Questo mio articolo, non vuole essere assolutamente polemico, è solo ed esclusivamente un pensiero che mi sorge spontaneo dopo aver letto le dichiarazioni di un noto comico genovese.
Sono perfettamente conscia che per un genitore vedere il proprio figlio, gravemente malato, mutilato, deforme, incapace magari di intendere il mondo esterno è una forte sofferenza. E’ qualcosa che può strappare il cuore e l’anima. Eppure, quello stesso padre o madre, si farebbe in quattro per la sua piccola creatura che per lui/lei, resta la più bella del mondo.
Mi rendo anche conto che una persona che si ritrova da un giorno all’altro su una sedia a rotelle; a dover portare un arto artificiale, oppure che diviene cieca non è entusiasta della sua nuova condizione. Nonostante il dramma, quelle stesse persone, superate le fasi iniziali, cominciano una nuova vita. Perché è questo che chi è sano, non comprende. Non si è morti, solamente si cambia la prospettiva dell’esistenza.
Le Paraolimpiadi ne sono un esempio concreto. Gli atleti che stanno partecipando a questa bella manifestazione, sono un esempio di forza di volontà, di determinazione, di coraggio; quello che a molte persone sane viene meno quando si trovano davanti a piccole difficoltà della vita quotidiana e si perdono “in un bicchiere d’acqua”.
Siate onesti e ditemi quanti di voi s’intristiscono per esempio in una giornata di pioggia? Ne potrei fare mille di queste dimostrazioni. Basta davvero poco per divenir malinconici. Non occorre certo guardare una persona in sar.
La vera amarezza è la discriminazione che ancora oggi esiste e ben poco si fa per eliminarla.
La delusione e lo sconforto ti vengono notando lo sguardo della gente, che ti osserva con una forma di falsa pietà.
E poi, chi l’ha detto che un disabile dev’essere per forza triste o trasmettere tristezza?
Qualcuno si ricorderà di Rosanna Benzi… è stato un grande esempio e lei di certo non infondeva nessuna di queste brutte cose.
Oggi troviamo altri disabili che si mostrano al pubblico: Alex Zanardi o Annalisa Minetti che comunicano messaggi di positività.
Diamo più spazio a chi è meno fortunato nella vita e forse si starebbe in una maniera diversa. La società di oggi, non è pronta ad accogliere i portatori di handicap: strutture inadeguate; città con barriere architettoniche ma soprattutto occorre ampliare le menti ed i cuori. Tutto parte da lì.
La vera diversità in fondo non è nel corpo che è come un abito che indossiamo, è nell’anima. E’ questa che la gente deve imparare a vedere ed usare. Purtroppo invece si è talmente attaccati alle cose frivole, superficiali, banali che quelle importanti non le vediamo.
Un disabile trasmette tristezza? Per fortuna esistono gli animali, che guardano e vedono oltre e scorgono il cuore ed amano il loro padrone nonostante tutto. Comunque egli sia fatto… malato o sano. Dovremmo proprio imparare da loro.
Io disabile… trasmetto e regalo il mio sorriso ogni giorno in modo naturale perché la serenità è in me. Alla faccia di chi deve leggere e recitare un copione, per strappare una risata.
Dora Millaci
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2 commenti:
parole da incorniciare...
Bellissime parole peccato che gli esempi che l'handicap non è una malattia contagiosa li fanno persone conosciute come quelle che tu hai nominato e non persone non note.
Di chi è diventato ancora dalla nascita per cause trauma da parto e non hanno mai provato ad essere "Normali"
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