Lo dice una ricerca che dimostrebbe come il nostro cervello ‘stimoli’ la vista e potenzi la percezione
Rémi Rade, un professore universitario di psicologia, ha condotto un esperimento su alcuni volontari al termine del quale ha verificato come le persone affamate riescano a distinguere le parole collegate al cibo meglio si quelle sane.
SVEGLI E PRONTI – Si diceva un tempo che la necessità aguzza l’ingegno e ora sembra anche provato he la fame aguzzi la vista o almeno potenzi la percezione. Dei 42 volontari arruolati per l’esperimento, quelli che non avevano mangiato nelle ore precendeti al test si sono rivelati molti più capaci di distinguere una serie di parole legate al cibo in mezzo a serie di termini che sono stati sfilare sotto i loro occhi a una velocità tale da escludere una loro visione cosciente.
IL BOOST – I cervelli dei corpi affamati sembrano quindi reagire allo stimolo della fame allertando e potenziando i sensi. Un meccanismo inutile al giorno d’oggi, ma fondamentale per la sopravvivenza della specie quando doveva procurarsi il cibo competendo con altri animali, ma anche la conferma che la sonnolenza durante la digestione (il riposo del cacciatore vittorioso) e molte altre sensazioni e cambiamenti di stato trovano la loro spiegazione nelle caratteristiche della specie.
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