldavia (49.593) e il Perù (29.997).

Fonte ilsole24ore.com
Letto su circololucedelsud.it

Da qualche anno a questa parte è partita secondo me questa moda (della badante) che in proiezione futura risulterà molto pericolosa. Sia per le famiglie che saranno maggiormente indebitate che per lo Stato Italiano, che se potrà (ma potrà? E fino a quando?), cercherà di dare (giustamente) una mano a quanti hanno bisogno di un aiuto. 
Considero tre cose: 
1. il progressivo invecchiamento della popolazione; 
2. la situazione economica dell'Italia giunta a livelli oramai insostenibili, sia per le famiglie che per lo Stato; 
3. l'avviamento in questi anni di un sistema sanitario sempre più privatizzato, e lo dico da tempo, simile a quello che Obama ha per fortuna eliminato pochi mesi fa in America.
Sento proprio puzza di bruciato e mi vorrei tanto sbagliare, ma stiamo andando rapidamente verso una deriva che colpirà ancora maggiormente, in modo devastante questa volta, tutte le persone che soffrono e che non si possono permettere un assistenza privata.
Sarò molto duro ma penso che con questo sistema di assistenza domestica "della badante" (un vero boom in meno di 10 anni) c'è soltanto il tentativo d'imitare i nuclei familiari benestanti/borghesi e non si arriva, salvo qualche caso, a risolvere il problema. 
Di questo passo, questa moda (molto dispendiosa per la stragrande maggioranza delle famiglie) porterà il colpo di grazia ai nucli familiari che hanno nel loro interno disabili o anziani. 
La soluzione è che s'inverta la rotta e al più presto, e che si torni ai valori tradizionali di assistenza familiare. Quindi incentivare e investire le risorse sull'assistenza del malato o dell'anziano in ambito familiare, a casa. 
La politica in questo ha delle colpe enormi. Essa ha via via spolpato e lasciato soli, nella disperazione più totale, quanti vorrebbero maggiori risorse e aiuto dallo Stato per assistere con serenità i propri figli disabili (più o meno gravi) o i propri genitori anziani, a casa (con la garanzia e senza l'assillo del lavoro che di fatto allontana il coniuge o un qualsiasi familiare dall'assistito).
C'è più di un sospetto che le politiche in ambito sanitario di questi decenni hanno fatto gioire la criminalità organizzata (che ricordiamolo fa grandi affari grazie all'immigrazione clandestina (molte delle immigrate aspirano proprio di far le colf e le badanti)) e soprattutto delle lobby che campano nel grande carrozzone della sanità.
Infine sempre nell'ambito dell'assistenza domiciliare, giudico positivo l'assistenza che stanno facendo oramai da tempo tante cooperative in Italia. Un aiuto "a progetto" anche per poche "ore" al giorno. Questo di fatto dà un piccolo grande aiuto a tante famiglie, e cosa molto importante, ha il merito di creare una fetta importante di occupazione, specie tra i giovani. Cosa da non sottovalutare in questi tempi di forte crisi economica.

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