Negli ultimi tre anni 26 aziende di medicinali sono state sanzionate per un totale di 11 miliardi di dollari. L'ultimo caso è della Glaxo, condannato a pagare 3 miliardi di dollari per la più grossa frode sanitaria americana: tra l'altro un "anti diabete" può causare ictus e infarto.
di Marco Quarantelli - La lista è lunga, dei giganti non manca nessuno: GlaxoSmith-Kline, Abbott, Pfizer, AstraZeneca, Novartis e non solo. Le accuse sono pesantissime, rientrano nella sfera dei “comportamenti criminali”: promozione di farmaci per curare malattie per le quali non sono stati autorizzati, tangenti, pubblicità ingannevole. In altri casi le aziende non hanno reso pubbliche informazioni sulla sicurezza o sugli effetti collaterali di alcuni medicinali o ne vendevano altri senza fornire la prova scientifica della loro efficacia. Per questo soltanto negli ultimi tre anni negli Stati Uniti le 26 case farmaceutiche più importanti del pianeta sono state multate per complessivi 11 miliardi di dollari. Lo dice una ricerca pubblicata dal New England Journal of Medicine.
I dati arrivano dal Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti e dalla Security Exchange Commission, l’ente federale che vigila su Wall Street. L’ultimo caso è stato quello della Glaxo: il 2 luglio il gigante farmaceutico inglese è stato condannato al pagamento di una sanzione da 3 miliardi di dollari (uno per le accuse penali, 2 per quelle civili) nel più grosso caso di frode sanitaria della storia degli Usa. Dopo una lunga trattativa, la società si è dichiarata colpevole di frode per aver autorizzato l’utilizzo sbagliato di due antidepressivi (il Paxil e il Wellbutrin) e per non avere comunicato alla Food and Drug Administration (l’autorità di controllo del settore alimentare e farmaceutico) che il farmaco anti-diabete Avandia può causare ictus e infarto.
Glaxo era recidiva e soprattutto non era da sola. Quando è arrivata la condanna, anche le altre 25 più importanti compagnie (tra cu 8 delle 10 più grandi) erano già state condannate per frodi varie e avevano sottoscritto un Corporate Integrity Agreement, una sorta di libertà condizionata da rispettare per 5 anni, pena l’esclusione dai programmi sanitari federali. Nel 2010 la Pfizer era stata condannata a pagare 2,30 miliardi per tangenti e per aver promosso una lunga serie di farmaci, tra cui il Viagra, “con l’intento – si legge sui rapporti del Dipartimento di giustizia – di frodare o indurre in errore”. A pagare 950 milioni era stata invece condannata la Merck nel 2011 per “comunicazioni false e fuorvianti sulla sicurezza” del Vioxx, antidolorifico che la stessa azienda il 30 settembre 2004 aveva ritirato in 80 paesi tra cui l’Italia dopo aver riscontrato un “aumento del rischio relativo di eventi cardiovascolari non fatali, come infarti e ictus”.
Ma le sanzioni sembrano non avere alcun effetto. In un comunicato emesso subito dopo la condanna, Glaxo aveva fatto sapere che gli oneri “saranno coperti tramite accantonamenti già disponibili, così l’effetto sui conti di questo trimestre dovrebbe essere nullo”. “Le sanzioni corrispondono ad una minima parte dei ricavi di queste industrie – ha spiegato all’Indipendent Kevin Outterson, professore di medicina legale e bioetica alla Boston University – e per questo rientrano nei costi d’impresa”. La multa di 3 miliardi inflitta alla Glaxo rappresenta, infatti, solo il 10,8% del suo fatturato annuale, mentre gli 1,5 miliardi che gli Abbott Laboratories dovranno pagare per aver promosso un farmaco, il Depakote, senza avere prove evidenti che fosse efficace, corrispondono ad appena il 12% del loro bilancio.
Nemmeno gli accordi sottoscritti attraverso i Corporate Integrity Agreement hanno alcun effetto pratico. Le compagnie non fanno altro che promettere di “migliorare la loro cultura aziendale” abbassando gli incentivi per i venditori o impegnandosi a fornire maggiori informazioni ai medici e alle autorità. “Così il sistema non cambia – continua Outterson – e il governo non recupera che una minima parte dei soldi guadagnati da queste aziende in maniera fraudolenta”. Una soluzione, spiegano i legali delle vittime, potrebbe essere quella di multare i dirigenti. “Come è possibile che una compagnia compia crimini per miliardi di dollari – domanda Robert M. Thomas Jr, avvocato di Boston specializzato in cause di questo tipo – e non venga ravvisata alcuna responsabilità individuale?”.
Il risultato è che la fiducia dei medici verso il settore ne esce irrimediabilmente minata. Secondo una ricerca del Bringham and Women’s Hospital di Boston, sono sempre di più i medici che non si fidano degli studi clinici finanziati dai giganti farmaceutici, anche quando vengono condotti secondo i parametri di legge. “Tutto questo – spiega Aaron Kesselheim, autore dello studio – potrebbe avere gravi conseguenze, perché la mancanza di fiducia finisce per ostacolare la traduzione degli studi nella medicina pratica”.
fonte ilfattoquotidiano.it
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