12 ottobre 2012

Autismo: lettera di un padre

ALLA CORTESE ATTENZIONE DEI MEZZI D'INFORMAZIONE

NON SONO " DIEGO DELLA VALLE"  CHE SI PUO' PERMETTERE DI ACQUISTARE UNA PAGINA DI UN GIORNALE E SCRIVERE QUEL CHE  VUOLE, TUTTAVIA VI CHIEDO DI PUBBLICARE QUESTA LETTERA AFFINCHE' POSSA ARRIVARE DOVE IL BUON SENSO NON ARRIVA.

Immedesimarsi in una persona con Autismo... è praticamente impossibile,  ma anche la più amara delle giornate può avere un altro sapore. Questo vorrei dire a quelle madri e padri che hanno un figlio disabile.
Non riesco più a ricordare cosa significa essere normali, nel linguaggio di quel mondo di cui facevo parte e che oggi non mi vuole, da quando combatto contro lo spettro della patologia dell'autismo  e dell'autismo istituzionale.
Ho cercato in una vita normale di focalizzare lo scopo della mia vita, ma lungo il percorso è successo qualcosa d'inaspettato.
Come posso aiutarti a vedere, ora, figlio mio!? Posso solo sostenerti con le mie spalle per stare in piedi.
Non riesco a ricordare una vacanza, intesa come tale, una festa vissuta come dovrebbe essere vissuta.
Non siamo liberi di frequentare posti e luoghi comuni, a causa anche di una cattiva informazione, per la mancanza di strutture adeguate ad ospitare ed accogliere dei bambini ed i loro genitori.

Capita di avere di tanto in tanto un fine settimana positivo e quando arriva lo ricordi come un evento storico.

Si continua a parlare  di tagli. La crisi lavorativa e sanitaria colpisce anzitutto e soprattutto anziani e disabili, ma mai chi non ha problemi di natura economica...ed indirettamente o direttamente...anche i genitori degli stessi bambini e/o ragazzi disabili, una situazione che grava sulle famiglie ed aggrava le stesse famiglie, costringendole a sobbarcarsi di spese ABNORMI per una mancanza di servizi dovuti, ma non voluti...((( qualcuno sa dirci perchè?))) .

Dal punto di vista sociale, attendiamo da anni una risposta efficiente e soluzioni altrettanto efficaci.
Ci dicono "vedrai tutto si risolverà" ed intanto il tempo passa e per noi che di tempo non ne abbiamo, con lui ((( il tempo))), ogni giorno cresce lo sconforto, perchè non sai che fare... Poichè ogni giorno devi combattere con nuovi problemi legati alla malattia di tuo figlio e ti senti disarmato/a, inerme...e qualche volta ASETTICO.

Questo è un mondo che non ci vuole, che ci abbandona a noi stessi , ed in alcuni casi sono gli stessi amici a non comprendere  ed io sono stanco dei troppi rinvii e dico a tutte le istituzioni (((locali e non)))...BASTA...MA BASTA.
Bisogna intervenire SUBITO...come?
Partendo dalla soluzione e non dal problema...ascoltare i genitori... può essere un buon inizio ed applicare le leggi lo è altrettanto...poi occorre cuore e buona volontà.

Non posso sicuramente affermare che questo è quello che avrei voluto per i miei figli, pensando ad una famiglia, in questo mondo di squali.
Una vita difficile , dove solo se ti sai difendere con le unghie e con i denti, riesci a sopravvivere, dove il dio denaro la fa da padrone, dove si è perso il rispetto per il proprio simile.

Non è facile accettare una malattia, una patologia del proprio figlio, ed allora ti chiedi:
-Perchè proprio a me?
-Cosa ho fatto di male?
-Cosa posso fare?
-Chi mi aiuterà?
E poi ti rendi conto che è e sarà solo tuo figlio che vivrà una vita difficile, in un mondo che va sempre piu' di corsa, lasciando indietro chi non è in grado di stare al suo passo...ed in qualche caso anche volutamente abbandonato...poichè considerato un peso dalla comunità.

