di Chiara Priorini
Usa, Canada, Polonia, Slovenia, Australia e Italia e questi sono solo alcuni dei paesi che hanno effettuato degli studi per dimostrare la correlazione fra l'Insufficienza Cronica Cerebro Spinale (CCSVI) e la Sclerosi multipla teorizza dal Prof. Zamboni. Da tutti questi studi emergono solo conferme alla sua scoperta e alla sua terapia.
Il Dott. Paolo Zamboni è l'autore della scoperta, l'autore della terapia secondo la quale liberando le vene dai depositi di ferro in eccesso si ottiene un rapido miglioramento delle condizioni di salute nei malati di sclerosi multipla. Paziente dopo paziente, Zamboni ha via via preso coscienza del fatto che tutti i malati di sclerosi multipla presentavano questo restringimento delle arterie e delle vene nel collo e nella testa, ma anche nel petto a volte, scoperta che lui chiama CCSVI: Insufficienza Venosa Cronica Cerebro Spinale.
Il “via libera” alla messa in pratica della terapia del Dott. Zamboni arrivò lo scorso giugno, da allora sono moltissimi gli studi effettuati per valutarne l'effettiva validità e le conferme sono quasi all'ordine del giorno.
“Vascular Disease Management” è il nome di unanota rivista scientifica polacca nel quale a settembre è stato pubblicato uno studio relativo al trattamento endovascolare per l'insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) nei pazienti con sclerosi multipla, secondo gli autori dello studio coordinati dal Dr. Marian Simka, lo scopo dello studio era di valutare l'impatto sulla stanchezza cronica del trattamento endovascolare per l'insufficienza venosa nei pazienti con sclerosi multipla. Il miglioramento riscontrato sui 340 pazienti è davvero significativo e gli studiosi confermano i risultati dell'effetto positivo del trattamento di Zamboni, smentendo lo studio che era stato presentato a giugno durante il 22°meeting della società europea di neurologia dove gli autori non avevano valutato questo importantissimo indicatore arrivando a conclusioni negative e chiaramente viziate da pregiudizi di base verso la teoria di Zamboni.
Questo studio polacco non è l'unico, le conferme alla teoria di Zamboni arrivano da ogni dove, negli Usa ad esempio è stato pubblicato uno studio, sulla nota rivista medica “Journal of Vascular and Interventional Radiology” , in cui gli autori spiegano e confermano l'utilità, la sicurezza e la validità del metodo Zamboni per i pazienti con sclerosi multipla monitorati prima e dopo gli interventi.
Le conferme arrivano anche dal Canada dove la Dott.sa Daniele Robitaille, ematologa dell'Istituto Cardiologico di Montréal afferma di essere convinta che il trattamento potrebbe cambiare la vita di moltissimi malati di sclerosi multipla migliorandone in modo evidente le condizioni di vita. Lo afferma al seguito di uno studio comparativo sul metodo di Zamboni, un gruppo di neurologi canadesi ha studiato pazienti con sclerosi multipla riscontrato all'esame dell'ecocolordoppler la presenza dell'insufficienza venosa cronica cerebro spinale scoperta da Zamboni nel lontano 2007 con risultati sorprendenti. I 141 pazienti della dott.ssa Robitaille, sottoposto al trattamento endovascolare per la CCSVI hanno avuto un miglioramento del flusso venoso nelle vene giugulari ed una riduzione visibile e tangibile dell'avanzare dei sintomi della sclerosi multipla.
Un'ulteriore conferma arriva proprio da casa nostra, da Catania, dove uno studio pubblicato sulla rivista medica Plos One mette evidentemente in relazione la sclerosi multipla con la l'insufficienza venosa cronica cerebro spinale senza lasciare adito a molti altri dubbi. Al termine dello studio, secondo gli autori, una maggior frequenza di CCSVI è stata riscontrata in pazienti con sclerosi multipla ed è più evidente nei pazienti con sclerosi multipla avanzata, suggerendo che la CCSVI potrebbe essere correlata alla disabilità nella sclerosi multipla, in conclusione il rischio di avere la sclerosi multipla è quattro volte superiore nei pazienti con la CCSVI e viceversa, non solo ma si evince anche quanto la CCSVI giochi un ruolo determinante nella progressione della sclerosi multipla, il che basta e avanza a giustificare l'uso del metodo Zamboni per liberarsi della CCSVI di modo da rallentare la sclerosi multipla.
A questo punto, stando ai dati di tutti i vari studi pubblicati, la prevalenza di anomalie venose, la presenza della CCSVI in malati con sclerosi multipla va dal 92,3% al 100% dei casi, ricordiamo che i malati di sclerosi multipla sono oltre 60mila in Italia e circa 2 milioni e mezzo nel mondo, di cui per la maggior parte sono giovani adulti di cui due su tre sono donne. Questi studi, proveniente da diverse parti del mondo, da esperti vascolari internazionali, confermano la validità della teoria del prof. Zamboni sulla CCSVI nella sclerosi multipla.
Fonte nocensura.com
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