“Il sistema degli aiuti alimentari internazionale continua a fornire ogni anno su larga scala cibo scadente a milioni di bambini malnutriti”. Lo denuncia un comunicato di Medici Senza Frontiere (MSF) alla vigilia della Giornata mondiale dell’Alimentazione di domenica 16 ottobre. “La maggior parte degli aiuti alimentari, compresi quelli verso paesi con alti tassi di malnutrizione - come intere zone dell’Africa Subshariana - comprendono farine a base di mais e soia (Corn Soy Blends - CSB), che non contengono i nutrienti vitali e le proteine di cui hanno bisogno i bambini per la loro crescita. Solo gli Stati Uniti ogni anno inviano ai Paesi in via di sviluppo circa 130.000 tonnellate di aiuti alimentari inadeguati come il CSB, coltivato e processato in piantagioni americane” - afferma l'associazione.
La malnutrizione – una malattia prevenibile e curabile – colpisce 195 milioni di bambini in tutto il mondo ed è la causa nascosta di almeno un terzo degli otto milioni di decessi di bambini al di sotto dei 5 anni, la maggior parte dei quali nei paesi del Sud del mondo. I bambini al di sotto dei due anni sono i più vulnerabili e senza l’accesso a cibo altamente nutritivo necessario per la loro crescita e sviluppo – come il cibo terapeutico pronto all’uso ora disponibile – soffriranno di conseguenze debilitanti per tutta la vita. “È stato provato al di là di ogni dubbio che assicurare aiuti alimentari adeguati ai bambini più piccoli e vulnerabili salva le loro vite, ma nonostante ciò il sistema globale degli aiuti alimentari non è ancora al passo con i rivoluzionari progressi fatti dalla scienza della nutrizione” - dichiara Unni Karunakara, presidente internazionale di MSF.
“Molti Paesi, tra cui quelli europei, hanno risolto con successo il problema della malnutrizione a casa propria adottando strategie che assicuravano l’accesso a cibi nutrienti per le persone più vulnerabili” - prosegue Karunakara. “Ma stiamo ancora aspettando che applichino le stesse strategie quando si tratta di mandare aiuti alimentari agli altri Paesi”. I paesi europei sono tra i principali donatori di aiuti alimentari al mondo. “Mentre alcuni Stati europei hanno provveduto individualmente a includere prodotti adeguati nel pacchetto di aiuti alimentari, la Commissione Europea è in ritardo” - sottolinea MSF. “Nonostante le ripetute promesse circa la necessità di garantire che i bisogni nutritivi dei bambini sotto i due anni di età siano soddisfatti, la Commissione Europea deve ancora pubblicare linee guida chiare su come intende implementare le riforme necessarie. Inoltre, le politiche degli aiuti alimentari della Commissione Europea sono incoerenti perché impongono ostacoli per l’ottenimento dei fondi per l’acquisto di prodotti adeguati che possano prevenire la malnutrizione, mentre spianano la strada a quei programmi finanziati dall’Europa che forniscono prodotti molto meno nutrienti ed efficaci”. “La Commissione Europea deve andare oltre le generiche dichiarazioni d’intenti e mostrare la propria determinazione nel miglioramento della qualità degli aiuti alimentari europei” - evidenzia Unni Karunakara.
Alcuni attori chiave del sistema degli aiuti alimentari hanno iniziato a cambiare. Il Programma Alimentare Mondiale (PAM), per esempio, adesso utilizza alimenti supplementari che rispondono ai bisogni nutritivi dei bambini sotto i due anni come cardine della propria azione durante le emergenze umanitarie. Questi prodotti hanno giocato un ruolo chiave nel 2010 nella risposta alle crisi nutrizionali che hanno colpito il Niger, durante le inondazioni in Pakistan e il terremoto a Haiti. I Paesi donatori e le altre organizzazioni coinvolte hanno migliorato la qualità degli alimenti inviati in Somalia e Kenya per rispondere all’attuale crisi nutrizionale che ha colpito i due paesi. Ma a oggi, i bambini che vivono fuori da queste grandi emergenze continuano a ricevere prodotti dai principali donatori alimentari internazionali che non soddisfano i loro specifici bisogni nutrizionali. “Le grandi emergenze, come quelle che stanno colpendo in questi giorni la Somalia e il Kenya, rappresentano solo la punta dell’iceberg della malnutrizione” - continua Unni Karunakara. "La maggior parte dei bambini malnutriti sono invisibili e non dovrebbero essere vittime di guerre o catastrofi naturali per poter avere accesso al cibo di cui hanno bisogno”.
Nel 2008, un vertice internazionale di esperti organizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha esaminato il crescente volume delle evidenze scientifiche e ha concluso che gli standard nutrizionali degli aiuti alimentari dovevano essere migliorati. Ma tre anni dopo, l’OMS, a cui fanno riferimento i Ministeri della Salute dei Paesi in via di sviluppo per le politiche di orientamento, non ha ancora emesso linee guida ufficiali per garantire il miglioramento degli alimenti per i bambini malnutriti. “Le linee guida dell’OMS sono cruciali per incoraggiare i paesi donatori ad adottare standard migliori per gli aiuti alimentari e per i Paesi beneficiari per predisporre misure migliori per garantire che i loro bambini abbiano accesso ad alimenti di qualità,” afferma Karunakara. “I bambini non possono tollerare il ritardo causato dal fatto che debba essere dimostrata l’efficacia e la sicurezza di questi nuovi alimenti specifici da ogni singolo governo durante ogni crisi” - nota Karunakara. “Ciò serve solo a ritardare il lancio di programmi salva-vita”.
Mentre iniziative come la campagna “1000 giorni” o “Scaling Up Nutrition” (SUN), - che riuniscono paesi colpiti da alti livelli di malnutrizione insieme ai principali donatori alimentari internazionali – dimostrano che esiste un consenso scientifico e politico sulla necessità di investire sui bambini al di sotto dei due anni d’età: la maggior parte degli aiuti alimentari non fornisce cibi adeguati ai bambini più piccoli. “La gamma dei prodotti disponibili per gli aiuti alimentari ancora ignora i bisogni dei più vulnerabili” - conclude Unni Karunakara. “Non ci sono più scuse per aspettare; i più importanti paesi donatori di aiuti alimentari del mondo devono finalmente cambiare rotta”.
Il 12 ottobre, a nome di più di 125mila persone di oltre 180 paesi che hanno firmato la petizione sul sito www.starvedforattention.org, MSF ha inviato una lettera a tutti i rappresentanti dei principali paesi donatori, compresi gli Stati Uniti, gli Stati membri dell’Unione Europea, il Canada e il Brasile, per chiedere di “porre fine alla fornitura di aiuti alimentari inadeguati ai bambini malnutriti e ai bambini a rischio malnutrizione nei Paesi in via di sviluppo”. [GB]
Fonte http://www.unimondo.org/
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http://www.medicisenzafrontiere.it/
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