Non ho certo la bacchetta magica per risolvere i problemi, SONO UN GENITORE COME VOI, non ho la ricetta per uscire dal tunnel dell'autismo, MA HO CAPITO COSA SERVE AI MIEI FIGLI, QUALI SONO LE STRATEGIE DA ADOTTARE E PERCHE'.
Ho capito che non è piangendomi addosso, che darò un futuro ai miei figli. Se puoi capire anche tu, che non hai nulla da perdere, se puoi credere di poter dare un futuro  a tuo figlio e a tutti figli dell'autismo, ALLORA SEI GIA' TRE PASSI AVANTI.
Ho vissuto parte della mia vita alla ricerca di risoluzioni ai miei problemi, rivolgendomi alle istituzioni, nella speranza che qualcuno con un cuore grande mi prendesse per mano, facendomi uscire dal baratro. Ho vissuto così 2 anni di travaglio cercando risposte a domande dove risposte non c'erano.
Ho perduto del tempo prezioso che  mai nessuno mi restituirà e ancor meno ai miei figli, per accorgermi  che solo un genitore come me può capire lo stato d'animo nel vedere il proprio figlio  autistico....un misto tra angoscia e impotenza,  per scoprire di non poter parlare con nessuno, perdendo ogni contatto con la realtà, con la  vita sociale ed allora si diventa disabili nostro malgrado e nello specifico AUTISTICI.
Ho conosciuto Mara, una mamma ed una donna straordinaria. Ho visto in lei gli occhi di una madre gonfi di dolore per l'autismo di suo figlio,  senza nessuno a cui raccontarlo,  con la consapevolezza di essere SOLA. In lei ho rivisto i stessi miei occhi.
Ho rivisto quegli occhi ritornare alla speranza , a sorridere verso un suo simile,  anche se solo uno sconosciuto e comprendere che insieme è possibile  vincere.
Insieme possiamo fare tanto, insieme possiamo aiutare i nostri figli, scendere dal titanic per risalire sull'arca....non permettere a nessuno di annullarti, noi siamo chi vogliamo essere.
Ma il vero autistico, il vero ostacolo è la politica ed i suoi rappresentanti che si mettono le dita nelle orecchie per non sentire, le mani sugli occhi per non vedere, sulla bocca per non parlare ed in mezzo alle gambe ...per farsi cavoli suoi.
Vedendo , anni fa, "rain man" , oggi in una tournè teatrale, pensavo, durante e dopo a cosa avessi fatto se fosse capitato anche a me. Oggi ho 3 figli di cui 2 autistici e mi batto per loro, vivo per loro, morirei per loro.
Il senso di responsabilità dei genitori con figli autistici è elevatissimo Non possiamo spianare loro la strada, ma  costruire attraverso un duro lavoro una carta stradale con la quale possono orientarsi.
Voglio salutarvi dicendovi che questa lettera non è rivolta solo agli orfani di ideali ma si rivolge anche a coloro che vogliono cambiare il modo di guardare all'esistenza.

Nelle parole di questo padre ho ritrovato anche il mio, il nostro dolore di genitori con bambini con DSA, un dolore, una  preoccupazione infinitamente più piccoli, perché i problemi del mio bambino sono nulla di fronte a ciò che deve affrontare questo papà con i suoi figli.
Tuttavia noi, che seppure con minore gravità viviamo comunque una "diversità" dei nostri bambini, ragazzi, sappiamo cosa sia lo sconforto che attanaglia nell'affrontare il  "loro"  quotidiano, l'ansia che assale ogniqualvolta si pensa a cosa sarà la "loro" vita.
Comprendiamo con il cuore il significato del vivere in un mondo che corre e non ha intenzione di aspettare chi è più debole, meno veloce. Le buone intenzioni questa società oggi le mostra spesso solo a parole, ma di fatto chi "non è a norma" è lasciato da parte, come un macchinario obsoleto.
Si incontra anche chi capisce e accoglie, ma individualmente, mentre la società, le istituzioni, la scuola per prima tante volte se ne lavano le mani, lasciano i genitori soli; spesso, ed oggi anche a fatica, si concede un insegnante di sostegno che troppe volte,per la scarsità di risorse e volontà, ho visto tramutarsi nel mezzo per isolare ancora più un ragazzo.
Noi siamo fortunati oggi ad avere una legge che ci permette di difendere i nostri ragazzi con disturbi di apprendimento, ma io credo che il prossimo passo da compiere sia quello perché ogni diversità sia accolta, perché i ritmi di ciascuno siano rispettati ed in ognuno sia vista una ricchezza, perché il vissuto di questo padre e di tanti genitori come lui sia intessuto di solitudine.
In una società degna di essere chiamata "civile" tutti i ragazzi sono figli di ciascuno di noi, e per ognuno dobbiamo volere il meglio.

ITALIA 19 LUGLIO 2012

Letto su Disprassia, dislessia... appunti di una mamma

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2 commenti:

il diario di sandro barone ha detto...

..Che tristezza!!
Come posso aiutarti a vedere, ora, figlio mio!?

Elisena Migiani ha detto...

Bambini di Foglia!
Gli autistici sono
bambini che vivono
tra le foglie di se stessi
e quando cadono in terra
o prendono il volo
nessuno se ne accorge!
Per questo guardano le foglie
E le foglie li comprendono!
Elisena
(Agosto 2011)

Dedico questa mia poesia a tutte quelle persone che pur vivendo tra gli altri sono condannati ad esser soli!

E a questa lettera non aggiungo parole inutili perché ho letto dolore, rabbia, amore e soprattutto l'impotenza alla quale questo Stato ci condanna. Da madre e da donna abbraccio quel padre!