ROMA - In Italia si fa sentire ancora l'ombra sinistra del razzismo, che nella maggior parte dei casi viene espressa nei confronti di cittadini dell'Europa dell'est e dei Balcani: e' quanto si evince leggendo la relazione al Parlamento per il 2011, messa a punto per il nostro Paese dall'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. La discriminazione corre soprattutto sulle onde dei mass media e nella rete Internet, sostenuta in questi casi dall'anonimato.
A livello territoriale il numero massimo di segnalazioni sono state registrate nelle regioni del Centro (32,3%), seguito dal Nord-Ovest (27,5%), tallonato a sua volta dal Nord-Est (25,9%); distanziati invece il Sud e le Isole (14,3%). Nel 2011, spiega lo studio, si e' assistito a una forte crescita delle istruttorie relative a eventi di discriminazione: dalle 766 del 2010 si e' passati alle 1.000 del 2011. I mass media sono i luoghi piu' frequenti di discriminazioni, molto spesso supportato da Internet (che in questo settore fa la parte del leone, con l'84% di casi segnalati) dove l'anonimato amplifica la risonanza di gesti e parole: in questo ambito, evidenzia l'Unar, si e' registrato rispetto al 2010 un lieve incremento che ha portato il dato al 22,6% dei casi pertinenti (contro il precedente 20,2).
Brusca accelerazione nel mondo del lavoro, dove la percentuale di denunce e' del 19,6%, 8 punti in piu' rispetto all'11,3% archiviato nel 2010. Stabile l'andamento nella vita pubblica (16,7%) e in leggero calo (10,9%) i casi relativi all'erogazione di servizi da parte di enti pubblici e in quelli attinenti la casa (6,3% contro l'8,9). La maggior parte delle persone che hanno segnalato casi di discriminazione sono di nazionalita' italiana.
Ma, sottolinea l'Unar, le vittime, 1 su 4, sono per lo piu' cittadini provenienti dall'Europa dell'Est e dai Balcani (25%, contro il 23,3% del 2010); il 16,6% dall'Africa del Nord (era il 21 due anni fa) e il 13,8 dall'America Latina (9,8). In prevalenza erano di sesso maschile (56,4%) nel 2011 le persone al centro di atti di discriminazioni, facendo segnare un'inversione di tendenza rispetto al 2010, quando a prevalere sono state le vittime di sesso femminile.
E anche i testimoni tendono a essere di sesso maschile, raggiungendo nel 2011 una percentuale del 58,4%. Nessun cambiamento sostanziale sotto il profilo anagrafico delle vittime: sia nel 2010 sia nel 2011 gli under 35, ricorda il rapporto dell'Unar, hanno rappresentato il 40% delle vittime; nel segmento di eta' successivo (35-64 anni) si ha invece un sostanziale equilibrio rispetto all'anno precedente (57,9 contro il 58,5% del 2010).
Fonte Ansa
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